di Simone Balocco
Alzi la mano chi non ha mai sentito la parola anglofona “millennial”. Questo termine. Ormai di uso comune, viene utilizzato (erroneamente) per indicare tutti colori nati a cavallo tra gli anni Novanta e gli anni Duemila. In teoria, i millennials sarebbero tutti coloro nati tra i primi anni Ottanta ed i primi anni Duemila, ma per comodità si fanno rientrare in questa categoria chi è nato dopo il 1998. Sono ragazzi che stanno vivendo in pieno l’utilizzo dei social network, postano-linkano-instagrammano-fannostory-twittano come se non ci fosse un domani, sono figli del web 2.0, vivono con lo smartphone in mano, anche se sono considerati (dagli adulti e da qualcuno che ha qualche anno più di loro) come superficiali, vanesi ed egocentrici.
Anche il calcio non è esente dal discorso millennials: il 20 novembre scorso, a Genk, in Belgio, nell’ultima mezzora dell’amichevole tra Italia e Stati uniti, il Ct Roberto Mancini ha deciso di gettare nella mischia Moise Kean. Nulla di particolare, se non che il ragazzo, nato a Vercelli da genitori ivoriani, è nato il 28 febbraio 2000, diventando il primo giocatore nato negli anni Duemila a giocare con la maglia della Nazionale.
In panchina, sempre in quella partita, il Commissario tecnico azzurro poté disporre anche di un altro 2000, Sandro Tonali, punto fermo del Brescia, ma però non scese in campo. A differenza di Tonali, Kean, astro nascente del vivaio della Juventus, non è ancora sceso in campo in campionato mentre in Champions League, Massimiliano Allegri lo ha fatto debuttare il 2 ottobre scorso in casa contro gli svizzeri dello Young Boys. Il ragazzo, con 24 presenze accumulate tra Serie A, Serie B, coppe varie e con cinque reti segnate, ha tutto il tempo per giocare con continuità e diventare il nuovo puntero dell’attacco juventino e della Nazionale.
Prima di loro due, Roberto Mancini aveva convocato, in vista della partita di UEFA Nations League contro lo Polonia e Portogallo dello scorso settembre, anche Pietro Pellegri, attaccante del Monaco classe 2001, l’attaccante ex Genoa tornò a casa causa infortunio. Pellegri è il millennial italiano più mainstream: con già nove presenze in Serie A e ha già segnato tre reti stabilendo, quando militava nel Grifone, due record che duravano da ottanta e ottantasei anni: più giovane calciatore a debuttare in Serie A (quindici anni nove mesi e cinque giorni), più giovane a segnare una doppietta (16 anni e mezzo precisi). Non è un record, ma la sua prima rete (contro la Roma, il 28 maggio 2017) lo posiziona al terzo posto nella classifica dei più giovani marcatori della storia del nostro calcio (16 anni 2 mesi e undici giorni). Per la cronaca, Pellegri lo volevano Juventus ed Inter, ma il Monaco lo ha strappato per ben 31 milioni di euro al Genoa lo scorso gennaio.
Il futuro del nostro calcio è nei loro…piedi e di tanti altri giovani che si stanno imponendo nelle varie Selezioni Under nazionali.
Anche in casa Novara, ovviamente, ci sono i primi millennials. Nella rosa a disposizione di William Viali, rientrano in questa “categoria” Davide Bove, Nicolas Fonseca, Filippo Nardi, Filippo Marricchi, Alessandro Mallamo ed Andrei Cordea. Fino a questo punto del campionato, hanno trovato spazio Bove (nove partite disputate, di cui le ultime sette dal primo minuto), Mallamo (sei partite, di cui tre dal 1′), Marricchi (entrato al posto dell’infortunato di Gregorio contro la Carrarese nell’ultima mezzora di gioco lo scorso 14 ottobre) e Nardi, entrato all’88’ di Novara-Albissola ed in campo per totali sette minuti di gioco.
All’elenco sopraccitato, manca però un giocatore, un giovane attaccante che si sta imponendo nel panorama calcistico nazionale come una delle novità più fresche. Un ragazzo che, Under21 a parte, ha già indossato tutte le maglie delle selezioni giovanili nazionali ed il cui nome è sul taccuino di alcuni direttori sportivi, non solo italiani. Il golden boy del Novara indossa la maglia numero 11, è nato a Biella ed è un classe 2000: Matteo Stoppa.
Stoppa, diciotto anni compiuti lo scorso 27 settembre, finora ha disputato sette partite in campionato (l’ultima mercoledì sera a Pontedera subentrando a Jacopo Manconi, salvo poi uscire nove minuti dopo per un problema di natura muscolare) e due di Coppa Italia, togliendosi la soddisfazione di segnare anche un gol (e “servire” un assist) nel secondo turno contro il Perugia. Quello contro il grifo umbro è stato il suo primo gol tra i professionisti, mentre a livello giovanile, Stoppa è uno che da del “tu” al gol, avendo segnato oltre sessanta reti con le selezioni giovanili novaresi.
