di Simone Balocco
Domenica il match clou dell’undicesima giornata del girone A di Serie D sarà quello del “Piola” di Novara dove i padroni di casa del Novara FC affronteranno il Casale. Gli azzurri domenica hanno perso a Sanremo 3-2, mentre i nerostellati hanno vinto in casa 2-0 contro il Fossano. Dopo dieci turni (compreso il recupero pareggiato dalla squadra di mister Marco Sesia a Sestri Levante), il Novara FC è quarto in classifica, mentre la squadra della capitale del Monferrato è seconda ad un punto dalla capolista Chieri. L’incontro di viale Kennedy sarà un banco di prova per entrambe le formazioni ritenute le più attrezzate per la vittoria del campionato e la promozione in Serie C.
Ma se si parla di Novara e Casale, la mente va, senza se e senza ma, ad una grande parte di storia del calcio di un tempo: l’epoca pionieristica. Per dirla con Francesco de Gregori, “quando si correva per rabbia o per amore”, anche se lui si riferiva al ciclismo e non al football. Ma il concetto è la stesso: altri tempi, tempi che furono, tempi storici ed iconici. Novara e Casale sono parte di quello che è stato chiamato Quadrilatero del calcio piemontese: tra gli anni Zero, Dieci e Venti del secolo scorso il meglio del calcio italiano non era solo rappresentato dal calcio torinese, milanese e genovese, ma a dire la loro c’erano Novara e Casale uniti agli altri due “cugini”, le bianche casacche della Pro Vercelli ed i grigi dell’Alessandria.
A dire il vero però le due squadre che scenderanno domenica in campo in viale Kennedy sono due squadre diverse rispetto a quelle originali del Quadrilatero: il Novara FC è nato lo scorso 20 agosto e ha preso il posto nel cuore dei tifosi del Novara Calcio estromesso lo scorso 9 agosto dal calcio professionistico dopo 113 anni di storia; il Casale è l’”erede” di quell’AS Casale che nell’estate 2013 è stato escluso dalla Serie D per inadempienze e che è dovuto ripartire dal campionato Promozione.
Domenica sarà la prima volta che le due squadre si affronteranno, ma per motivi “sentimentali” si fa finta che Novara Football Club e FCB Casale siano le due squadre storiche ed iconiche del Quadrilatero.
Novara e Casale non si incontrano in partite di campionato addirittura dalla stagione 1992/1993, campionato di Serie C2. L’ultimo precedente al “Comunale” di Novara (non ancora intitolato alla memoria di Silvio Piola in quanto…vivente) risale al 21 marzo 1993 e la partita si chiuse sul punteggio di 1-1 con i gol di Calemme per i monferrini e di Balesini per gli azzurri allora allenati da Gigi Delneri. Il Novara in quel campionato si piazzò al terzo posto in classifica a due punti dal Fiorenzuola secondo e promosso direttamente in Serie C1 insieme al Mantova, mentre il Casale si piazzò all’ottavo posto.
Da allora il vuoto fino al 28 luglio 2016 quando, anche se in un contesto amichevole estivo, si organizzò un’amichevole benefica al “Natale Palli” tra il Casale di Ezio Rossi neopromosso in Serie D ed il Novara Calcio di Roberto Boscaglia che si apprestava a disputare il suo trentatreesimo campionato di Serie B della storia. Si impose il Novara per 5-0 (con reti di Buzzegoli, Adorjan, Dickmann e doppietta di Galabinov) e l’incasso della partita (oltre 10mila euro per 2.200 biglietti staccati) è stato devoluto interamente alla Fondazione Uspidalet, una Onlus impegnata da anni nella raccolta fondi da destinare a progetti in favore degli ospedali di Alessandria e che, ironia della sorte, ha sede a Vercelli, altra città del Quadrilatero. Ma domenica si farà sul serio, essendoci in palio i tre punti.
