Novara Football Club 2021/2022: i momenti da ricordare

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di Simone Balocco

 

Con il pareggio 0-0 a Gozzano ed il contemporaneo pareggio del Sestri Levante a Sanremo al 93’, il Novara FC, a due giornate dal termine del campionato, il 1° maggio 2022 ha vinto matematicamente il girone A di Serie D ed è stato promosso in Serie C. E’ stato un campionato elettrizzante, bello, sofferto, non tecnicamente avvincente ma la squadra di Marco Marchionni si è guadagnata la prima posizione in classifica il 21 novembre, alla dodicesima giornata, e ha mantenuto il comando della classifica fino all’ultima giornata, coronata con la netta vittoria casalinga per 3-1 contro il Derthona. La vittoria del girone ha portato la squadra azzurra a giocare la poule scudetto, che si è chiusa per gli azzurri sabato 11 giugno perdendo in casa contro la Recanatese, che si giocherà il titolo di campione d’Italia dilettanti mercoledì 15 giugno contro il Giugliano.

La squadra del Presidente Ferranti ora ha davanti l’intera estate per costruire una squadra attrezzata per fare un grande campionato da protagonista.

Intanto vediamo cosa è degno da ricordare di questo campionato

 

La nascita del Novara FC

Partiamo con un inciso: il Novara Football Club non ha nulla a che vedere con il Novara Calcio. Il Novara Calcio, passato il 31 maggio 2022 nelle mani di Leonardo Pavanati dopo aver rilevato, proprio quel giorno, l’80% delle quote del Novara Calcio da Maurizio Rullo, il 26 luglio successivo è stato estromesso dal campionato di Serie C e dal professionismo. Finiva nel peggiore dei modi una storia calcistica iniziata il 22 dicembre 1908 e che fino a quel momento non aveva mai visto la squadra militare nelle serie dilettantistiche durante il corso della sua storia. Con il Novara Calcio fuori dai giochi, l’11 agosto scorso il sindaco di Novara, Alessandro Canelli, aveva fatto un bando affinché potesse nascere a Novara una nuova squadra che avrebbe riportato il calcio giocato in città. Ad aggiudicarsi quel bando era stato un imprenditore romano del ramo dei software per giochi on line, Massimo Ferranti, che, come da regolamento, aveva presentato poi domanda di ammissione della società entro il 24 agosto unita ad una lettera da parte del sindaco e versando anche la cospicua somma iscrizione al campionato.

I tifosi del Novara Calcio riversarono su questo signore romano alto, con la barba bianca e gli occhiali il loro destino. Il Novara Football Club (questo il nome della nuova società) era nato venerdì 20 agosto presso uno studio notarile a pochi passi dalla Cupola di San Gaudenzio. Questa società non solo non aveva nulla a che spartire con il Novara Calcio, ma non aveva proprio nulla: maglie, dirigenti, staff tecnico e giocatori. Non sapeva neanche in quale categoria avrebbe giocato: l’unica cosa che aveva era la possibilità di giocare allo stadio “Piola”, perché il sindaco aveva stabilito che poteva giocare nell’impianto comunale solo società di calcio attive.

Il 3 settembre il Novara FC è stato ammesso al campionato di Serie D ed il pomeriggio del 6 settembre sono iniziati gli allenamenti al “Piola”. Nel mentre era stato scelto il direttore sportivo (Giuseppe di Bari), l’allenatore (Marco Marchionni) e si era allestito, più o meno in fretta e furia, una rosa di giocatori. Il 12 settembre il Novara FC giocò la sua prima partita della storia: il turno preliminare di Coppa Italia di Serie D contro il RG Ticino, ovvero la sua prima partita della storia e contemporaneamente la sua prima partita ufficiale. E la domenica successiva sarebbe iniziato il campionato in casa contro l’Asti. Il Novara FC iniziava la stagione però con un forte handicap: giocare le prime partite stagionali con un ritardo di oltre un mese e mezzo rispetto alle squadre avversarie. I giocatori si erano comunque allenati per conto loro tutta l’estate, ma un conto era allenarsi da soli ed un conto è farlo in un contesto di squadra.

Alla fine è stato un vero “miracolo sportivo”, visto che tra la nascita della società (20 agosto 2021) ed il pareggio di Gozzano (1 maggio 2022) erano passati solo 254 giorni.

 

Il “Ricominciamo!” suonato all’ingresso in campo di Novara FC-RG Ticino del 12 settembre 2021

Da sempre, quando il Novara e la sua squadra avversaria entrano in campo, dalle casse dello stadio escono le note di una canzone: nel caso del Novara Calcio prima e Novara FC la canzone è stata “I got the feeling” dei Black Eyed Peas. Ma il 12 settembre, con l’ingresso in campo del Novara FC nella sua prima storica partita, dalle medesime casse è uscita una canzone che non era quella dei BEP ma una canzone italiana molto iconica: “Ricominciamo”, hit di Adriano Pappalardo del 1979. Si è deciso che per l’entrata della prima partita del Novara FC dovesse “partire” questa canzone, simbolo di rinascita e ripresa del calcio a Novara. Ripresa del calcio che fino al 20 agosto si temeva non poteva esserci. La ripresa c’è stata e la hit di Pappalardo era la canzone ideale per riprendere quel cammino che sembrava essersi interrotto non appena il Collegio di garanzia del Coni aveva stabilito che il Novara Calcio dovesse sparire dal professionismo. Quel caldissimo 12 settembre, sia climaticamente sia moralmente, rimarrà nella storia dei tifosi novaresi. Se il 3 novembre 1912 contro il Torino debuttava ufficialmente il Novara in campionato, 110 anni dopo una nuova realtà iniziava a muovere i suoi primi passi…su un campo di calcio. Un cammino che ha toccato l’apice il 1° maggio scorso con il pareggio-promozione di Gozzano e che non vuole fermarsi più. Del resto:

“Io non posso restare/seduto in disparte/né arte né parte/non sono capace/di stare a guardare/questi occhi di brace/e poi non provare/un brivido dentro e correrti incontro gridarti ti amo/Ricominciamo!”.

