Una riflessione critica sul rapporto con gli animali d’affezione
Venerdì 18 Settembre – ore 17.00 cortile interno di Palazzo Faraggiana – via G. Ferrari, 15 – Novara
Installazione artistica di Davide Arisi a cura di Valentina Ferrario
Quartetto d’archi: Cecilia Drago – violino, Emanuele Gaggini – violino, Arianna Cartini – viola, Matteo Vercelloni – violoncello
Riflessione
Gli animali domestici sono gli animali nelle case e nella vita quotidiana dell’uomo, ma in molti casi quest’ultimo si rapporta ad essi con utilitarismo, attraverso dinamiche di potere e di controllo. Lo fa usandoli come vanto e vezzo, per sopperire ad un bisogno affettivo egoistico; desidera un animale bello, costoso, che assurga a status, un mero oggetto da ostentare. L’animale diventa quindi vita di serie B, è reso sgraziatamente uomo, antropomorfizzato, vestito, agghindato come un bambino, un giocattolo. Crediamo che l’animale debba ridivenire soggetto, quale ontologicamente è. Crediamo che meriti rispetto, cura, che non debba essere solo salvato, ma liberato dalle catene dell’uomo. Per far ciò occorre mostrare le differenze tra un’adozione e l’acquisto di un animale. Differenze di approccio teorico, che attengono alla mercificazione dell’animale, figlia del paradigma di dominino ed oppressione, ma anche differenze del legame che si crea con un animale adottato, accolto, che già preesisteva a noi, che non è stato chiamato alla vita per l’uomo. L’adozione è diversa anche per una questione pratica: implica un iter articolato, che ha il fine di comprendere se l’animale è adeguato al candidato adottante e se quest’ultimo è adeguato all’animale; prevede controlli prima dell’affido e un percorso formativo.
Obiettivo
Il desiderio è quello di proporre approcci concreti come alternativa all’acquisto dagli allevamenti o dagli scucciolatori privati. Esistono alternative tangibili sul territorio al mercato dei pet. Esistono alternative allo sfruttamento animale. Esistono altri sguardi, verso gli angoli bui, oltre le coccole, i vizi e l’amore che si donano ad un animale d’affezione. Sguardi verso tutto ciò che c’è dietro, spesso ignorato, dove langue un’industria che, come tutte, è interessata al profitto e non
certo al benessere. L’etica comune è abituata a considerare gli animali come oggetti, atti al nostro consumo, ai quali –
nella migliore delle ipotesi – dobbiamo evitare sofferenze inutili oppure crudeltà e maltrattamenti gratuiti. Dovremmo innanzitutto considerare due assunti:
1 – parlare di diritti degli animali non mette in crisi le certezze morali dell’uomo. Un’etica conscia dell’esistenza animale arricchisce l’intero apparato di una nazione, di una comunità, non lo impoverisce.
2 – gli animali non esistono in funzione dell’uomo. Esistono. Essi possiedono un valore intrinseco e una dignità non vincolati al nostro interesse e all’uso a cui noi li destiniamo.
Acquistare un animale, indipendentemente dalle nostre intenzioni, ci pone ancora all’interno di un sistema di sfruttamento. Se invece accogliamo un animale abbandonato, che altrimenti sarebbe morto per strada, incapace di vivere in un ambiente naturale, stiamo “aggiustando” una stortura di questo sistema-mercato. Stiamo salvando una vita senza alimentare un mercato che sfrutta e maltratta gli animali. Non è un problema di sensibilità o di sentimentalismo, è un problema di giustizia. Comprendere l’ingiustizia che c’è dietro all’industria dei pet è il primo fondamentale passo verso la presa di coscienza della condizione degli altri animali. Perché anche l’uomo è un animale. L’unica vera differenza però è che l’uomo è un animale indeterminato, ossia è molto meno condizionato dal suo corredo biologico degli altri animali. In pratica, dunque, l’uomo determina se stesso, sceglie coscientemente chi essere.
Di cosa si tratta?
“Ieri ucciderli per conoscerli, oggi conoscerli per rispettarli” Questa la frase-motto che campeggia sull’illustrazione della celebre foto che ritrae Alessandro Faraggiana in tenuta da caccia, accanto ad un rinoceronte abbattuto. Una frase che potrebbe esaustivamente racchiudere l’idea di fondo del moderno naturalista o del moderno etologo. Una profonda riflessione su ciò che un tempo era considerato accettabile e sui mutati approcci nei confronti degli animali non umani.
La questione animale è evidente e presente alla Fondazione Faraggiana, che spesso ha voluto far riflettere sul rapporto con il vivente e suggerire una continuità evolutiva tra passato e presente. Alcuni degli animali esposti al museo provengono da una pratica arcaica come la caccia, utilizzata in passato come strumento per comprendere la natura. Il Museo Faraggiana è un museo di storia naturale, e assieme alla storia e alla storia della natura riteniamo opportuno inserire un’attualità della natura. Avvicinare agli animali di ieri gli animali di oggi.
Luogo e ruolo della Fondazione.
La scelta di realizzare un’istallazione artistica nel giardino del Museo di Storia Naturale Faraggiana Ferrandi rinvia alla volontà di rendere l’opera liberamente fruibile, in uno spazio pubblico e in dialogo diretto con una realtà culturale che condivide le linee guida etiche e l’approccio comunicativo che ispirano il progetto. In continuità con la mission della Fondazione Faraggiana e del Museo di Storia Naturale Faraggiana Ferrandi, l’installazione intende presentare un equilibrio tra la storia passata, il patrimonio culturale, e l’innovazione, la creatività artistica e le espressioni ideologiche contemporanee, affiorate queste ultime da tempo nelle opinioni dei cittadini e connesse con la società civile.
L’artista e la curatela
Davide Arisi è un artista contemporaneo del panorama novarese, dedito all’astratto tridimensionale, ma anche ad opere figurative, realizzate attraverso sculture-modellati. Oggetto della sua indagine artistica sono lo spazio, l’informale materico, l’action painting, la riflessione duchampiana dell’arte e sull’arte. Ha all’attivo diverse mostre collettive, una personale La parte esterna dei sogni, e la duplice collaborazione con l’Associazione Filatelica ed Hobbistica Novarese in occasione delle mostre La guerra è finita… e Filatelia e Arte. Da sempre interessato all’esplorazione – e alla contestazione – dei paradigmi della cultura dominante, l’incontro con l’attivista Valentina Ferrario, appassionata d’arte e studiosa di beni culturali, innesca
una profonda riflessione sulla questione animale. Da qui il desiderio di procedere, con un mezzo forse insolito o poco ortodosso, alla realizzazione di un’opera che desse voce – e materia – al modo in cui ci si rapporta agli altri animali, a quello sguardo umano che leviga le incongruenze e ovatta le ingiustizie.
Partner
Consci dell’importanza di una rete strutturata e motivata abbiamo reperito la collaborazione delle seguenti associazioni:
• MONDO CAROTA, associazione che si occupa di recuperi e adozioni di cavie e conigli e di sensibilizzazione nei confronti degli animali non convenzionali
• ANAG ONLUS, storica associazione novarese per la tutela e la cura dei gatti, che opera anche interventi di riduzione del randagismo
• ENPA BORGOSESIA, Rifugio “Il Giardino di Quark”, sezione dell’Ente Nazionale Protezione Animali, che agisce in casi di cattiva gestione e maltrattamenti, promuove divulgazione e cura di gatti e cani.