Matteo Stoppa ha anche stabilito un record il 18 maggio 2017, giorno dell’ultima partita di campionato di Serie B tra Carpi e Novara: entrando al posto di Sansone, al minuto 80, è diventato il più giovane giocatore del Novara a scendere in campo, avendo allora 16 anni, sette mesi e ventuno giorni.
Stoppa è una seconda punta (all’occorrenza anche un esterno d’attacco) con una buona visione di gioco, è molto veloce, tecnico con il “difetto” di non avere dalla sua il fisico, anche se c’è da dire che il ragazzo ha solo 18 anni e ha tutto il tempo per irrobustirsi e migliorarsi.
In campo, le volte in cui è stato chiamato in causa, ha sempre messo grinta ed impegno anche se finora, a parte l’ottima partita con la Pistoiese (dove si era procurato il fallo dalla cui punizione Ronaldo aveva messo la palla per la testa di Eusepi con il bomber di Tivoli che insaccò e lo stesso Stoppa sette minuti dopo servì al compagno di reparto il passaggio vincente per la sua doppietta contro gli “arancioni” toscani), non è stato molto aiutato né dai compagni né dalla sorte, perché sempre marcato da almeno due avversari. Nonostante questo, ha mostrato un certo guizzo.
Matteo Stoppa è un predestinato e a dirlo non sono i tifosi del Novara, ma i tecnici federali. E ne hanno ben donde, visto che questo ragazzo a diciotto anni ha già avuto l’onore di giocare (anche se per soli dieci minuti) una partita in Serie B, sette partite in C (due da titolare ed un secondo tempo “pieno” contro l’Albissola), due in Coppa Italia (in entrambe titolare, con un gol ed un assist) ed indossare la fascia di capitano in alcune partite delle rappresentative giovanili nazionali. Ripetiamo: non novaresi, ma nazionali.
La carriera calcistica di Stoppa è iniziata nella sua Biella, dove fino a dieci anni fa giocava nella Libertas venendo poi reclutato dal settore giovanile di Novarello. Stiamo parlando di un ragazzo che a 15 anni aveva segnato oltre trenta reti nei Giovanissimi Nazionali, undici negli Allievi, ventidue con la Berretti e poi l’approdo in Primavera lo scorso campionato impegnata nel campionato di “Primavera 2”, dove riuscì a segnare ben ventitre reti (in venti partite), tra cui una tripletta alla Pro Vercelli. Peccato che con la retrocessione in Serie C della prima squadra, la squadra di mister Gattuso si sia “sciolta” nonostante avesse vinto il campionato: se il Novara “dei grandi” fosse rimasto in cadetteria, i ragazzi della Primavera oggi giocherebbero contro i pari età di squadre di Serie A.
I tifosi azzurri sperano che Stoppa possa continuare a tenere alto il vessillo di Novarello, facendo come altri giovani calciatori usciti dal vivaio azzurro: giocare un giorno in Serie A. E la mente vola ai vari Paolo Faragò, Francesco Vicari, Lorenzo Dickmann e, in Portogallo, Bruno Fernandes. Oppure come Lorenzo Montipò che ora si sta tagliando un po’ di spazio nel Benevento, in Serie B. Ironia della sorte, il portiere novarese classe 1996, da due anni nel giro della Under21, ha debuttato in cadetteria anche lui come Stoppa il 18 maggio…ma quattro anni prima, a 17 anni due mesi e ventotto giorni (Novara-Virtus Lanciano, anche allora ultima partita della regular season del torneo di Serie B).
Si spera che Stoppa possa contribuire maggiormente alla causa Novara, giocando di più e ritagliandosi di volta in volta più spazio. E siamo sicuri che, allenandosi tutti i giorni con attaccanti del valore tecnico di Daniele Cacia ed Umberto Eusepi (oltre agli altri compagni “over”), il ragazzo possa diventare non solo un giocatore completo, ma anche un oggetto di mercato.
Però un passo alla volta: testa alla partitissima di domenica pomeriggio a Chiavari contro la forte Virtus Entella.
Matteo Stoppa non sarà però del match poiché uscito per infortunio mercoledì sera a Pontedera dopo appena nove minuti dal suo ingresso in campo. Come riportava ieri il sito del Novara Calcio (www.novaracalcio.com), al giocatore è stato riscontrato un “sospetto stiramento ai flessori della coscia destra” e “si attende l’esito degli esami specifici”.
Un grosso in bocca al lupo al numero 11 azzurro, sperando che non sia nulla di grave perché il Novara ha bisogno anche di lui per risalire la classifica in questo campionato, fino a questo momento, molto insoddisfacente. E chissà che non sarai proprio lui uno dei migliori di questa stagione alla fine? Se lo augurano in tanti, se non tutti.
immagine in evidenza tratta da www.giocaacalcio.it