“Ricominciamo!” ha accompagno l’ingresso in campo del Novara FC il 19 settembre contro l’Asti per la prima partita di campionato, ha caratterizzato la festa al “Piola” del 1° maggio e la festa promozione in piazza martiri del 22 maggio.

 

La scoperta di Dardan Vuthaj e il suo senso del gol

Milot è una cittadina albanese a sessanta chilometri dalla capitale Tirana. Nessuno a Novara e provincia sapeva fino ad inizio settembre dove fosse questa città albanese. I tifosi del Novara FC scoprirono questa città perché vi era nato il nuovo attaccante della squadra, Dardan Vuthaj, ventisei anni ed i capelli ossigenati. Lo scoprirono guardando il suo curriculum: giovanili del Genoa e poi un tour in tante piazze italiane con ultima tappa Rimini, con l’attaccante in gol per 21 volte la scorsa stagione. Sarebbe stato il giocatore ideale per la squadra ?

La stagione di Vuthaj è stata clamorosa: 35 partite di campionato giocate, 35 reti segnate tra cui due triplette e sei doppiette. Gol di destro, in acrobazia, di testa, di rapina, di rigore. E con 35 reti segnate, Vuthaj ha frantumato il record di Marco Romano, attaccante azzurro tra il 1934 ed il 1941, che aveva segnato 30 reti nel campionato di Serie B della stagione 1934/1935. Un primato che durava da 87 stagioni che è stato superato a suon di reti gonfiate tra Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta e Liguria.

Un campionato fantastico da parte di un giocatore che è entrato sin da subito nel cuore dei tifosi per via della sua fame di gol. Perché Vuthaj in campo è stato un’iradiddio e ogni volta che lui sbagliava un gol o un compagno sbagliava l’assist per lui o calciava fuori lo “riempiva” di parole. I tifosi vorrebbero che rimanesse ed il giocatore ha espresso in più occasioni la volontà di rimanere a Novara e continuare questa love story con la città e i tifosi. La “palla” ora passa a Ferranti e al nuovo direttore sportivo che sarà (salvo sorprese dell’ultimo) Moreno Zebi, già a Novara tra l’estate 2019 ed il gennaio 2020. Sarebbe bellissimo se dovesse rimanere. Se non dovesse rimanere a Novara, Dardan Vuthaj sarà ricordato per ancora tanti, tanti anni qua. Ma la domanda che tanti si pongono è: come è stato possibile che un giocatore del genere ad inizio settembre fosse ancora senza squadra?

Per la cronaca, la stagione di Dardan Vuthaj è stata di 41 partite e trentasette reti segnate complessivamente. Vuthaj ha segnato almeno un gol a tutte le squadre che il Novara FC ha affrontato in stagione meno due: il San Giuliano City Nova e la Recanatese.

 

Pablo Andrés Gonzalez si lega per sempre a Novara

Quando la Novara calcistica pensa a Pablo Andrès Gonzalez, viene in mente una sola parola: bandiera. L’attaccante argentino, arrivato nell’estate 2009 in città da perfetto sconosciuto, è entrato sin da subito nel cuore dei tifosi per il suo attaccamento alla causa azzurra.

Gonzalez debuttò nel Novara di Tesser in Lega Pro subentrando a Rubino al 52’ di Novara-Sorrento del 30 agosto 2009. Nessuno sapeva chi fosse tale giocatore di 24 anni arrivato dal Grupo Universitario Tandil, quarta serie argentina. Da quella partita, Pablo Andrés Gonzalez ne ha giocate più di trecento (317 per la precisione) e segnando ben 87 reti. Quelle 87 reti sono storiche perché ora si piazza al secondo posto tra i marcatori di tutti i tempi della storia del calcio novarese. La 300° partita l’ha disputata contro l’Imperia e due settimane dopo in casa contro il Ligorna gli è stata consegnata una maglia azzurra speciale: il popolo azzurro si è stretto intorno al suo attaccante e uomo-simbolo, applaudendolo e ringraziandolo per quanto dato e sta dando alla causa novarese.

Soprannominato “puchi” e “cartero”, Gonzalez si è distinto negli anni come il ragazzo della porta accanto: semplice, umile, disponibile, pronto al sacrificio. E non ci ha pensato due volte quando Ferranti gli ha chiesto di rimanere anche in Serie D a fare il capitano, la chioccia per i giovani, il simbolo e la bandiera.

Pablo quest’anno è parso carico e ringiovanito. Ha corso, servito palloni, ha aiutato i compagni anche in difesa. In regular season ha segnato nove reti: ancora una e sarebbe andato in doppia cifra per la settima volta in carriera (quattro volte da quando è a Novara), ma a lui non ha importato molto. L’importante era salire subito in Serie C ed il giusto riconoscimento è stato quando domenica 15, al termine del match contro il Derthona, i rappresentanti della LND gli hanno consegnato la coppa di squadra vincitrice del girone. Una gioia incredibile. Da quando è Novara, Gonzalez ha vinto tre campionati, i play off di Serie B e vinto tre coppe (2 Supercoppe di Lega Pro e la Coppa del girone A di Serie D). Peccato per l’eliminazione in semifinale di poule scudetto (con lui assente perché tornato in Argentina)

 