Sicuramente da Casale Monferrato arriverà un nutrito numero di tifosi, vista la vicinanza delle due città (45 chilometri circa) ed il fatto che i nerostellati sono secondi in classifica. E poi perché le due squadre non si affrontano (in campo come sugli spalti) da quasi trent’anni, risultando il match che non si disputa da più tempo tra le squadre del Quadrilatero del calcio piemontese.
Ma che cos’è questo “Quadrilatero del calcio piemontese”? Innanzitutto è storia. Storia di uno sport che da oltre cinquant’anni entra nelle nostre case tramite la tv e che ha cambiato gli usi e i costumi della nostra società. Non a caso, si dice che in Italia il calcio sia lo sport nazionale perché quello più praticato, più seguito, amato, più discusso. Ma anche il più detestato (da chi non lo segue e ama, ovviamente).
Se si parla di Quadrilatero, si torna indietro di oltre cento anni, a quando i campi non erano come quelli di oggi, quando le divise da gioco non erano come quelle di oggi, quando i palloni erano di cuoio, quando si andava a giocare in bicicletta, quando si portava la schisceta anche in trasferta e si guardavano le partite dagli spalti con il cappello, il paltò, la giacca e la cravatta perché la domenica era un giorno sacro in tutti i sensi e ci si doveva vestire bene.
Allora le squadre più forti erano Genoa, Inter, Milan e Juventus, ovvero squadre di città molto grandi, ma tra queste c’erano quattro squadre piemontesi che dicevano la propria: la Pro Vercelli aveva vinto tra il 1908 ed il 1922 sette scudetti, il Casale aveva vinto il titolo nazionale nel 1914, l’Alessandria aveva vinto nel 1927 la Coppa Coni (una sorta di Coppa Italia, anche se la prima edizione era datata 1922) contro i “cugini” casalesi, mentre Novara, nonostante fosse una buona squadra, non aveva mai superato la fase a gironi dei campionati di Prima divisione. E di pari passo molti giocatori di queste squadre erano convocati in Nazionale: tra il 1934 ed il 1938, la nostra Nazionale vinse due titoli mondiali ed un titolo olimpico e tra ben otto giocatori avevano militato nelle squadre del Quadrilatero: Giuseppe Cavanna, Pietro Ferraris, Eraldo Monzeglio, Umberto Caligaris, Virginio Rosetta, Silvio Piola (nipote di Cavanna e che giocherà nel Novara tra il 1947 ed il 1952), Giovanni Ferrari, Luigi Bertolini ed Angelo Mattea (vice- di Pozzo a Berlino ’36).
Per comodità, si fa uscire il calcio italiano dal pionierismo con l’introduzione del campionato a girone unico, la cui prima edizione si è disputata nella stagione 1929/1930 mentre lo scudetto sul petto era “in vigore” dalla stagione 1924/1925.
Dalla stagione 1929/1930 a oggi, tutte le squadre del Quadrilatero hanno giocato almeno una stagione in Serie A. Di queste, le squadre in campo domenica hanno due particolarità: da una parte, la squadra che ha giocato più recentemente in Serie A (il Novara nella stagione 2011/2012), dall’altra quella che manca da più tempo dal nostro massimo campionato (il Casale nella stagione 1933/1934, per cui è anche la squadra che manca da più tempo di tutte).
Solo in tre campionati le quattro squadre si sono ritrovare a giocare contemporaneamente nella stessa categoria: nella Serie B-C Alta Italia della stagione 1945/1946, nella Serie C 1977/1978 e nella Serie C2 1986/1987.
