L’importanza di un derby regionale calcistico: Pro Vercelli vs Novara Football Club

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di Simone Balocco

 

24 settembre 2022 e 29 gennaio 2023. Queste due date, all’uomo della strada, non diranno nulla se non essere un sabato ed una domenica. Ma per i tifosi del Novara Football Club, queste due date saranno le più importanti dell’intera stagione sportiva. Il motivo? Si giocheranno le partite (di andata e ritorno) contro la Pro Vercelli. Il che significa: derby regionale. Ci sarebbe anche un altro derby regionale per i ragazzi di Roberto Cevoli nel girone A di Serie C, quello contro la Juventus Next Gen (la nuova denominazione della Juventus Under 23), domenica 6 novembre, ma per storia, tradizione e per il fatto che la seconda squadra bianconera non ha una propria tifoseria al seguito, questa partita non viene conteggiata (e soprattutto sentita) come un derby dai tifosi azzurri. Nello stesso girone di Novara e Pro Vercelli ci sarebbe dovuta essere anche l’Alessandria, ma la Lega C ha stabilito che la squadra grigia, retrocessa dalla Serie B, sarebbe stata inserita nel girone “centrale” (il “B”), spostando il Piacenza nel girone “settentrionale”. Non è bastata la richiesta degli stessi piacentini di essere inseriti nel girone B apposta per giocare anche alcuni derby provinciali (Fiorenzuola) e regionali (Imolese, Cesena, Rimini e Reggiana). Nulla da fare: l’Alessandria quest’anno non giocherà con le altre “cugine” piemontesi. In compenso, Alessandria e Novara si affronteranno nel primo turno eliminatorio di Coppa Italia di Serie C in terra mandrogna mercoledì 5 ottobre.

Un vero peccato perché aver avuto nello stesso girone Novara, Pro Vercelli e Alessandria avrebbe significato vedere gli spalti del “Piola” di Novara, del “Piola” di Vercelli e del “Moccagatta” pieni (o quasi) per assistere a partite molto intense.

In base ai risultati di queste prime quattro giornate di campionato, il Novara Football Club ha otto punti in classifica mentre la Pro Vercelli ne ha cinque: a guidare il girone è il Pordenone con dieci punti.

Quello del 24 settembre sarà l’incontro numero 82 tra le due squadre, il numero 58 in campionato: una storia iniziata il 17 novembre 1912 al campo Foro Boario di Vercelli nel campionato di Prima categoria (il “bisnonno” dell’attuale girone unico) con la Pro Vercelli allora davvero la squadra più forte d’Italia avendo in carniere già quattro titoli nazionali. I vercellesi si imporranno 7-0 e 6-0 contro gli azzurri (al loro primo storico campionato), vincendo poi il loro quinto titolo, il terzo consecutivo. Nella storia centenaria del “derby delle risaie”, in ottantuno incontri, il Novara ha vinto 32 volte, venticinque sono stati i successi dei vercellesi ed i pareggi sono stati  ventiquattro, con 172 reti segnate complessivamente, ripartite a metà tra le due compagini.

L’ultimo “derby delle risaie” che si è giocato in via Massaua risale al 27 settembre 2021 ed è anche l’ultima vittoria della Pro Vercelli (gol di Rolando su rigore), mentre l’ultima vittoria azzurra risale al 10 ottobre 2015 (gol di Viola su punizione). L’ultimo pareggio è datato 3 novembre 2018 (1-1, Gladestouy e Cacia entrambi su rigore).

Per il Novara Football Club, questo sarà il primo “derby delle risaie” della sua (breve) storia. La squadra del presidente Massimo Ferranti, vincitrice la scorsa stagione del girone A di Serie D, si appresta a disputare il suo primo campionato da squadra professionistica, ma la scorsa stagione non è stata a digiuno in fatto di derby, avendone affrontati due di carattere “provinciale” (RG Ticino e Gozzano) e altri otto di carattere “regionale” (Asti, Bra, Saluzzo, Chieri, Borgosesia, Casale, Derthona e Fossano). Ma ora è diverso: ora (dal punto di vista non solo del tifo) si fa sul serio. Le due partite contro la squadra del neo tecnico Massimo Paci (ex Novara nella stagione in massima serie 2011/2012) saranno partite…a parte. Perché i derby sono davvero ‘’cose’’ a parte durante il corso di una stagione, a tutti i livelli, in tutte le categorie. Vivere un derby è un way of life. Ed i derby, si sa, sono partite da “tripla“, da “1-X-2“: partite particolari dove non conta fare pretattica, ma dove contano il cuore e la vittoria.

I derby sono partite da vincere, sempre. Vincere un derby significa predominare l’avversario: se poi si fa anche il double (vittoria all’andata e al ritorno), è festa tutta la stagione. E pazienza se magari l’avversario derbystico finisce più in alto in classifica a fine campionato: ha perso il “derby delle risaie” e quindi si fanno spallucce (ma anche buon viso a cattivo gioco).