L’intitolazione della Curva Nord a Giovanni Udovicich ed il gol di Bonaccorsi

Domenica 13 febbraio al “Piola”, prima del match contro l’Imperia, è accaduto un fatto molto importante e di valenza storica: l’intitolazione della Curva Nord a Giovanni Udovicich. L’evento si sarebbe dovuto tenere il 22 dicembre scorso prima di Novara-Chieri, ma si è deciso prima lo slittamento di un mese (alla prima partita casalinga utile successiva degli azzurri) perché quel mercoledì, alle ore 14:30, si sarebbe giocato il turno infrasettimanale (Novara-Chieri) e, visto l’orario particolare, pochi tifosi avrebbero assistito non solo al match ma anche all’evento-inaugurazione. Il Novara FC, affinché potesse affluire più gente allo stadio, aveva chiesto alla Lega Nazionale Dilettanti e al Chieri di tardare il calcio di inizio, ma gli ospiti avevano rifiutato. Si era deciso per il 23 gennaio, giorno di Novara-Borgosesia, ma a causa del rinvio delle prime due giornate dell’anno da parte della Lega dilettanti per il Covid 19 si è deciso di spostare il tutto a domenica 13 febbraio, perché giorno festivo e con molto più pubblico sugli spalti. Alla fine la cerimonia c’è stata all’ingresso della scale che portano in curva ed erano presenti i famigliari dell’ex bandiera azzurra ovvero la moglie Maria Rosa (morta l’11 maggio), i due figli e i nipoti.

Ma chi era Giovanni Udovicich detto “Nini”? Morto il 4 settembre 2019 all’età di 79 anni, Udovicich è tutt’oggi il recordman di presenze con la maglia del Novara Calcio avendola indossata 516 volte in diciannove stagioni consecutive. Una storia d’amore iniziata da…attaccante l’11 febbraio 1958 a Bari e terminata da stopper (come tutte le altre partite da lui giocate) il 30 maggio 1976 contro la Ternana all’allora “Comunale” di viale Kennedy (non ancora intitolato a Silvio Piola).

Diciannove campionati consecutivi, dieci reti, due promozioni e due retrocessioni di cui una molto contestata per un presunto illecito sportivo mai chiarito del tutto: questo è stato Giovanni Udovicich da Fiume in maglia Novara, numero 5 sulle spalle, “pelata” e lunghe leve che gli hanno permesso di staccare in aria prima dell’avversario, colpire di testa e far ripartire l’azione.

Da domenica 13 febbraio, dopo due anni di richieste da parte della tifoseria organizzata al Comune, Udovicich si è visto intitolare la parte più calda dello stadio, la Curva Nord. Da inizio dicembre nella tribuna del “Piola”, inoltre, è collocata una statua ad altezza naturale dello stesso “Nini” realizzata da Cosimo Bertone su commissione dell’ASSA e costruita dalla lavorazione di diverse bottiglie di plastica riciclata e legno.

Molti tifosi però vorrebbero addirittura che lo stadio venga intitolato ad Udovicich: Silvio Piola è stato un grandissimo del calcio italiano, campione del Mondo in Francia nel 1938 e capocannoniere in Serie A con le maglie di Pro Vercelli, Novara e, fino allo scorso 4 novembre, della Lazio, scalzato da Ciro Immobile, mentre Giovanni Udovicich è un patrimonio del calcio novarese perché è stato un esempio di giocatore-bandiera.

Il Novara ha vinto la partita contro l’Imperia 2-1 con gol di Dardan Vuthaj (su ottimo assist di Tentoni) e Samuele Bonaccorsi. Tutti hanno pensato che il gol del centrale novarese fosse stato voluto dal destino perché il giocatore siciliano indossa la maglia numero 5, il numero che ha sempre avuto “Nini” Udovicich in maglia novarese. Peccato che non abbia segnato il gol vittoria proprio sotto la “Nord”: sarebbe stato qualcosa di fantastico.

 

Il derby con RG Ticino

Il Novara Calcio, nella sua ultracentenaria storia, ha affrontato, in partite ufficiali, ben 223 squadre: non ha mai affrontato squadre del Molise e ne aveva affrontata una di uno Stato straniero (il San Marino nella stagione 2005/2006).

Il Novara Football Club ha incontrato ventidue squadre: le diciannove del girone (dieci piemontesi, due lombarde, una valdostana e sei liguri), l’Arzignano Valchiampo ed il San Giuliano City Nova nel girone 1 di poule scudetto e poi i marchigiani della Recanatese, vincitori del girone F e del mini-girone B, in semifinale.

Le squadre piemontesi sono state dieci, di cui due novaresi: il Gozzano e il RG Ticino. Se il Gozzano è una squadra nota al calcio novarese per i suoi due campionati in Serie C nelle stagioni 2018/2019 e 2019/2020 e dopo aver rinunciato ad iscriversi al torneo di terza serie dopo aver vinto lo scorso campionato di Serie D, la vera novità è stata il RG Ticino, squadra che rappresenta i comuni di Romentino e Galliate, 5.600 e 15mila abitanti, nella prima cintura ovest di Novara.

La squadra verde-granata è nata nel 2020 come evoluzione del precedente sodalizio nato nel 2017 dall’unione tra Cerano e Romentinese e lo scorso 27 giugno 2021 aveva vinto il play off promozione al “Piola” di Vercelli contro La Biellese. La squadra del presidente Guido Presta avrebbe giocato la stagione successiva tra i professionisti.

Il RG Ticino è entrato di diritto nella storia del Novara FC in quanto è stato il suo primo storico avversario domenica 12 settembre nel turno preliminare di Coppa Italia di Serie D. Nonostante il Novara fosse a corto di preparazione (il primo allenamento era datato lunedì 6 settembre pomeriggio) e senza una maglia “ufficiale”, gli azzurri si sono imposti 3-0 con i sigilli di Gonzalez, Vaccari e Tentoni.

