Novara Football Club stagione 2022/2023: le cose (comunque) da ricordare

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di Simone Balocco

 

Giovedì 11 maggio 2023 è terminata la stagione calcistica del Novara Football: la netta vittoria per 3-0 con cui la Virtus Verona ha sconfitto gli azzurri ha posto fine ad un campionato che tutti i tifosi speravano non solo non finisse alla prima curva play off, ma che durante il corso della stagione fosse terminato molto oltre un anonimo decimo posto in classifica. La delusione è enorme tra i tifosi che si aspettavano un campionato molto più entusiasmante, visti i proclami del presidente Ferranti tra estate ed inizio autunno e la rosa allestita dal direttore sportivo Zebi prima e dal sostituto Pitino. Ma dea Eupalla ha voluto che la prima stagione del Novara FC tra i professionisti terminasse così.

Eppure in una stagione così negativa, qualche cosa da ricordare (in positivo) c’è.

 

Sabato 3 settembre 2022

Domenica 3 settembre 2022, nella storia del giovane Novara Football Club, rimarrà una data da ricordare: quel giorno si giocò Novara FC-Renate, prima giornata di campionato. Iniziava con il match casalingo del “Piola” contro i brianzoli nerazzurri l’avventura della squadra del presidente Massimo Ferranti nel mondo professionistico del calcio a 379 giorni dalla sua nascita. Anche per la prima stagione da “pro”, la società ha adottato un’altra politica di costi contenuti per la campagna abbonamenti così da incentivare la tifoseria ad acquistare più abbonamenti possibili. Non è stato possibile portare in Serie C il prezzo degli abbonamenti in Serie D, ma le tessere staccate sono state comunque 2107.

La prima partita della stagione è sempre come il primo giorno di scuola: i tifosi si ritrovano sugli spalti dopo le “vacanze” e si confrontano tra loro (nel loro piccolo) in merito alla campagna acquisti estiva, cercando di capire chi sono (dal vivo) i nuovi arrivi. Della stagione precedente erano rimasti solo sette giocatori (uno era stato prestato in Serie D), ma la voglia di tutti i tifosi era ripartire contro i brianzoli con lo stesso andi della stagione precedente. E così è stato: prima partita tra i pro, prima vittoria e primi tre punti in classifica.

Di quella partita sono stati importanti tre giocatori: Pablo Gonzalez, primo capitano del Novara FC in Serie C; Francesco Galuppini, colui che ha dato il calcio d’inizio della partita; Yohan Benalouane, colui che ha segnato il primo gol professionistico del Novara FC (e che ha rappresentato anche il gol del momentaneo pareggio). Poi Galuppini ha fatto il 2-1 (gol dell’ex per lui) e Camillo Tavernelli, al minuto 93, su ottimo cross del neo entrato (e nuovo arrivo) Peli ha insaccato alle spalle dell’ex Novara Drago per il 3-1 finale. Lo stesso numero 20 azzurro ha poi deciso il match successivo al “Martelli” di Mantova con una doppietta che ha rappresentato, anche, la prima vittoria esterna tra i professionisti del club.

 

Pablo Andrés Gonzalez 100 (+4) gol

Pablo Gonzalez è stato confermato capitano del Novara FC anche in questa stagione: la sua età (37 anni al momento dell’inizio del torneo), unita alle sue presenze e ai suoi gol con le maglia del Novara Calcio prima e del Novara FC dopo, al suo carisma e al suo essere un trascinatore gli hanno permesso di essere quello che all’ingresso in campo delle squadre guida i compagni in campo con la fascia al braccio e scambia i gagliardetti con il capitano della squadra avversaria. Gonzalez in questa stagione ha giocato 33 partite, segnando sei reti. La rete contro il Lecco del 16 ottobre è stata importante per la storia e per le statistiche: è stata la sua seconda in campionato e la numero 100 con la maglia del Novara (Novara Calcio + Novara FC). 100 gol in un “unico club” sono davvero tanti e per i tifosi azzurri il “FC” è la continuazione (calcistica) del Novara Calcio, anche se le due società non hanno nulla a che spartire tra loro, essendo due entità diverse. L’attesa per il centesimo gol di Gonzalez era già partita il 24 settembre quando aveva segnato la rete del momentaneo pareggio contro la Pro Vercelli al “Piola” vercellese sotto la curva occupata dai tifosi del Novara. Dopo il gol contro il Lecco (che è stato il gol della bandiera vista la sconfitta contro la squadra dell’ex tecnico del Novara Calcio Luciano Foschi), sono arrivate le reti contro Arzignano (andata e ritorno). Mantova e Trento.