La settimana che porta al “derby delle risaie” è intensa: si attende di sapere se ci saranno giocatori squalificati o infortunati, si vanno a vedere gli allenamenti per caricare la squadra, si leggono i giornali, si leggono i forum della propria squadra e di quella avversaria, si va allo stadio almeno un’ora prima per odorare ogni secondo ed attimo del pre-gara. Poi durante i novanta minuti (più recupero) si tifa, si spera, si sogna. E a fine partita si ascoltano le interviste, si commenta sui social, si leggono i blog e i siti di ordinanza. Chi vince gode, chi perde rosica. Tutte cose che una persona che non segue il calcio non può capire.

Per un tifoso del Novara Football Club oggi (e del Novara Calcio ieri) è difficile scrivere cosa rappresenti il derby contro la Pro Vercelli. E’, come detto, una partita particolare, a sé. Due partite che si aspettano tutta la stagione e la cui data sul calendario è segnata in rosso. Come saranno sabato 24 settembre 2022 e domenica 29 gennaio 2023, quinta e ventiquattresima giornata di campionato.

Per le tifoserie novaresi e vercellesi, da sempre rivali, queste due partite sono attese un po’ come il Natale per i bambini, dove l’unico “regalo” è fare il risultato e la sconfitta equivarrebbe al “carbone” nella calza della Befana.

L’estate delle due squadre è stata diversa ed il Novara Football Club sembra il team più carico e con più hype. Dopo la terribile estate 2021, quella dell’esclusione del Novara Calcio dal campionato di Serie C, il Novara Football Club, nato il 20 agosto 2021 per mano dell’imprenditore romano Massimo Ferranti, questa estate è dovuto partire da zero perché ha dovuto rifare la rosa completamente e sotto la Cupola sono arrivati giocatori di categoria (Yohan Benalouane, Mattia Bortolussi, Marco Pissardo, Luigi Carillo, Simone Ciancio, Roberto Ranieri, Riccardo Calcagni, Francesco Galuppini, Oliver Urso, Michele Rocca, Davide Bertoncini, Nikola Buric), giovani interessanti (Camillo Tavernelli, Omar Kailoti, Andrei Marginean, Tiago Gonçalves, Lorenzo Peli , Fabrizio Masini) e sette giocatori del Novara Football Club facenti già parte della rosa della squadra in Serie D che si sono visti confermare e che hanno firmato un contratto professionistico (Pablo Andrés Gonzalez, Axel Desjardins, Samuele Bonaccorsi, Alessandro di Munno, Babacar Diop, Frank Amoabeng e Tommaso Tentoni, anche se quest’ultimo, a causa di un brutto infortunio, tornerà disponibile solo a gennaio 2023). Ma come sempre sarà il campo a parlare, mentre per le tifoserie a parlare saranno le coreografie e le presenze sugli spalti durante queste partite.

In particolare, la rivalità tra Novara e Vercelli è stata, tra gli anni ‘80 e ‘90, anche sugli spalti del Pala dal Lago e del Pala Isola quando le due squadre (Hockey Novara da un lato, Amatori Vercelli dall’altro) oltre a dividersi scudetti, coppe nazionali e vincere a livello europeo, portavano migliaia e migliaia di tifosi nei rispettivi palazzetti: sulle gradinate le due tifoserie si sfidavano con coreografie mozzafiato con in palio l’Oscar di miglior torcida. L’hockey su pista in quel periodo ha sopperito alla mancanza di calcio e di sfide in campionato tra Novara Calcio e Pro Vercelli con le squadre entrambe ancorate in Serie C2 e con i bicciolani che, nella stagione 1990/1991, sono dovuti ripartire dalla Promozione provinciale dopo un fallimento societario. Come dire: se Atene allora piangeva, Sparta non rideva.

Novara e Vercelli, due città rivali in ogni cosa: paniscia contro panissa; biscottini contro bicciolani; Re Biscottino contro Bicciolano. Ed è davvero un peccato che l’Alessandria sia stata inserita in un altro girone: si avrebbe assistito anche alle “sfide” contro il pollo alla Marengo, i baci ed il Gagliaudo.

Parlando di calcio, Novara e Vercelli sono piazze storiche del nostro calcio in quanto fanno rima con ‘’quadrilatero’’.