In campionato, la partita di andata si è giocata al “Piola” mercoledì 20 ottobre e ha visto un bel colpo d’occhio perché nel settore ospiti c’erano diversi tifosi del RG, mentre il match di ritorno si è giocato al “Beretta-Muttini” di Romentino il 27 febbraio e ha visto le due squadre chiudere sullo 0-0. Particolarità dell’evento: biglietti sold out in tutti i settori con i “Nuares”, la parte del tifoso più calda del “Piola”, appollaiati a ridosso del campo da gioco e non sugli spalti, in accesa polemica contro la società di casa per il prezzo del biglietto nel settore ospiti. Questi tifosi, vista la breve distanza tra Novara e lo stadio romentinese, si sono recati al “Beretta-Muttini” in bicicletta

Il RG Ticino ha chiuso il campionato al diciassettesimo posto con 44 punti e ha dovuto disputare i play out contro il Fossano al “Pochissimo” il 22 maggio. Purtroppo il RG Ticino ha pareggiato 2-2 e la squadra verde-granata è retrocessa in Eccellenza. Delle iniziali tre novaresi ai nastri di partenza questa stagione, solo il Gozzano terrà alto il nome calcistico della provincia la prossima stagione in Serie D.

 

Il ritorno alla normalità sugli spalti: la campagna abbonamenti

La stagione 2021/2022 è stata molto importante per il calcio italiano perché gli spettatori sono potuti tornare sugli spalti: complice la forte diminuzione di contagi e la massiccia vaccinazione contro il Covid 19 nel nostro Paese, si è permesso il ritorno dei tifosi negli stadi. E pazienza se solo dopo 1° aprile si è potuto aprire al 100% della capienza, ma finalmente si è tornato piano piano alla normalità. Gli stadi vuoti hanno accompagnato il calcio (italiano e non) dal 10 marzo 2020 in avanti e ora si può tornare alla normalità (almeno sugli spalti), anche se la guardia contro la pandemia è ancora alta e l’OMS non ha ancora dichiarato terminata la pandemia.

L’ultima partita al “Piola” pre-Covid del Novara risale al 9 febbraio 2020, con la vittoria casalinga contro il Gozzano. La settimana dopo, con la partita di Gorgonzola contro l’Albinoleffe (persa 1-0), si era chiuso il campionato e si era tornati poi in campo il 30 giugno successivo con i play off con il match casalingo ancora contro l’Albinoleffe, ma a porte rigorosamente chiuse poiché, causa la pandemia, era vietato da marzo l’accesso ai tifosi negli stadi.

Nella stagione 20/21 in due occasioni si era aperto il “Piola” ai tifosi, anche se inseriti nel settore ‘’tribuna’’.

Il 12 settembre scorso, in vista del match di Coppa Italia di Serie D contro il RG Ticino, era stato aperto il solo settore ‘’distinti’’ e i tifosi del Novara, con mascherina indossata e green pass alla mano, hanno avuto accesso al settore e hanno potuto vedere dal vivo quella partita.

Visto che i tifosi potevano accedere agli spalti (previa sempre mascherina indossata e green pass alla mano), il Novara FC ha aperto in data 18 settembre la campagna abbonamenti. Particolarità: prezzi ultrapopolari, con curva a 10 euro, distinti a 20 euro, rettilineo a 35 euro e 50 euro la tribuna coperta. In tempi normali, i prezzi sarebbero stati almeno il doppio (forse il triplo), ma il Presidente Ferranti ha voluto che più tifosi azzurri potessero abbonarsi e seguire la nuova squadra. E la politica dei prezzi ribassati ha premiato il club perché il risultato è stato eclatante: 3.169 abbonamenti staccati. Record non solo per la piazza azzurra, ma anche per il girone A dove è stata inserita la squadra di Marchionni. Un successo incredibile con tifosi in coda anche di sera per accaparrarsi il tanto agognato abbonamento dopo quasi due anni di…nessun abbonamento.

 

La ‘’cinquina’’ della Sanremese

Il 27 marzo 2022 sarà un giorno che i tifosi del Novara FC non dimenticheranno facilmente. Il motivo è semplice: il Novara FC quella domenica è tornato sulla terra e ha capito che la Serie D è un campionato mai scontato, banale e…rilassante. Alla luce del risultato di Vado di settimana prima (0-1 con gol di Gonzalez), il Novara FC si apprestava ad ospitare al “Piola” la Sanremese di mister Andreoletti, seconda in classifica e staccata di nove punti dai Marchionni boys. Doveva essere la partita della svolta: un poderoso +12 contro l’avversaria più accreditata e campionato “chiuso” in anticipo di oltre un mese per la promozione diretta in Serie C.

Lo stadio novarese ha visto quel giorno una buona cornice di pubblico unita ad un caldo pomeriggio primaverile e la promozione dei biglietti per assistere al match (due biglietti per un settore al prezzo di uno).

La partita si è messa subito in discesa al 16’ con il vantaggio azzurro di Vuthaj sotto la “Nord”. Le due squadre sono andate negli spogliatoi sul punteggio di 1-2 con le reti matuziane di Gagliardi e La Rotonda. Partita vibrante e risultato nel complesso giusto: si sarebbe deciso tutto nella ripresa. I tifosi novaresi hanno pensato che nel secondo tempo, complice la garra azzurra e magari una Sanremese in difficoltà giocando davanti a oltre 4.000 spettatori, gli azzurri avrebbero vinto in rimonta.

Al minuto 90 la situazione era peggiorata perché la Sanremese si era portata sull’1-5 in otto minuti con i gol di Valagussa (82’) e doppietta di bomber Anastasia (88’ e 90’).

