di Simone Balocco
Ci sono giocatori che entrano nel cuore di un tifoso per tanti motivi: attaccamento alla maglia, gol pesanti, impegno, devozione e rispetto verso tutti. Nella storia ultracentenaria del Novara, in maglia azzurra, sono transitari oltre 550 giocatori tra italiani e stranieri, campioni, meteore, delusioni e bandiere.
Il tifoso del Novara è come qualsiasi altro: vuole sì le vittorie, ma vuole che il proprio giocatore esca sempre dal campo anche dopo una sconfitta stanco, provato e con la maglia sudata. Come dire: “io mi sono impegnato al massimo delle mie possibilità, ho lottato e combattuto, ma alla fine la dea Eupalla ha detto no”.
Nel Novara sono transitati tanti giocatori, ma se ai tifosi si dice il nome “Lorenzo Pinamonte”, questi si fermeranno e racconteranno la storia di questo attaccante che in due stagioni ha dato tanto alla causa azzurra. Per dire, se tornasse al “Piola” sarebbe strattonato da tutti per vedere insieme la partita.
Lorenzo Pinamonte, veronese di Caprino, classe 1978, è arrivato sotto la Cupola di San Gaudenzio nell’estate 2003 dall’Arezzo, in Serie C1. Il Novara quella stagione si apprestava a disputare il suo secondo campionato consecutivo nell’allora terza serie nazionale: una cosa che non capitava dal biennio 1980-1981. Pinamonte fu acquistato per rimpiazzare Morgan Egbedi, passato al Ravenna.
Quasi nessuno conosceva questo attaccante dotato di un fisico che avrebbe fatto impallidire persino un corazziere ed il web di allora non era come quello di oggi. Si avevano notizie scarne su di lui e raccontavano di un attaccante che non segnava tante reti, ma che aveva esperienza alle spalle. E questo, per quel Novara, poteva anche andare bene: l’importante era restare almeno in Serie C1.
Chi portò Lorenzo Pinamonte in Piemonte? Ovviamente Sergio Borgo. L’allora direttore sportivo del Novara era noto per scovare giocatori di talento facendo le nozze con i fichi secchi come si dice in gergo e sperava che anche con l’attaccante tutto sarebbe andato per il meglio
Chi era il Pinamonte giocatore? Si venne a sapere che per tre stagioni e mezzo, tra il 1998 ed il gennaio 2001, aveva giocato in Inghilterra vestendo le maglie delle misconosciute (per il tifoso novarese che non seguiva il calcio d’Oltremanica) Bristol City, Carlisle United, Brighton & Hove Albion, Brentford e Leyton Orient, compagini fra le seconda e la quarta serie inglese di allora.
Pinamonte aveva segnato qualche gol laggiù, ma nulla di più. Chi voleva avere informazioni sul suo conto doveva collegarsi ai forum dei tifosi di quelle squadre, scrivere solo in inglese e reperire le informazioni del caso su di lui. E si immagina che in pochissimi lo abbiano fatto.
Fece esperienza in Inghilterra perché nell’estate 1998, l’allora 20enne Lorenzo era un attaccante della Primavera dell’Hellas Verona e, durante un amichevole estiva, alcuni emissari del Bristol City chiesero informazioni ai dirigenti scaligeri su di lui ed il ragazzo si trovò catapultato nel Regno Unito.
Nel gennaio 2001 era tornato in Italia per accasarsi al Castel di Sangro, in Serie C1, e poi all’ Arezzo.
Sul giocatore veneto c’è un po’ di scetticismo: poca gloria in Abruzzo, altrettanta poca gloria in Toscana fecero propendere i supporter azzurri verso la sua bocciatura anticipata (un classico di ogni tifoso, a dire il vero), non ritenendolo il giocatore giusto per l’attacco azzurro per una stagione che si prospettava insidiosa. Ma Lorenzo sapeva che in una piazza come quella novarese poteva e doveva rilanciarsi.
La sua prima rete azzurra, Pinamonte la mise a segno il 21 settembre 2003 a Varese. Da quel momento, il giocatore strinse un feeling particolare con i tifosi, visto che ad ogni gol (in casa come in trasferta) si dirigeva verso di loro a esultare e a festeggiare.
Il Novara, con Pinamonte in squadra, si salvò la prima stagione (12° posto), mentre quella successiva la salvezza arrivò solo avendo la meglio sul Como ai play out.
Pinamonte sotto la Cupola (“Novarello” non esisteva ancora) segnò in tutto 14 reti, di cui due ancora oggi ricordate da tutti: contro il Lumezzane, sotto la Curva Nord, in sforbiciata al volo di sinistro il 28 marzo 2004; contro l’Arezzo tre settimane dopo, il 18 aprile.
