Nicolas Fonseca, da Novarello al “Monumental” di Buenos Aires

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di Simone Balocco

 

Una regola (non scritta) dell’ingegneria civile recita che per costruire una casa serve costruire prima le fondamenta: senza una base dove appoggiarsi, la casa crollerebbe. Lo stesso discorso si può fare per le squadre di calcio: senza un settore giovanile, la prima squadra non avrebbe un futuro. Il settore giovanile, a qualunque livello, è il serbatoio della prima squadra dove questa pesca per almeno due motivi: a) aiutarla nel momento del bisogno (come tecnica e quantità); b) promuovere la migliore nidiata. Ovviamente per rendere importante e competitivo un settore giovanile servono diversi fattori: fortuna; investimenti; passione; scoprire talenti ovunque.

In questi ultimi venti anni abbiamo letto ed imparato che il settore giovanile è un qualcosa di ineluttabile per una squadra di calcio: lo zenith è rappresentato da La Masia, la sede di allenamento del settore giovanile del Barcellona. Forse un caso limite ed estremo, ma che fa ben comprendere quanto sia importante formare “in casa” i calciatori professionisti del futuro.

In Italia i migliori settori giovanili sono, per tradizione, quelli di Torino ed Atalanta. Le formazioni Primavera (la allora squadre più “vecchie” di un settore giovanile) delle due squadre, nella loro storia, hanno vinto insieme tredici campionati nazionali e otto volte la Coppa Carnevale di Viareggio. Anche Juventus, Roma, Lazio ed Inter hanno settori giovanili molto competitivi (27 campionati totali e venti Coppe Carnevale vinte), ma per tradizione e storia il settore giovanile dei granata e della Dea sono dei fari e dei punti di riferimento. A partire dalla stagione 2018/2019 sono poi nate le “seconde squadre”, formazioni Under 23 di squadre di Serie A impegnate a livello professionistico in Serie C: a oggi esistono le formazioni “B” di Juventus (ex Juventus Under 23 ora Juve Next Gen), Atalanta (Atalanta B) e Milan (Milan Futuro). Sette stagioni fa si parlava anche della presenza della Roma “B” (poi non creata) e la prossima stagione potrebbe (ma il condizionale è molto d’obbligo) esserci anche la seconda squadra dell’Inter.

E a Novara? Il Novara Football Club non ha una squadra “B” e, essendo nato quattro stagioni fa, non ha un settore giovanile molto sviluppato (dovuto al fatto che la società è molto giovane). Il Novara Calcio anche nei suoi anni di Serie C2 aveva un settore giovanile molto importante e anche se la prima squadra era ferma ed immobile nell’allora quarta serie nazionale, tutti sognavano di giocare nella Primavera azzurra e poi giocare con i “grandi”. La squadra aveva come proprio vanto (riconosciuto dagli addetti ai lavori, non solo dai tifosi) il settore giovanile. Settore giovanile che ha reso poi Novarello (il centro sportivo del club con allora sede a Granozzo con Monticello dove si allenavano tutte le squadre e dove aveva sede la società) un punto di riferimento, di analisi e studio.

Da quando esiste questo centro sportivo (29 settembre 2007), le squadre giovanili del club azzurro si sono poste all’attenzione per i loro successi nazionali (due campionati Berretti, un campionato Primavera 2, un titolo nazionale Under 16) togliendosi tante soddisfazioni e tanti ragazzi che poi sono andati a giocare in piazze importanti. La cosa più interessante è stata che tra il 2011 ed il 2021, ben trentaquattro giocatori provenienti dal settore giovanile hanno debuttato (e poi giocato quasi costantemente) in prima squadra. I principali “canterani” sono stati Bruno Fernandes, Paolo Faragò, Lorenzo Montipò, Francesco Vicari, Lorenzo Dickmann e Tommaso Barbieri.