Totale: 104 gol complessivi e 94 in campionato che gli hanno permesso di superare Marco Romano come top scorer della storia del Novara. Un record eguagliato e poi superato che l’attaccante comasco deteneva dalla stagione 1940/1941. Peccato che non abbia segnato almeno il gol della bandiera a Verona: troppo poco in tempo in campo per cercare di superare Giacomel, nonostante il grande impegno profuso.

 

La vittoria nel derby di andata contro la Pro Vercelli

Una delle poche gioie di questa stagione per il Novara FC ed i suoi tifosi è stata la vittoria del match contro la Pro Vercelli del 24 settembre. Sotto una pioggia battente per buona parte della partita, la squadra allora allenata da Roberto Cevoli ha prima pareggiato il gol del vantaggio bicciolano di della Morte con il gol di Gonzalez sotto la curva occupata dai supporter novaresi. Il vantaggio è poi arrivato al 65’ con il secondo gol stagionale di Galuppini che si era visto pochi secondi prima parare il suo rigore assegnato per fallo di mano in area del vercellese Cristini. Gol dell’1-2 sotto la curva dei padroni di casa con l’attaccante bresciano che è corso poi sotto la Curva Est a festeggiare con i suoi tifosi. Festa sugli spalti e tifosi del Novara che sono tornati a vincere al “Piola” vercellese dopo sette stagioni: era dal 10 ottobre 2015 che il Novara (allora “Calcio”) non espugnava il “Piola” d’oltre Sesia. Da allora, in quattro partite (tra Serie B e Serie C) due vittorie vercellesi e due pareggi.

Peccato che poi nel match di ritorno il Novara, giocato il 29 gennaio, il Novara FC (allora guidato da Marco Marchionni tornato a guidare il Novara da due settimane) abbia perso 0-1 con gol di Guindo al minuto 87, con gol del numero 40 belga sotto la Curva Sud. Tifosi ospiti in festa come lo erano stati quelli novaresi in via Tripoli, mentre Gonzalez e compagni, a fine partita, sotto la “Udovicich” a parlare con gli ultras di una sconfitta che nessuno in casa novarese voleva.

A fine campionato, il Novara FC ha chiuso al decimo posto assicurandosi un posto nella griglia play off, mentre la Pro Vercelli si è classifica al 15° posto, salvandosi ma non disputando né i play off né i play out,

La prossima stagione si giocherà nuovamente il “derby delle risaie”.

 

Il post social di scuse di Samuele Bonaccorsi

Era l’autunno 2008 quando in Italia sbarcarono per la prima volta i social network: fu Facebook ad aprire la strada, con il suo modo di condividere ricordi, foto e pensieri come mai nessuno aveva fatto. In questi 15 anni, quasi 2/3 degli italiani ha un account Facebook. Dopo di lui sono arrivati Twitter, LinkedIn, Snapchat e Instagram. Facebook e Instagram sono i due social che vanno per la maggiore. Anzi, il sito che è la crasi tra “instant camera” e “telegram” è quello che ha preso il sopravvento su tutti gli altri “colleghi”: una storia, una foto ed una didascalia fatte bene posso portare a migliaia di “cuori” e commenti. E grazie a questo social network molte persone portano a casa la pagnotta, come si dice,