La parola “quadrilatero” ha tante sfaccettature: dal geometrico poligono a quello milanese della moda alla storica linea difensiva austriaca nell’allora Lombardo-Veneto che delimitava il perimetro tra le città di Peschiera del Garda, Mantova, Verona e Legnago. Ma in questo caso il “quadrilatero” è storia calcistica, perché Novara e Vercelli sono state parti fondanti, insieme alle “cugine” Alessandria e Casale, di quel “quadrilatero” che, tra il campionato di Prima Categoria 1908 ed il campionato di Divisione Nazionale 1928/1929, l’ultimo prima della nascita del girone unico all’italiana, ha rappresentato la migliore espressione dell’allora football nostrano. Basti pensare che la Nazionale italiana Campione del Mondo nel 1934 e nel 1938 aveva in rosa otto calciatori che avevano giocato almeno una partita con le squadre del “quadrilatero” (Giuseppe Cavanna, Pietro Ferraris, Eraldo Monzeglio, Umberto Caligaris, Virginio Rosetta, Silvio Piola, Giovanni Ferrari, Luigi Bertolini). Ogni squadra, inoltre, regalò al calcio molti giocatori di indiscusso talento: Guglielmo Brezzi, Adolfo Baloncieri, Luigi Bertolini, Giovanni Ferrari e Carlo Carcano l’Alessandria; i fratelli Felice e Giuseppe Milano, i fratelli Carlo ed Alessandro Rampini, Guido Ara, Pietro Leone, Virginio Rosetta la “Pro”; Ettore Reynaudi, Mario Meneghetti, Enrico Migliavacca, Giustiniano Marucco, Carlo Pensotti, Giovanni Canestrini, Enrico Patti il Novara; i fratelli Gallina, Giuseppe Parodi, Amedeo Varese, Angelo Mattea ed Eraldo Monzeglio il Casale. Calciatori di “ere” calcistiche fa, ma che sono icone, ancora oggi, delle squadre in cui militavano.

Con il “quadrilatero piemontese” si parla anche di un calcio purtroppo caduto nel dimenticatoio, un calcio per nulla professionistico ed impomatato come quello attuale dove i giocatori indossano scarpini dai colori fosforescenti, hanno ingaggi elevati e hanno procuratori al seguito: erano anni di trasferte in bici, pranzi al sacco, scarpe pesanti e palloni di cuoio duro. Se quel calcio oggi è lontano anni luce, non sono cambiati i colori delle maglie delle squadre, colori che le contraddistinguono ancora oggi nel panorama nazionale: i grigi alessandrini, i nero-stellati casalesi, le bianche casacche vercellesi, i bianco-blu novaresi. Ed il Novara Football Club, per mantenere vivo il calcio in città dopo ciò che è accaduto la scorsa estate al Novara Calcio, ha continuato con la tradizione biancoblu. Per non parlare delle loro mascotte che ancora oggi sono un loro simbolo fondante: l’orso per Alessandria, il cinghiale per il Casale, il leone per la Pro Vercelli ed il falchetto per il Novara (anche se il Novara Football Club oggi non ha una mascotte che lo rappresenti).

Parlare oggi di “quadrilatero” significa riportare alla mente un calcio Nostalgico con la N maiuscola, anche per come nacquero i quattro sodalizi: l’Alessandria dall’unione di due squadre ginniche rivali; il Casale dalla volontà di un docente di creare una squadra di calcio dopo essersi fatto dieci chilometri in bici per vedere giocare i suoi allievi; il Novara dall’idea di studenti delle superiori che si ritrovarono in un bar cittadino per creare una squadra che unisse tutte le formazioni studentesche locali; la Pro Vercelli nata come “branca” della locale società di scherma che abbracciò il nuovo “diporto” esportato da OltreManica.

Il “quadrilatero” era un ensable di pionierismo e di spessore tecnico (per il tempo che era allora) senza eguali, anche perché le quattro squadre erano totalmente made in Italy, anzi made in Piemont.

Il sogno del “quadrilatero” tramontò con la nascita del professionismo: le gite in bici iniziavano ad essere sopraffatte dai primi rimborsi spese e dai primi “stipendi”. Tutte e quattro giocarono i primi dieci campionati a girone unico (Alessandria otto stagioni, Pro Vercelli sei, Casale quattro, Novara due) e nel dopoguerra solo Novara e Alessandria conobbero ancora la Serie A (nove e cinque stagioni rispettivamente). Casale e Pro Vercelli sono sparite dai radar del grande calcio: i nero-stellati e la “Pro” oggi sono le squadre che mancano da più tempo in massima serie (88 e 87 anni).

Il “quadrilatero” è stato fango, terreni impervi, spelacchiati e tifosi vocianti che portarono alla nascita di rudimentali “bar sport”: ora tutto questo non ha nulla a cui spartire con quello degli anni Dieci-Venti di questo secolo. Ma il calcio odierno, se è quello che è, lo deve anche ai successi ed alla tecnica di quelle piccole squadre di provincia che “giügàvan al futbal” e che allora avevano in mano il Paese “pallonaro”.

C’era un tempo dove il calcio era pionieristico. C’era un tempo dove nel calcio, come nel ciclismo, “si correva per rabbia o per amore”. C’era un tempo dove i giocatori erano puri dilettanti, non c’erano ingaggi milionari e sponsor vari. Non c’erano i social network, allo stadio si andava senza problemi ed il tifo era caldo. Erano gli anni del pionierismo calcistico, tempi lontani anni luce rispetto a quello di oggi. Ma c’era un tempo dove quattro città del Piemonte orientale dettavano legge, erano rivali per antonomasia e tra le loro fila militavano giocatori leggendari.

Nel loro piccolo, Pro Vercelli e Novara Football Club sono cariche e pronte. I presupposti per due grandi partite ci sono. Ora toccherà agli interpreti in campo dimostrare di che pasta sono fatti e far sognare un intero popolo. Azzurro o bianco o che sia. Ma a Novara si spera che l’azzurro sia il colore dominante di questi derby: in campo, come in classifica.