Dove è nato questo miracolo targato Novara? Nasceva da una parola stra-abusata nel mondo del calcio: programmazione. La società azzurra in quegli anni aveva investito molto nel proprio settore giovanile non solo nei giocatori, ma anche nei mezzi creando una fitta rete di osservatori che, in giro per l’Italia e l’Europa, hanno portato nella terra del riso e delle zanzare ragazzi dal grande avvenire, plasmandoli come giocatori professionisti.

La partita del Novara Calcio con più giovani del settore giovanile in campo è stato il match di Coppa Italia di Lega Pro contro il Como al “Sinigaglia” quando, nei sedicesimi di finale giocati il 22 ottobre 2014, l’undici titolare guidato da Domenico Toscano contava otto giocatori provenienti dal settore giovanile azzurro tra i titolari e altri tre in panchina.

Dei trentaquattro giocatori appena citati, uno ora è in Premier League (Bruno Fernandes), uno in Serie A (Lorenzo Montipò) e uno nella massima serie argentina, la Primera División: Nicolas Fonseca. E proprio lui è il protagonista della nostra storia.

Figlio primogenito di Daniel, attaccante uruguaiano noto per aver giocato in Italia tra il 1990 ed il 2001 e con le maglie di Cagliari, Napoli, Roma e Juventus, Nicolas Fonseca il prossimo 19 ottobre compirà 27 anni ed è nel pieno della maturità calcistica. Anche lui partito da Novarello, oggi è la punta di diamante di una delle squadre più importanti non solo a livello sudamericano ma mondiale, il River Plate, squadra argentina della capitale Buenos Aires.

Oltre a Nicolas, Daniel Fonseca ha un altro figlio, Matias, prossimo ai 24 anni ed in forza agli uruguaiani del Montevideo Wanderers come attaccante. Entrambi i “Fonseca boys” sono nati a Napoli e hanno la doppia cittadinanza italiana e uruguaiana.

Focalizziamoci su Nicolas, arrivato a Novarello nel 2018 dalle giovanili dal Milan in cui giocava da due anni. Centrocampista centrale alto e strutturato, Fonseca ha vinto il campionato “Primavera 2” con il Novara nella stagione 2017/2018, venendo promosso nella massima serie del massimo campionato giovanile nazionale. Peccato che la prima squadra in quella stagione sia retrocessa dalla Serie B alla Serie C e la squadra si è “sciolta” diventando “Berretti” nel campionato successivo in quanto al campionato “Primavera 1” partecipano solo le squadre che hanno una prima squadra in Serie A e/o in Serie B, non in Serie C, vanificando perciò la vittoria di quel campionato da parte dei ragazzi di Giacomo Gattuso.. Per la stagione successiva, il Novara Calcio decise di portare in prima squadra tantissimi giocatori di quella “Primavera 2”, facendoli giocare in maniera costante o comunque convocandoli spesso in panchina. Stiamo parlando dei vari Bove, Nardi, Bellich, Beye, Cordea e Stoppa.

Nico Fonseca ha debuttato in maglia azzurra il 2 dicembre 2018 in campionato contro la Virtus Entella e tre giorni dopo in Coppa Italia contro il Pisa: nella stagione 2018/2019, il centrocampista classe 1998 ha giocato otto partite, di cui due sole da titolare (quella del debutto allo stadio “Comunale” di Chiavari e quella contro i toscani nella coppa nazionale).

Nel gennaio 2020 però le strade di Nico Fonseca e del Novara Calcio si sono divise. O meglio, rescissione contrattuale e giocatore libero di accasarsi dove voleva e squadra che perdeva (praticamente) il giocatore a zero. Il motivo dell’addio anticipato rispetto alla scadenza del contratto è stato dovuto (presumibilmente) al fatto che l’allora numero 21 della squadra allenata da Simone Banchieri non trovava spazio, con un centrocampo blindato da Buzzegoli, Collodel, Bianchi, Schiavi e Cassandro (terzino destro “usato” come esterno nel 3-5-2 del tecnico torinese). Del resto questa è anche la Serie C: una categoria dove i giovani fanno fatica ad emergere perché non trovano tantissimo spazio, superati non solo da giocatori più maturi, ma anche da giocatori con più partite giocate in terza serie. Fonseca ha lasciato il Novara Calcio dopo 20 partite totali in due stagioni (e mezzo) in azzurro. Un vero peccato per entrambi, giocatori e squadra.