Quando è nato Instagram (era il 2010), Samuele Bonaccorsi aveva 12 anni e giocava a calcio sognando di diventare un calciatore professionista. Oggi di anni Bonaccorsi nel ha ventiquattro (ne compirà 25 il 28 settembre) e di professione è difensore centrale del Novara FC. Uno dei pochi giocatori rimasti in rosa dopo la promozione della scorsa stagione, dove “Samu” è stato uno dei protagonisti, un vero direttore della difesa. In questa stagione però Bonaccorsi è stato meno protagonista della scorsa stagione, avendo giocato solo sei partite di cui solo quattro dal 1’: il suo debutto da titolare è avvenuto solo alla quindicesima giornata, in casa contro il Piacenza. Poi altre sette panchine, consecutive, pochissimi minuti contro la Virtus Verona nel match di ritorno, “panca” del derby contro la Pro Vercelli, 20 minuti a Vicenza e poi tre partite da titolare contro Albinoleffe, Lecco e Pro Sesto. Poi il grave infortunio subito al minuto 70 nel match contro i milanesi: “frattura esposta di radio e ulna del braccio sinistro”, come riportato il 18 febbraio dal sito del Novara FC. Infortunio grave, operazione, stagione finita. O così si pensava perché già sette partite dopo (contro la Pergolettese) era in panchina: non ha più giocato, ma Samuele ha stretto i denti, ha recuperato e mister Marchionni lo ha sempre poi convocato. Contro la Virtus Verona non ha giocato, quindi la sua stagione, come minutaggio, è terminata proprio con la sua uscita dal campo in barella contro i milanesi. Una stagione davvero sfortunata la sua. Eppure i tifosi gli sono stati sempre vicino, lo hanno incoraggiato ed applaudito nonostante sapessero che la sua presenza era solo da “panchinaro” e non sarebbe più sceso in campo. Il giocatore si allenerà con la squadra fino a metà giugno poi il “rompete le righe”, le vacanze e a luglio il ritiro in preparazione alla nuova stagione.

I tifosi vorrebbero che Bonaccorsi venisse riconfermato (il giocatore ha comunque un contratto in essere fino al 30 giugno 2024), non tanto per il suo carisma ma anche per un post che ha scritto su Instagram nei giorni successivi la debacle del “Gavagnin-Nocini”: una immagine che lo ritrae in campo accanto a Pablo Gonzalez ed un post in cui chiede scusa a tutti i tifosi del Novara per la brutta stagione disputata e la figuraccia nei play off, dicendo che avrebbero meritato di più. In più il ragazzo ha chiesto scusa allo stesso Gonzalez perché avrebbe meritato un finale di stagione migliore, visto che quella contro i veronesi è stata l’ultima partita della sua carriera con la maglia del Novara. Quel messaggio ha colpito tanto i tifosi perché scritto da un ragazzo che ha giocato solo sei partite, per meno di 370 minuti e che è uno dei minori responsabili della pessima stagione azzurra. L’unico di tutta la rosa ad aver scritto un post di scuse a tutti. L’unico che ci ha messo la faccia, facendo un gesto che dovrebbe essere parte di noi ma che difficilmente lo è: il semplice “chiedere scusa”. Chiedendo scusa il danno rimane fatto, ma almeno si dimostra di avere gli attributi, fare un bagno di umiltà e abbassare il capo. E proprio per questo semplice gesto, il difensore di Catania è entrato nel cuore di tutti i tifosi che lo vorrebbero in azzurro anche la prossima stagione, senza se e senza ma.

