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di Caterina Zadra
Presentiamo un personaggio di Novara che non tutti conoscono. Fuori dalle regole convenzionali ed eclettico, Mirko Geco ama definirsi un uomo d’altri tempi catapultato in un era moderna. Figlio d’arte, suo padre è stato un maestro di quella professione artigiana e creatrice che è la alta sartoria, ha collaborato con i nomi più importanti del periodo: Sorelle Fontana, celebre casa romana di alta moda, che ha vestito le più famose dive della seconda metà del Novecento; Fiorucci, dove disegna bozzetti per alcuni costumi da bagno; Gianni Versace, presso il punto produttivo di Novara. Nel tempo incontra un fotografo che pubblica alcuni suoi scatti, calca le passerelle della Fashion Week, fino ad incontrare un maestro della fotografia, Giovanni Gastel, massimo esponente della fotografia italiana, che ne crea il personaggio eclettico e dandy. Piero Chiambretti lo vuole nel suo programma televisivo “La Repubblica delle Donne” sfoggiando una gonna scenica, provocazione per promuovere i diritti di uguaglianza verso tutti senza distinzioni.
Caterina – Caro Mirko, ci conosciamo da alcuni anni e ti seguo sempre con interesse. Conosco la tua umiltà mista a determinazione. Raccontami la tua miglior qualità.
Mirko – Dicono in molti che sia l’umiltà ma io sostengo che la mia migliore qualità è quella di avere molta inventiva trasformando alcune cose in arte. Avendo viaggiato molto ho visitato musei e città catturando immagini, tutto ciò che per me era il bello dell’arte utilizzandola e trasferendola in alcuni campi artistici: l’arte negli esseri umani è innata, un po’ come lo stile o l’eleganza, ci nasci.
Caterina – Per antitesi svelami il tuo peggior difetto.
Mirko – E’ quello di sottovalutarmi o abbattermi ed essere a volte un po’ permaloso ma questo perché la vita e le persone mi hanno a volte regalato attacchi e giudizi inutili a volte perché incompreso. In compenso la mia caparbietà mi ha insegnato che ci si può fermare, inciampare, ferirsi e proseguire. Ogni evento che accade sul nostro percorso, bello o brutto, non è frutto del caso ma esperienza di vita.
Caterina – Sei diventato una icona dandy per il tuo stile fuori e dentro le scene fotografiche. Conosco la tua signorilità e la tua profonda sensibilità, che spesso tieni nascoste. Una frase di Bruno Munari mi ha da sempre colpita: “Niente passa tanto di moda come la moda”.
Tu che hai uno stile ricercato e senza tempo, quale idea hai della moda e della sua evoluzione.
Mirko – Credo che la moda sia arte da poter trasmettere a chi sa indossarla. Per me personalmente è anche un mezzo di comunicazione. Nella moda non è facile rimanere di moda! L’evoluzione della moda è sempre una sperimentazione futuristica. Moda è una trasformazione del pensiero, della cultura, riuscendo anche a volte a rivoluzionare e condizionare la società. Come esempio ricordo il tempo della seconda guerra mondiale nel quale le riviste femminili iniziarono a lanciare la moda con continue trasformazioni ed evoluzioni fino ai giorni nostri. Non so dove ci porterà tutto questo ma è sicuro che oltre lo stile arriveremo anche ad un nuovo concetto di eco-sostenibilità dovuta anche alla ricerca su nuovi tessuti e materiali.
Caterina – Io stessa ho posato per alcuni fotografi da giovanissima ma ero molto timida. Mi ci voleva molto tempo per sentirmi a mio agio. Tu cosa senti quando posi per uno scatto?
Mirko – Credo sia una domanda intelligente che non mi hanno mai posto. Iniziamo a dire che dipende dal fotografo: importante è capire cosa cerca e cosa vorrebbe esprimere con la mia immagine. Molte volte sono i fotografi stessi a fidarsi della mia arte espressiva. Essendo un soggetto molto teatrale e fotogenico, il merito va alla bravura dei maestri fotografi che riescono a trarre ogni espressione e suggestione con luci sapienti ed inquadrature sempre innovative. Uno degli incontri più affascinanti è stato quello con chi considero il massimo esponente della fotografia italiana, Giovanni Gastel, persona estremamente umile come i veri grandi artisti, capace di guidarmi nelle emozioni prima di immortalarmi sullo scatto. Quando poso penso di poter trasmettere una emozione forte: disagio, serenità, dubbio, creando comunque un senso, un significato. Per questo ogni immagine è accompagnata da una didascalia che rappresenta il pensiero del momento, creando un connubio creativo che lascia spazio alle emozioni dell’osservatore.
Caterina – Parlare di futuro in questo momento buio è azzardato, ma tu sei una persona coraggiosa quindi ti domando: come vedi il tuo futuro?
Mirko – Questa domanda, in questo periodo, è veramente pazzesca nella sua semplicità. Il mio futuro l’ho creato con la nascita di mia figlia Sofia India, l’essenza della mia vita. Ti confido che avrei ancora qualche piccolo sogno, sempre fotografico: spero un domani di poter fare una mostra fotografica a Novara che parli di emozioni e sentimenti oppure di poter essere immortalato dal grande Oliviero Toscani, famoso per le sue campagne pubblicitarie non convenzionali. Si dice che la vita sia un sogno e noi tutti ogni sera aspettiamo di rivivere un bellissimo sogno che si trasformi in realtà, togliendo queste mascherine che ci hanno privato della più bella curva che il viso possa esprimere: il semplice sorriso simbolo di vita, di futuro e di speranza per il domani.
Grazie Mirko per aver permesso attraverso la tua esteriorità il passaggio al tuo io più profondo, ai tuoi sogni e sentimenti che sono al contempo un augurio di speranza, un domani possibile per tutti noi.
Caterina Zadra
fb Mirko Geco Geco o Istagram DIABOLIKO The count
(Il blog Città di Novara si solleva da ogni tipo di responsabilità soggettiva ed oggettiva rispetto al materiale fotografico pubblicato in questo articolo, in quanto fornito noi dall’ospite intervistato Sig. Mirko Geco Geco).