Fonseca è rimasto senza squadra fino al 2022 quando ha preso un aereo ed è partito alla volta del paese natio del padre, venendo tesserato dal River Plate di Montevideo, partecipante allora al campionato uruguaiano. Dopo sette partite, il passaggio ai Montevideo Wanderes, ancora nella massima serie uruguaiana. In maglia bianconera rimase una stagione e mezza e nel 2024 l’approdo al River Plate…più famoso, quello di Buenos Aires. A volerlo il ds dei Millonarios, Enzo Francescoli, ex giocatore del club della capitale, già compagno di squadra di Daniel Fonseca due anni a Cagliari ed icona del calcio uruguaiano. Francescoli rimase colpito dalla bravura e dalla tecnica di Fonseca junior e lo portò in maglia biancorossa. Fonseca sarebbe strato agli ordini di Martín Demichelis, da un anno alla guida dal club bonaerese con cui aveva vinto il campionato ed in carriera difensore dello stesso club, oltre che di Bayern Monaco e Manchester City.

Nicolas Fonseca ha debuttato nel River Plate il 28 gennaio 2024 contro l’Argentinos Juniors in Copa de la Liga Professional de Futbol (la “loro” Coppa di Lega, un trofeo che da noi non c’è), mentre in Copa Libertadores (la Champions League sudamericana) aveva debuttato con il botto: subito in gol alla prima partita contro gli ecuadoregni del Deportivo Tachira con una gran rete da oltre 30 metri.

Così facendo, Nicolas Fonseca è diventato il secondo giocatore che ha giocato nella Serie A argentina dopo avere giocato a Novara dopo Emanuel Gigliotti (in azzurro nella stagione 2010/2011 e poi tra il 2011 ed il 2019 con All Boys, San Lorenzo de Almagro, Colon Santa Fé, Boca Juniors e Independiente de Avellaneda).

Giocatore a oggi insostituibile, Daniel Fonseca si sta facendo spazio nella Serie A argentina e ha avuto l’onore di indossare per tre volte la maglia della Celeste: il suo debutto il 10 settembre 2024 in Venezuela in una partita di qualificazione al Mondiale del 2026 giocando quasi tutta la partita contro la Vinotinto. Essendo in possesso della doppia cittadinanza, non aveva mai nascosto la volontà di vestire un giorno i colori dell’Italia, ma il fatto di non giocare più da noi lo ha spinto ad optare per la maglia che il padre aveva indossato trenta volte (con dieci reti) e con cui ha preso parte a Italia ’90 e alla Copa America 1995 (sconfitta negli ottavi di finale contro l’Italia ai Mondiali, vittoria della manifestazione continentale organizzata proprio in Uruguay cinque anni dopo).

Cresciuto con il mito di Juan Sebastian Veron e Andrea Pirlo, gli anni novaresi di Nico Fonseca sono stati passati al fianco in allenamento di Daniele Buzzegoli da cui il giocatore uruguaiano ha imparato molto.

Il livello (tecnico) tra la massima serie argentina e quella italiana è enorme (in favore della nostra Serie A, ovviamente) e speriamo che ciò che l’allora direttore sportivo del settore giovanile del Novara Calcio, Mauro Borghetti, e l’allora allenatore della Primavera, Giacomo Gattuso, hanno trasmesso a Nico Fonseca possa portarlo in giro per tutto il Sud America e chissà mai che un giorno possa tornare ancora una volta in Italia, magari in Serie A, e tornare anche solo una volta a Novarello e vedere quanta strada ha fatto in carriera.

 

 

 

 

 

 

 

immagine in evidenza a sinistra tratta da www.vanovarava.it e quella a destra da www.calciozz.it