 

Un campionato da montagne russe con tanti infortuni

Il campionato 2022/2023 del Novara FC non rimarrà negli annali: 52 punti in 38 partite di regular season con 16 sconfitte a fronte di quindici vittorie e troppe prestazioni negative. Eppure la rosa costruita in estate non lasciava presagire ad una stagione fallimentare, visto che Ferranti aveva incaricato il direttore sportivo Moreno Zebi di costruire una squadra competitiva grazie al fatto che passaggio dalla Serie D alla Serie C permetteva di tesserare giocatori solo in entrata e senza dover effettuare cessioni, visto che i contratti dilettantistici non sono professionistici. Il direttore sportivo azzurro ha avuto un compito (nel complesso) facile: grazie alla munificenza del patron azzurro, ha solo preso giocatori di livello. Ed infatti portato a Novara giocatori di livello per la categoria: poche scommesse, ma tanti giocatori che in terza serie avrebbero fatto la differenza. Ed ecco che sono arrivati a Novarello, la nuova sede tecnica del club, giocatori del calibro di Galuppini, Benalouane, Pissardo, Ciancio, Ranieri, Rocca, Calcagni e la riconferma di otto giocatori che lo scorso anno avevano militato nel Novara in Serie D (Gonzalez, Desjardins, Bonaccorsi, di Munno, Tentoni, Amoabeng, Diop e Paglino, dirottato subito in Serie D nella Casertana). Nonostante un inizio soddisfacente (primo posto solitario in vetta alla classifica il 2 ottobre dopo il 3-0 in casa contro il favorito L.R. Vicenza), la squadra ha avuto un calo drastico sotto tutti i punti di vista, scivolando sempre più in classifica arrivando a marzo a pensare di salvare la categoria invece di pensare alla Serie B. La stagione è stata caratterizzata da ben tre cambi tecnici, con Marchionni esonerato a due settimane dall’inizio del campionato avvicendato da Roberto Cevoli a sua volta avvicendato il 1 dicembre da Franco Semioli a sua volta poi avvicendato da Marchionni, richiamato in quanto sotto contratto per due stagioni con il club.

Il ritorno di Marchionni, avvenuto il 16 gennaio, aveva portato poi all’esonero di Moreno Zebi, sostituito da Marcello Pitino, il quale ha chiuso le ultime due settimane di calcio mercato invernale portando poi a Novarello diversi giocatori svincolati per far fronte ai tanti infortuni subiti dalla squadra in quel periodo.

E proprio gli infortuni sono stati il vero problema di questa stagione: 18 infortuni muscolari e solo dieci giocatori della rosa che non hanno avuto problemi fisici. Un vero problema per ogni allenatore che ogni volta deve rifare la squadra da mettere in campo. Basti pensare che ben quattro giocatori hanno chiuso la stagione prima dell’ultima partita di campionato (Bertoncini, Masini, Urso e Vuthaj), con Bonaccorsi che, dopo il brutto infortunio subito il 18 febbraio contro la Pro Sesto (“frattura esposta di radio e ulna del braccio sinistro”, aveva riportato il bollettino medico) è tornato in poco tempo a disposizione di Marchionni, senza però scendere più in campo. Gli ultimi tre infortunati (nelle ultime quattro partite di campionato, tra l’altro) sono stati Rocca, Vuthaj e Laazar. Almeno contro la Virtus Verona nessun giocatore è uscito per infortunio, se non per scelta tecnica.

Si dà la colpa dei tanti infortuni alle quattro preparazioni atletiche effettuate: “estiva” con Marchionni, “autunnale” con Cevoli, “invernale” con Semioli e Marchionni e “primaverile” con il tecnico di Cretone. Oltre al fatto che i campi di gioco di allenamento e da gioco della domenica del Novara sono logori, consumati e arrivati al loro termine di vita.

Con la nuova stagione i manti di Novarello e del “Piola” saranno rifatti e si spera che venga scelto (o confermato) un solo allenatore che faccia tutta la stagione onde evitare il problema non solo tecnico, ma anche di preparazione. Per non parlare del fatto che si spera che la prossima stagione sia un po’ meno da montagne russe come questa. Non sempre si può vincere, ma l’importante è avere “fame”. Cosa che questa squadra durante la stagione non sembra aver avuto abbastanza.

 

Il pasillo de onor alla Feralpi Salò al “Piola”

In Spagna da oltre trent’anni, nel calcio, si tiene un bel gesto di sportività e rispetto verso l’avversario chiamato “pasillo de honor” (trad. guardia d’onore): una passerella che omaggia la squadra vincitrice del campionato da parte dell’avversaria.