Due partite diverse tra loro: nel primo caso, il Novara era sotto di un gol e Lorenzo Pinamonte siglò una doppietta che diede i tre punti alla squadra (e la rete decisiva fu la celebre sforbicita sotto la curva); nel secondo l’Arezzo era venuto a Novara con l’obiettivo di vincere ed essere promosso direttamente in Serie B. Gli amaranto si presentarono con migliaia di tifosi in viale Kennedy (il settore ospiti, per la prima volta dopo anni, segnò il sold out), ma tornarono a casa a mani vuote grazie ad una importante vittoria del Novara davanti al proprio pubblico.
Quale fu il gol di Pinamonte? La prima delle tre reti azzurre, segnata dopo…1 minuto di gioco: tiro di Belluomini da centrocampo a cercare Pinamonte che di testa superò l’estremo difensore toscano Pagotto.
L’eroe del match fu il tanto discusso ex Lorenzo Pinamonte: una bella rivincita per il giocatore che zittì i supporter amaranto in una sorta di vendetta (sportiva) dopo i fischi del match dell’andata.
La prima stagione in Piemonte fu per lui positiva e si chiuse in doppia cifra: Pinamonte si era rilanciato e per Borgo un altro chapeau per aver portato in viale Kennedy “uno che la metteva dentro”. La seconda stagione fu più in chiaro scuro per lui e per la squadra: solo quattro reti segnate e salvezza presa per i capelli con la vittoria nei play out contro il Como.
Quell’estate “Pina-gol” venne ceduto perché la dirigenza ripuntò su Rubino, prese Elia e volle contare ancora su Martinetti e Palombo.
Nell’estate 2005, quindi, la carriera di Pinamonte si spostò a 830 km a sud di Novara, destinazione Benevento. In Serie C1, l’attaccante classe 1978 segnò addirittura 12 reti entrando anche lì nel cuore dei tifosi, una piazza esigente ma incapace di approdare in Serie B (promozione che arriverà solamente nella stagione 2016/2017).
Pinamonte rimase in Campania una sola stagione per poi tornare a pochi chilometri da casa, firmando per due stagioni con il Lumezzane, contribuendo alla sua promozione in Serie C1.
Non è finita: nell’estate 2008, il giocatore firmò con il Brindisi, in Serie D, e contribuì anche ad una promozione, con il ritorno dei pugliesi in Lega Pro.
Lorenzo Pinamonte si ritirò a livello professionistico nell’estate 2009 (quella del rilancio del Novara ), per giocare a livello dilettantistico in squadre della zona del Lago di Garda dove ha continuato a fare il…Pinamonte tra gol, assist, prestazioni e tanta garra.
Considerato un globe trotter del calcio (tredici squadre in diciotto stagioni), Pinamonte è entrato nel cuore di due tifoserie, quella del Novara e quella del Benevento, ma ancora oggi, Pinamonte ricorda con affetto l’esperienza novarese dove divenne un idolo della curva. Motivo? Dopo ogni rete, si toglieva la maglia da gioco per mostrare a tutti la tshirt blu smanicata con impresso il logo della “Legione ’83”, il celebre gruppo ultras del Novara.
Lorenzo Pinamonte è stato l’emblema di un Novara “operaio” che ogni salvezza in Serie C1 allora era come vincere lo scudetto. Un Novara diverso da quello che solo cinque anni dopo l’addio di Pinamonte centrò finalmente la promozione in Serie B e poi andò in Serie A. Un Novara che si allenava al “Piola” come nell’antistadio o nel parcheggio e non aveva il centro sportivo di Novarello.
Eppure “Pina-gol” ha rappresentato per una generazione intera di tifosi azzurri un punto di riferimento ed un giocatore con cui identificarsi.
Nonostante il ritiro da calciatore “pro”, Pinamonte ha giocato, come detto, per alcuni anni nel campionato “Amatori”, portando il Lazise addirittura a vincere il titolo di campione d’Italia di categoria e giocando con due squadre legate al lago di Garda: Benaco e Garda.
Pinamonte oggi si dedica all’attività ricettizia della famiglia sul Lago di Garda e segue sempre le vicende del Novara, ricordando di quando per la “Nord” era un idolo.
Forse poteva ambire ad una carriera migliore viste le innate potenzialità, Lorenzo Pinamonte. Forse sì, forse no. Fatto sta che ancora oggi chiedere ad un tifoso del Novara chi è stato e cosa ha rappresentato per lui Lorenzo Pinamonte, si riceverà la stessa risposta: in mutande, la fascia nera in testa, i capelli lunghi e la tshirt biancoblu smanicata della “Legione ’83” tutta sudata, sotto la curva a festeggiare con i tutti i tifosi.
Un mito assoluto.
immagine in evidenza tratta da www.forzanovara.net