La Regione Piemonte, con la legge n. 16 del 23 giugno 2021, ha stabilito che il 2 ottobre di ogni anno è “la giornata dedicata al Quadrilatero piemontese, al fine di preservarne la memoria storica, di diffonderne la conoscenza e di rendere omaggio al valore etico-sportivo” Ed infatti nel week end del 2 e 3 ottobre scorsi, in occasione delle partite di campionato, i capitani delle quattro squadre (Giuseppe Prestia per l’Alessandria, Alberto Masi per la Pro Vercelli, Pablo Andrés Gonzalez per il Novara, Maulary Martin per il Casale) sono scesi in campo con una patch speciale sulle loro maglie in ricordo del Quadrilatero. La data non fu casuale: il 2 ottobre 1921 si giocò la prima giornata del campionato di Prima divisione cui le quattro squadre presero parte in due gironi distinti (girone A Pro Vercelli e Novara, girone B Alessandria e Casale).
Come sono nate Novara e Casale? Il Novara è stato fondato il 22 dicembre 1908 da otto studenti facenti parti di diverse squadre cittadine che vollero unire in una sola squadra il football novarese, mentre il Casale è nato l’anno dopo dall’idea di Raffaele Jaffe, docente in un istituto superiore casalese, dopo aver visto giocare i propri allievi in un paese poco distante dal centro monferrino appassionandosi in maniera incredibile a quello sport nato in Inghilterra.
Il Novara Calcio giocò le sue partite nel campo di via Lombroso (oggi scomparso come la via), tra il 1931 ed il 1975 ha giocato al “Comunale” di via Alcarotti e dal gennaio 1976 gioca al “Comunale” di viale Kennedy intitolato alla memoria di Silvio Piola dal 1997; il Casale si destreggiava tra i campi Priocco, della Furnasetta e dal 1921 gioca le sue partite interne allo stadio “Natale Palli”.
Idoli delle due squadre sono stati, in età Quadrilatero, Ettore Reynaudi, Mario Meneghetti, Enrico Migliavacca e Giustiniano Marucco per il Novara (tanto da essere convocati per le Olimpiadi di Anversa del 1920); i fratelli Gallina, Giuseppe Parodi (anche lui convocato per Anversa ’20), Angelo Mattea ed Eraldo Monzeglio per il Casale.
Il Casale era conosciuto allora anche fuori dai confini nazionali perché il 14 maggio 1913 aveva battuto una squadra inglese, il Reading: i nerostellati sono stati la prima squadra italiana a sconfiggere una compagine inglese e, con le reti di Varese e Garasso, i nerostellati avevano sconfitto quella squadra giunta in Italia per disputare una tourné che l’aveva vista vincere contro il Genoa, la Pro Vercelli e la Nazionale italiana ma non contro la squadra allora presieduta da Oreste Simonotti.
Se il Novara conta oggi 13 presenze in massima serie ed è davanti a trentuno squadre delle 67 squadre che hanno partecipato finora alla Serie A, il Casale (che non gioca in Serie A dai tempi del primo titolo mondiale della nostra Nazionale) ha più presenze in Serie A di due squadre militanti oggi in massima serie (Salernitana e Spezia).
Domenica al “Piola” saranno di scena non solo due squadre in cerca dei tre punti, non solo due tifoserie che non si “affrontano” da ventotto anni sugli spalti ma sarà di scena la storia del calcio nazionale. Farà sorridere ai più questa affermazione, ma davvero Novara e Casale sono state “università del calcio”. Le basi del nostro calcio.
Saranno azzurri contro nerostellati, paniscia contro agnolotti, biscottini contro krumiri, San Gaudenzio contro Sant’Evasio, Agogna contro Po, Colline novaresi contro Monferrato. Due squadre che compongono il Quadrilatero, una gran bella pagina di calcio. Un calcio in bianco-e-nero, di lotta, sudore e rivalità fortissime dove si faceva di tutto per portare a casa la vittoria. E pazienza se oggi militano in Serie D: Novara e Casale sono il football. Che piaccia o meno.
Ed è anche per questo che ai tifosi del falco e del cinghiale (le mascotte di Novara e Casale) possono togliere tutto, ma non le loro squadre di calcio.
immagine in evidenza tratta da www.vanovara.it