In cosa consiste il pasillo de honor? Prima dell’ingresso in campo delle squadre, la squadra avversaria, nella sua interezza, si posiziona su due ali e al passaggio dell’avversario in campo lo applaude.

Lo scorso anno il Novara FC ha ricevuto ben due “pasillos”: l’8 maggio al “ De Paoli” di Chieri da parte della squadra presieduta da Stefano Sorrentino e la settimana dopo al “Piola” da parte del Derthona nell’ultima giornata. Un bel gesto di sportività in uno sport dove la sportività, troppe volte, non è di casa.

Anche quest’anno il “Piola” è stato teatro di un altro pasillo de honor: il 16 aprile i giocatori del Novara hanno reso omaggio ai giocatori della Feralpi Salò, vincitori del girone e promossi in Serie B per la prima volta nella loro storia. Un grande gesto di fair play, rispetto e ammirazione che sarebbe bello venisse fatto molto spesso. Ed il gesto è apprezzato perché il Novara, autore di una stagione negativa, ha fatto un gesto sportivo verso una compagine che ha vinto il campionato meritatamente.

 

Il debutto dei giovani Lanzarotti e Saidi in prima squadra

Uno dei vanti del vecchio Novara Calcio è stato, senza ombra di dubbio, il suo settore giovanile. La bacheca era ricca: tre titoli nazionali Berretti (1970, 2010, 2015), un titolo Under 15 (2019) ed il Primavera 2 nel 2018 che però non ha permesso alla squadra allora allenata da Giacomo Gattuso di giocare con le squadre Primavera di Serie A poiché la prima squadra era retrocessa in Serie C. Con l’esclusione della prima squadra dai campionati professionistici nell’estate 2021, tutto il sistema giovanile del Novara Calcio è stato azzerato. Quanti giocatori sono usciti dal serbatoio di Novarello: i nomi di questi ragazzi sono noti a tutti.

Il Novara Football Club il settore giovanile lo ha creato ex novo ed la formazione più “alta” nella gerarchia di una squadra di Serie D era la Juniores. Con la promozione della prima squadra in Serie C si è tornati ad un livello professionistico e ora la gerarchia è guidata dalla Primavera 4.

A capo della Primavera 4 c’è mister Franco Semioli (allenatore, tra il 1 dicembre ed il 16 gennaio, per sei partite, della prima squadra), un uomo con un passato in Serie A e da anni allenatore di squadre giovanili (Chieri, Pro Vercelli e Torino). La stagione della Primavera 4 si è chiusa al settimo posto e niente qualificazione ai play off.

In stagione molti giocatori sono stati convocati in prima squadra un po’ per meriti loro ed un po’ perché c’era da fare di necessita virtù: tra febbraio e marzo era una costante avere 6-7 elementi che venivano convocati con Gonzalez e compagni per sopperire alla mancanza di giocatori da parte di Marchionni che ha avuto tanti giocatori infortunati.

Sono stati convocati in stagione i portieri Menegaldo (ufficialmente il terzo portiere della prima squadra), Lando e Koco; i difensori Sartor, Pellegrino, Saidi, Calò; i centrocampisti Fragomeni, Federico, Scariano; l’attaccante Lanzarotti.

In prima squadra hanno debuttato però solo due giocatori di questo elenco, Mattia Lanzarotti e Yaniss Saidi: il primo ha giocato gli ultimi cinque minuti nel match contro il Mantova (8 gennaio), mentre il secondo ha preso il posto di Benalouane nel match vinto 4-1 contro il Pordenone, giocando gli ultimi minuti di partita.

