Negli anni 60 in Italia prese vita un fenomeno (il fumetto per adulti) che vide nascere tra i primi “eroi” Diabolik (un successo editoriale e ben noto ancora oggi), ed a ruota Kriminal e Satanik (questi due ultimi partoriti dalla penna di Max Bunker/Luciano Secchi, poi arcinoto autore di Alan Ford e disegnati da un giovanissimo Magnus/Roberto Raviola).
L’erotismo introdotto in piccole dosi dal fumetto Kriminal nei suoi primissimi numeri esplose prepotentemente, per gli standard dell’epoca, con il quinto episodio della serie, Omicidio al riformatorio, pubblicato nel dicembre 1964, avventura straripante di ninfette sapientemente svestite dalla coppia Secchi-Raviola nelle vignette di una intricata trama noir.
Per salvaguardare le apparenze l’ambientazione è in un riformatorio, luogo quindi destinato ad ospitare “cattive ragazze”.
L’episodio mette in guardia il lettore su ciò che sta per vedere sin dalla spettacolare splash page, che ci mostra Kriminal intento a strangolare una affascinante giovane ragazza in… abito da notte. Un nuovo medico alla sua prima esperienza lavorativa, affascinante e giovane, è destinato a raggiungere il riformatorio, luogo da cui sembra che i dottori tendano a fuggire con una discreta rapidità. Mentre Kriminal si aggira nei dintorni con misteriosi obiettivi, una delle ragazze, piuttosto pratica e dalle idee chiare, è impegnata in attività non certo consentite dal suo stato di reclusa. Carol, una delle ospiti del riformatorio, è infatti solita concedersi incontri clandestini in fughe notturne dal riformatorio, assecondate dal gobbo inserviente. Sulla via del ritorno dall’incontro con un uomo misterioso è seguita da Kriminal e nel tentativo di sfuggirgli Carol muore infilzata sulla recinzione dell’edificio. Ovviamente la cosa crea scompiglio nel riformatorio e l’immediato intervento della polizia. Mentre un’amica di Carol medita vendetta per la morte della giovane ai danni del misterioso uomo che la pagava per le sue scappatelle notturne, Kriminal cerca nuove strade per recuperare le informazioni che gli stanno a cuore.
Omicidio al riformatorio è rimasto un classico di Kriminal, una storia dalle atmosfere noir disegnata da un Magnus alle sue prime esperienze professionali, dal tratto più realistico ma già estremamente piacevole. Un “gioiellino” macabro e morboso che, anche se inevitabilmente naif in qualche aspetto (si tratta pur sempre di un episodio del 1964), mantiene ancora inalterato gran parte del suo fascino.
L’episodio fu originariamente pubblicato su Kriminal n. 5 nel dicembre 1964. Un genitore, trovato l’albo nelle mani del figlioletto, rimase indignato e scandalizzato da quella “porcheria”, e ritenne di fare immediatamente una segnalazione alla Procura della Repubblica. L’albo fu sequestrato in tutte le edicole d’Italia, ma ovviamente molte copie rimasero in circolazione.
Ne segui un processo penale che vide come imputati solo gli autori ma anche l’editore, lo stampatore e l’edicolante.
Grazie alle ricerche da me compiute trent’anni addietro presso la Procura della Repubblica di Milano con il prezioso aiuto di un altro novarese, l’avvocato Gilberto Pagani oggi per la prima volta la sentenza penale del processo di primo grado (che è pubblica, come tutte le sentenze di natura penale) viene ospitata da cittadinovara.com. Un pezzo di storia sociale italiana a cui verra’ dato a mano a mano più ampio rilievo, con la pubblicazione di altri documenti finora inediti
Antonio Costa Barbe’