Una sconfitta amara che ha lasciato basiti tutti: in tutto il campionato, nessuna squadra aveva dato quattro gol di scarto al Novara FC, la “corazzata” del girone. C’è da tornare al 2 maggio 2021 quando, contro l’allora Novara Calcio, il Como si impose addirittura 5-0 o in Serie A quando è stata la Juventus, il 28 aprile 2012, a dare quattro “pere” al Novara Calcio.

Contro la Sanremese, il Novara FC ha recriminato per un rigore su Vuthaj (netto) sul punteggio e per un fallo di mano di un difensore su tiro di Diop, ma nel calcio chi prende cinque “pere” in casa non deve dire nulla e deve analizzare il risultato a mente fredda. Tra l’altro la Sanremese è stata l’unica squadra a sconfiggere il Novara FC sia all’andata (3-2 al “     Comunale”) sia al ritorno. Eppure quella sconfitta tremenda è stato il vero toccasana per la squadra perché da lì al termine del campionato il Novara FC ha totalizzato 23 punti (su 27), segnando 20 gol e subendone solo due. Tra il gol di Anastasia al minuto 90 di Novara-Sanremese e la rete di Ponsat del Chieri, il Novara ha tenuto la porta inviolata per 716’, record stagionale.

La Sanremese ha chiuso il campionato a otto punti dal Novara al secondo posto, ha disputato i play off, perdendo la finale play off contro il Città di Varese. I liguri giocheranno ancora dalla Serie D ma la squadra del presidente Masu potrà sempre dire di avere fatto 6 punti su 6 contro la “corazzata” del campionato ed averle segnato in tutto otto reti.

Il Novara FC in regular season ha incasso 27 reti, otto dalla Sanremese. Il 30%.

 

Il “pasillo de honor” di Chieri e Derthona

In Spagna da oltre trent’anni, nel calcio, si tiene un bel gesto di sportività e rispetto verso l’avversario chiamato “pasillo de honor” (trad. guardia d’onore): una passerella che omaggia la squadra vincitrice del campionato da parte dell’avversaria. Un grande gesto di fair play, rispetto e ammirazione.

In cosa consiste il “pasillo de honor”? Prima dell’ingresso in campo delle squadre, la squadra avversaria, nella sua interezza, si posiziona su due ali e al passaggio dell’avversario in campo lo applaude.

Il Novara FC ha conquistato la promozione in Serie C (e quindi la vittoria del campionato) domenica 1° maggio e la domenica successiva avrebbe giocato allo stadio “de’ Paoli” di Chieri. Complice l’amicizia che lega da anni il tecnico del Novara FC, Marco Marchionni, ed il neo patron del Chieri, Stefano Sorrentino, complice anche il rispetto della squadra torinese verso la squadra vincitrice del girone, i giocatori del Chieri hanno riservato al Novara FC il “pasillo de honor”.

La domenica successiva, nell’ultima giornata di campionato, al “Piola”, anche il Derthona, storica compagine di Tortona, rivale del “fu” Novara Calcio negli anni Ottanta, ha voluto riservare alla squadra di Marchionni il “pasillo”. Un’altra grande dimostrazione di affetto e rispetto verso una squadra che ha vinto meritatamente il campionato.

Un bel gesto di sportività dove la sportività, soprattutto nel calcio, non è propriamente diffusa.

 

L’asta benefica in favore della comunità ucraina di Novara

Il 24 febbraio 2022 è una data che rimarrà scolpita nella storia dell’Europa: la Russia ha invaso l’Ucraina dando via ad un conflitto che, a oggi, sembra lontano dalla pace. In questi ormai quattro mesi di conflitto, abbiamo visto città distrutte, donne e bambini in fuga verso Occidente, soldati e civili morti e la paura che il conflitto possa diventare globale per non dire nucleare.

L’Italia si è mossa sin da subito in aiuto dei profughi ucraini e la città di Novara risulta essere la città del Piemonte che ospita più rifugiati ucraini di tutte: persone in difficoltà che hanno lasciato figli, mariti e nipoti a combattere. Questi profughi sono arrivati a Novara senza nulla ed  in loro aiuto si è mossa la macchina della solidarietà ed il Novara FC non si è tirato fuori. Per aiutare la comunità ucraina di Novara, la società del presidente Ferranti ha organizzato giovedì  31 marzo una cena benefica presso il Pizza Club No Limit di Novara dove ha messo all’asta le maglie usate dai calciatori del Novara FC nel precedente match casalingo contro la Sanremese. In quell’occasione il Novara FC era sceso in campo con la terza maglia (rosso-bianca) ed ognuna aveva impresso sotto il colletto la dicitura “27-03-2022 Novara FC-Sanremese Novara for Peace”. A partire dal 1° all’8 aprile, inoltre, altre quindici maglie (sempre special edition e sempre di quella partita) sono state battute in un’asta on line.

Le maglie sono state anche oggetto da parte di collezionisti viste la dicitura, la patch della Lega Nazionale Dilettanti sulla manica sinistra e la particolarità dell’evento, ma lo scopo principale è stato solo quello di fare del bene a chi ora è in difficoltà

All’evento benefico del 31 marzo si sono presentati alcuni tifosi ed appassionati che si sono aggiudicati tutte le maglie messe all’asta, permettendo al Novara FC di raccogliere ben € 3.050,00 consegnati alla comunità ucraina novarese.

Un bel gesto non solo sportivo, ma anche benefico.

 

La storia di Babacar Diop

Il mercato invernale del Novara FC non ha destato grandi sorprese: se hanno salutato l’azzurro Mirko Bortoletti, Rilind Muhaxeri e Luca Spina, sono arrivati Lorenzo Rocchetti, Derryck Gyimah e Babacar Diop. I tre giocatori (un difensore, un centrocampista e un attaccante) sono arrivati in prestito da Fiorentina, Torino e Venezia. L’ultimo di questi ha portato con sé a Novara una storia importante.