 

Omar Khailoti convocato in Under 23 marocchina

La stagione 2022/2023 è stata caratterizzata dalla vittoria dell’Argentina nel Mondiale qatarino: terzo successo della Albiceleste guidata da Lionel Messi che è tornata sul tetto del Mondo a distanza di Messico ’86 quando la Nazionale sudamericana era guidata da Diego Armando Maradona. Al Mondiale la sorpresa è stata il Marocco, quarto classificato e prima squadra africana di sempre a raggiungere una semifinale mondiale. Guidata dal Commissario tecnico Walid Regragui, la Nazionale dei Leoni del deserto aveva un rooster interessante con giocatori veramente forti come Hakimi, Ziyechm, En-Nesyri e gli “italiani” Amrabat, Sabiri e Cheddira.

Per il quarto posto mondiale è stato felicissimo uno dei due giocatori marocchini della rosa del Novara FC, Omar Khailoti (l’altro è Achraf Laazar). Classe 2001 nativo di Macerata, Khailoti è stato una delle sorprese più belle di questa stagione. Il suo debutto in azzurro è datato 5 ottobre nel primo turno di Coppa Italia di Serie C ad Alessandria, mentre il debutto in campionato è stato il 12 novembre in casa contro la Pro Patria. La sua prima rete è arrivata contro l’Arzignano, al “Piola”, il 4 dicembre. Arrivato in estate dal Novara dal Bologna, il ds Zebi ha creduto tanto in lui tanto da comprarlo in via definitiva dal club felsineo con cui aveva debuttato a 18 anni anche in Serie A il 5 dicembre 2020 giocando mezzora a San Siro contro l’Inter. Con il Bologna aveva vinto un “Viareggio” ed una Supercoppa italiana Primavera.

Ma anche nel suo paese di origine non lo avevano dimenticato, tanto che Khailoti è stato convocato per una serie di allenamenti con la Nazionale Under 23 marocchina. La convocazione del difensore è stato motivo di orgoglio per lui e per il Novara FC che vedeva per la prima volta un suo giocatore convocato con una Nazionale. Il camp in terra marocchina ha impedito però al numero 15 marchigiano di saltare la partita contro la Pro Vercelli del 24 settembre. Il difensore in Nazionale ha giocato due test match contro i pari età del Senegal.

Il contratto con il Novara gli scadrà il 30 giugno 2025 e tutti sperano che Khailoti possa ancora di più migliorarsi e diventare il perno del Novara FC del futuro. Sperando che possa giocare molto di più di più di quanto fatto questa stagione.

 

Le emozioni della partita contro la Feralpi Salò

Sabato 16 aprile a Novara c’era un clima tardo-primaverile. Quel sabato si è giocato Novara FC-Feralpi Salò, penultima giornata di campionato. Contro i “leoni del Garda” è stata l’ultima partita casalinga della regular season per gli azzurri e come ogni ultima partita di campionato in casa tra i tifosi c’è sempre un clima da “ultimo giorno di scuola”, anche se la season aveva ancora da regalare gli ultimi 90 minuti della stagione a Trento. Molti tifosi del Novara quel sabato si sono salutati promettendosi di rivedersi durante l’estate a vedere le partite amichevoli della squadra e rinnovare l’abbonamento della nuova stagione.

Quel Novara-Feralpi è stata una partita con grandi emozioni, alcune molto forti. Si è iniziato con il pasillo de honor da parte del Novara agli avversari che il turno precedente, vincendo contro la Triestina, si erano guadagnati la vittoria del girone con tre giornate di anticipo e la promozione in Serie B per la prima volta nella sua storia. Lo scorso anno Chieri e Derthona lo avevano fatto per celebrare il Novara vincitore del girone A di Serie D e gli azzurri, per dimostrare la stessa sportività dimostratogli dalle avversarie, si è schierato all’uscita del tunnel e ha applaudito l’ingresso in campo di Carraro e soci tra gli applausi dell’intero “Piola”.

Un altro momento molto intenso è stato il minuto di silenzio per ricordare Julia Ituma, la 18enne giocatrice della Igor Volley Novara deceduta il giovedì precedente a Istanbul cadendo dal balcone della sua camera dell’hotel che ospitava la squadra novarese di pallavolo. Durante il corso della partita i tifosi della Feralpi hanno fatto un coro nei confronti dell’opposto milanese (“Julia una di noi”) con uno striscione, che ha portato ad un altro forte applauso da parte dello stadio novarese.