Babacar Diop è un 2003 nato in Senegal. Il Senegal è un Paese molto povero dell’Africa equatoriale, un Paese che non può dare un futuro ai suoi giovani i quali sono costretti a scappare da fame e guerre civile e hanno tanta voglia di riscatto. Babacar gioca a calcio e vorrebbe da grande diventare un calciatore famoso come i suoi connazionali Diouf, Fadiga, Mané e alzare come capitan Koulibaly la Coppa d’Africa al Cielo.

“Baba” arriva in Italia, come tanti, a cercare fortuna (calcistica). Dopo una serie di provini, viene preso dal Venezia ma i lagunari non hanno più slot per tesserare calciatori extracomunitari ed il ragazzo viene mandato sotto la Cupola di San Gaudenzio in prova. Aggregato alla squadra di Marchionni, Babacar, alto ma molto magro, piace e convince Marchionni. Il 10 febbraio 2022 Dio diventa un giocatore azzurro e lo sarà fino al 30 giugno.

Il ragazzo ha debuttato in maglia azzurra il 20 febbraio in casa contro il Ligorna e ha chiuso il campionato con 12 presenze (quattro da titolare) e due gol, oltre a tre partite nella poule scudetto. Il suo primo gol lo ha segnato contro la Caronnese al “Piola” sotto la Curva Nord il 3 aprile. Da quel momento, “Baba” è entrato nel cuore dei tifosi azzurri per simpatia, empatia e perché il suo contributo, nel suo piccolo, è stato determinate.

Ma ciò che caratterizza Babacar Diop è la sua storia. Perché lui non ha mai giocato a calcio seriamente, non ha mai giocato in una squadra ed il Novara FC è stata la sua prima vera squadra. E pensare che solo pochissimi anni fa, Babacar, in cerca di un futuro migliore, si era imbarcato come migliaia di persone su un barcone, ha attraversato il Mediterraneo (magari anche rischiando la vita), è approdato in Italia e grazie al Venezia, ma soprattutto al Novara FC, è diventato un calciatore e contro i rossoblù varesini ha segnato la sua prima rete in carriera.

Chissà cosa riserverà il destino a Babacar Diop da Dakar: magari diventerà un fenomeno del calcio, magari non ci riuscirà, magari giocherà nelle serie minori. Ma dalla sua storia tutti quanti posso trarre un insegnamento: non mollare mai.

 

Le partite casalinghe contro Lavagnese, Gozzano e Derthona

Il Novara FC ha chiuso la regular season con 85 punti. In casa il cammino è stato di 16 vittorie, un pareggio e due sconfitte in diciannove incontri.

Tra le diciannove partite casalinghe, meritano attenzione quelle contro Lavagnese, Gozzano e Derthona. Tutte e tre hanno visto Gonzalez e soci conquistare i tre punti e si sono concluse con i punteggi di 1-0, 1-0 e 3-1. Marcatori sono stati Pereira, Benassi e Vuthaj, con la seconda tripletta stagionale per l’attaccante albanese.

La particolarità di queste tre partite è stata la condizione climatica in campo: campo innevato contro i liguri, nebbia fittissima contro i “cugini” cusiani e caldo estivo contro gli alessandrini.

In particolare contro la Lavagnese, l’8 dicembre, la partita è stata a forte rischio per la forte nevicata che si era  abbattuta su Novara quel mercoledì. Alla fine, alle ore 13, si è deciso di giocare. Solo che il campo del “Piola” era completamente bianco e parte dello staff ed i giocatori hanno preso in mano una pala e hanno spazzato il campo affinché si potesse giocare la partita. La partita invece di iniziare alle ore 14:30 è iniziata con 15’ di ritardo per permettere che si potessero vedere le righe del campo e che si potesse giocare. Come negli anni ’80, si è giocato con un pallone rosso.

Contro il Gozzano invece, già ancora prima che le squadre scendessero in campo, su viale Kennedy si era abbattuta una fitta nebbia. Come contro la Lavagnese, la partita è stata a fortissimo rischio perché se la neve la si può spalare la nebbia o va via…o va via. Si è deciso di giocare nonostante a fatica si vedessero i giocatori in campo. La partita ha visto la vittoria azzurra con gol di testa di Benassi nel secondo tempo. Un gol che solo i tifosi dei settori “distinti” e “rettilineo” paralleli all’azione del gol hanno potuto vedere perché posizionati in linea con il gol. Una partita che, se ci potesse tornare indietro, sempre con quelle stesse condizioni climatiche, vedrebbe la quasi totalità dei tifosi del Novara FC a casa al caldo a sentire la partita alla radio.

Contro il Derthona invece campo perfetto, 30 gradi estivi e Dardan Vuthaj che ha raggiunto i 35 gol in campionato grazie ad un gol di precisioni e potenza, un gol di testa ed un gol a due centimetri dalla riga di porta insaccando un bellissimo assist di Gonzalez. Un clima estivo ripetuto poi sabato 11 giugno contro la Recanatese.

 

L’inaugurazione della targa in ricordo di Giuseppe Molina

Domenica 29 maggio, prima del calcio di inizio di Novara-San Giuliano City, si è voluto ricordare un grande del passato calcistico novarese: Giuseppe Molina.

Chiamato “Peppino”, Molina era nato a Novara il 24 febbraio 1922 ed è stato un calciatore vestendo i colori del Novara e del Legnano in Serie B, della Pro Patria in Serie A. del Parma e del Mantova in C. Ma è da allenatore che Molina si era fatto apprezzare ed amare e non poteva non diventare un mito nella sua Novara e nel suo Novara che ha allenato in tre tranche, conquistando la promozione in Serie B nella stagione 1964/1965. A oggi è l’allenatore con più presenze sulla panchina del Novara ed il Novara FC, vicino alla causa delle persone che hanno scritto la storia del calcio cittadino, prima del match della terza giornata della poule scudetto ha voluto omaggiare Molina con una targa in suo onore in tribuna con le parole:

Il passo lento, incisivo e nostalgicamente inconfondibile immerso in profondi pensieri su schemi e tattiche studiate con meticolosa passione è avvolto da un’inesauribile nuvola di fumo, prodotta da sigarette consumate lentamente…Questo era lui, IL MAGU DI POVAR, per sempre il MISTER!”.

E proprio quel “magu di povar” (trad. mago dei poveri) è stato da sempre il suo soprannome. Il motivo? Legato al campionato di Serie C 1964/1965 vinto dagli azzurri e composto da tanti giocatori non solo novaresi, ma cresciuti nel vivaio azzurro: da Lena a Udovicich, da Canto a Gavinelli, da Mascheroni a Volpati, da Testa a Miazza. Un vero miracolo calcistico compiuto con pochi investimenti e tanta grinta.

Dopo aver fatto il direttore tecnico nel Novara dei primi anni ’90, Molina ha sempre seguito le vicende azzurre. Non ha visto giocare il Novara di Tesser in Serie A essendo morto il 17 agosto 2011, a meno di un mese dall’inizio della stagione che avrebbe visto il Novara Calcio tornare a giocare in Serie A dopo 55 anni di attesa.

 

Il “pazzo” pomeriggio di domenica 1 maggio

Come non dimenticheranno il 27 marzo 2022, i tifosi del Novara FC non dimenticheranno il pomeriggio di domenica 1 maggio. Quel giorno si giocava la 36° giornata e gli occhi di tutti erano su due squadre: il Novara impegnato a Gozzano e la Sanremese di scena in casa contro il Sestri Levante. Due derby diversi, ma molto attesi. Con otto punti di vantaggio e a due giornate alla fine del campionato, quella sarebbe stata la giornata della vittoria matematica del girone da parte del Novara. Ma c’erano un po’ di combinazioni da portare a termine, tra cui azzurri promossi in Serie C se avessero battuto il Gozzano con qualsiasi risultato anche con vittoria contemporanea (con qualsiasi risultato) della Sanremese.

In caso di non vittoria contro il Gozzano, sarebbero partite altre diverse combinazioni: Novara promosso con pareggio e con contemporaneo pareggio e sconfitta della Sanremese; sconfitta del Novara a Gozzano e contemporaneo pareggio  o sconfitta della Sanremese. Se il Novara avesse perso e la Sanremese avesse vinto, il vantaggio si sarebbe ridotto a 5 punti e sarebbe stato tutto rinviato alla domenica successiva, con Novara di scena a Chieri e la Sanremese di scena a Tortona.

L’obiettivo di tutti era vittoria al “d’Albertas” e chiusura del campionato.

Lo stadio di Gozzano in un giorno e mezzo ha visto esaurirsi gli 800 posti del settore ospiti. La febbre azzurra era così tanta che la società cusiana ha poi dedicato ai supporter del Novara parte di un altro settore e parte della tribuna. Lo stadio gozzanese al calcio di inizio della partita era tutto colorato azzurro. E visto che proprio il 1 maggio 2015 il gol di Della Rocca contro l’Arezzo al “Piola” aveva spalancato (praticamente) le porte della Serie B al Novara Calcio di Toscano, visti i corsi e ricorsi storici, sarebbe stata la giornata perfetta che si sarebbe poi chiusa nel tardo pomeriggio con l’arrivo della squadra al “Piola” per festeggiare la promozione davanti ai propri supporters.

Al minuto 30 la notizia da Sanremo: vantaggio del Sestri grazie all’autogol di Mikhaylovskiy. Novara promosso in Serie C in quanto stava pareggiando 0-0. 11 minuti dopo pareggio sanremese con Conti. 1-1, ma Novara ancora in Serie C pareggiando ancora a Gozzano.

Al minuto 64 vantaggio della Sanremese ancora con Conti: il Novara era ancora sullo 0-0 e, a quel punto, se fossero terminate così le partite, tutto si sarebbe deciso la settimana dopo. Il Novara non riusciva a segnare contro un Gozzano che non aveva nulla da chiedere al campionato ma che non voleva fare la vittima sacrificale. Ad un certo punto la fine dei giochi: 3-1 Sanremese e anche se avesse vinto con mille gol di scarto, e con quel punteggio da Sanremo, il Novara non sarebbe stato promosso.

La Serie D a differenza anche solo della Serie C non ha diritti televisivi e non tutte le squadre hanno al seguito (come Novara e Derthona, ad esempio)  una radio che trasmette le radiocronache e in tutto il campionato le notizie sui risultati non sono mai corretti spesse volte. E così è stato Sanremese-Sestri Levante perché il gol de 3-1 non c’è stato o era stato annullato e la partita era quindi sul punteggio di 2-1 per i matuziani che continuavano così la loro remuntada che li aveva visti come la miglior squadra del girone degli ultimi tre mesi. Se nonché al 93’ dal “Comunale” di Sanremo è arrivato il gol di Gabriele Parlanti, difensore classe 2004 del Sestri, al suo secondo centro stagionale. Il gol del giocatore è stato pesantissimo perché portava le due squadre, a pochi secondi dal termine, sul punteggio di 2-2. Con quel risultato, alla luce dello 0-0 del “d’Albertas”, il vantaggio era ancora di otto punti e, a due giornate dal termine, Novara FC promosso in Serie C.

Peccato che quando il Sestri Levante aveva pareggiato, il Novara FC era tornato mestamente negli spogliatoi ed i suoi tifosi erano arrabbiati e stavano piano piano uscendo dallo stadio. Se nonché ad un certo punto è arrivata anche a Gozzano la notizia del gol di Parlanti ed è iniziata la festa azzurra. Festa poi chiusasi al “Piola” in un vero bagno di folla e tripudio novarese. In pochi secondi, giocatori, staffe e tifosi azzurri sono passati dall’inferno di non poter festeggiare alla gioia più immensa.

 

La poule scudetto

In Italia esistono due “leghe”: la lega professionisti (che incorpora Serie A, Serie B e Serie C) e la lega dilettanti, che riguarda le squadre dalla Serie D fino alla Terza categoria.

Come si sa, chi vince il campionato di Serie A diventa campione d’Italia, la stagione successiva indosserà il tricolore sul petto, sfiderà la vincente della squadra vincitrice della Coppa Italia per la Supercoppa italiana e difenderà i colori del nostro calcio come testa di serie nella fase a gironi di Champions. La squadra campione d’Italia è il Milan.

In Italia esiste un altro tricolore, molto meno mainstream, che è quello di campione d’Italia dei dilettanti. La squadra campione d’Italia si fregerà del tricolore sul petto per la prossima stagione e lo sfoggerà durante il campionato di Serie C.

In “vigore” dalla stagione 1992/1993 (anche se in sé esiste dalla stagione 1952/1953), sono diventate campioni d’Italia 27 squadre diverse ed il titolo non si assegnava più da due anni poiché la pandemia ha impedito che venisse disputata la poule scudetto. L’ultima squadra a vincere il titolo è stato l’Avellino nella stagione 2018/2019 ed è lei la detentrice del titolo. A livello di palmares, solo tre squadre piemontesi hanno vinto il titolo (la Pro Vercelli nel 1994, la Biellese nel 1997 ed il Cuneo nel 2011) e la Valenzana nel 2001 ha perso in finale contro la Palmese.

Il  Novara FC ha vinto il suo girone (girone A) e, per regolamento, ha partecipato alla cosiddetta poule scudetto insieme alle altre otto squadre vincitrici dei gironi: San Giuliano City Nova (girone B), Arzignano Valchiampo (girone C), Rimini (girone D), San Donato Tavarnelle (girone E), Recanatese (girone F), Giugliano (girone G), Audace Cerignola (girone H) e Gelbison (girone I).

Le nove squadre sono state raggruppate in tre gironi da nove squadre per ordine geografico (girone 1 A-B-C; girone 2 D-E-F; girone 3 G-H-I). Alle semifinali sono passate San Giuliano City, Recanatese e Giuliano come vincitrici dei gironi ed il Novara FC come migliore seconda.

Gli azzurri, nel gironcino, avevano totalizzato tre punti, frutto della vittoria esterna sull’Arzignano Valchiampo e della sconfitta casalinga contro il San Giuliano City Novara, entrambe per 1-0. Grazie ad una serie di risultati, Gonzalez e soci hanno staccato il pass come migliore seconda, rincorrendo ancora il sogno tricolore. Peccato che sabato 11 giugno gli azzurri, teste di serie, abbiamo perso 0-1 in casa contro la Recanatese che si giocherà il titolo di campione d’Italia dilettanti contro il Giugliano.

Con la sconfitta contro i marchigiani si è chiusa la stagione 2021/2022 e a tanti tifosi è spiaciuto non poter giocare la finale e vincere il titolo nazionale a meno di un anno dalla nascita della squadra e giocare la prossima stagione con il tricolore sul petto. In particolare contro gli acerrimi rivali della Pro Vercelli che nel 2022 vedono il centenario dalla vittoria del loro ultimo scudetto.

I quattro portieri schierati in stagione

Dovrebbe essere un record: quattro portieri schierati in tutto il campionato. Se il Novara Calcio, dalla stagione 2011/2012, ha schierato almeno una volta i tre portieri in rosa, il Novara FC lo ha superato: quattro portieri schierati. Questi sono stati Matteo Raspa, Alex Spadini, Axel Desjardins e Roberto Taliento.

Raspa, classe 2001 in prestito dalla Sampdoria, è stato il portiere titolare superato poi da Axel Desjardins che ha difeso la porta azzurra non appena tesserato dalla squadra di Massimo Ferranti. Raspa è stato il primo portiere della storia del Novara FC a giocare in Coppa Italia e in campionato. Desjardins, già portiere la scorsa stagione nel Novara Calcio, è stato più continuo e pronto tra i pali del giovani portiere ligure, entrando subito nel cuore dei tifosi per il suo standing e per alcune espressioni usate contro alcuni campi della Serie D.

Spadini ha debuttato il 21 novembre a Caronno Pertusella poiché Raspa si era fatto male nell’allenamento pre-partita e ha giocato le successive partite contro Saluzzo e Pont Donnaz, oltre a giocare in Coppa Italia contro Gozzano e ancora contro il Pont Donnaz. Spadini ha poi lasciato il Novara FC pochi giorni prima della partita contro la Lavagnese poiché tesserato dall’Unipomezia.

Taliento invece ha giocato dal 1′ solo l’ultima partita della regular season contro il Derthona.

Ricapitolando: Raspa ha collezionato 17 presenze in campionato (una da subentrato) con sedici gol subiti, Spadini tre presenze e tre reti, Desjardins 19 presenze (una volta sostituito) e sette reti incassate, mentre Taliento ha raccolto una presenza in campionato ed un gol subito. Per quanto riguarda la Coppa Italia di Serie D, hanno giocato solo Raspa e Spadini: una presenza per il ligure e nessun gol incassato, due presenze per il portiere umbro e due reti subite.

 

immagine in evidenza tratta dalla pagina Facebook Novara Football Club