Durante il secondo tempo, la Curva Nord ha lanciato il coro “un presidente/c’è solo un presidente”. Per quale motivo i ragazzi della curva hanno lanciato quel coro? Ad un certo punto, nella ripresa, nella zona bassa della “Udovicich” si era presentato Massimo Ferranti in mezzo agli ultras a dimostrare il suo affetto verso la curva e viceversa. Un affetto che ha portato Ferranti, immortalato, a prendere in mano le bacchette che i tifosi usano per suonare (forse) il tamburo che usano gli ultras per fare sentire a tutti il loro tifo. Mai nella storia del Novara (“Football Club” quanto “Calcio”) un presidente aveva assistito ad un partita (o una parte) addirittura tra gli ultras in curva.

La gioia è arrivata poi al triplice fischio con la vittoria del Novara: una vittoria che ha avvicinato quasi matematicamente la squadra di Marchionni ai play off, conquistati poi la domenica successiva a Trento nonostante una brutta sconfitta.

Come se non bastasse, alle ore 16:40, a partita conclusa, un momento storico: Pablo Andrés Gonzalez è uscito dal tunnel degli spogliatoi per dirigersi verso la “Udovicich” per parlare con i ragazzi della curva e dire loro che quella contro la Feralpi sarebbe stata la sua ultima partita con la maglia del Novara al “Piola”, dopodiché a fine stagione lascerà il Novara e andrà a giocare altrove. Decisione poi confermata giovedì 20 aprile in una conferenza stampa ad hoc.

 

Il ritorno in azzurro di Dardan Vuthaj

“In campo si vince e si perde insieme”: questa è una delle massime del calcio, a tutti i livelli. Si è squadra tutti insieme e i meriti ed i demeriti sono divisi tra tutti. Il Novara FC che la scorsa stagione ha vinto il campionato di Serie D e si è spinto fino alla semifinale scudetto della D è stato frutto della volontà di Massimo Ferranti di creare una formazione in grado di vincere subito il torneo e giocare poi tra i professionisti. La rosa affidata a Marco Marchionni è stata di un livello superiore per qualità tecnica e tattica e ha inflitto otto punti di distacco alla Sanremese seconda classificata. Tra i protagonisti della stagione c’è stato, senza ombra di dubbio, Dardan Vuthal, autore di 35 gol in campionato e 37 gol totali in stagione in 41 partite disputate. In numeri dell’attaccante albanese avevano fatto il giro d’Italia. Vuthaj, senza contratto nell’estate 2021, era stato contattato dall’allora ds azzurro di Bari ed accettò l’offerta. Scelta migliore non poteva fare.

Il passaggio dalla Serie D alla Serie C porta al termine del dilettantismo e l’abbraccio del professionismo: i contratti sono sciolti e i giocatori sono liberi. Della rosa che ha vinto il girone A di Serie D solo otto giocatori avevano poi firmato in prima squadra, mentre gli altri non sono stati “comprati” dal Novara FC e si sono accasati tra Serie C e Serie D firmando con altre squadre. Se si notava la rosa del Novara FC si vedeva, alla fine del mercato estivo, che non c’era Dardan Vuthal e la “sua” numero 9 era stata rilevata da Mattia Bortolussi. Il motivo? Vuthaj scelse di approdare al Foggia, nel girone C di Serie C. Il Novara FC si era seduto al tavolo con il giocatore, ma il suo entourage chiedeva un ingaggio molto alto per le tasche del club azzurro e non se ne fece nulla. I tifosi si divisero tra chi voleva che la società accontentasse l’offerta del giocatore e chi invece lo considerava un “mercenario” e, vista la sua storia calcistica, inadeguato per la Serie C e libero di accasarsi dove avrebbe voluto. Novara FC da una parte, Vuthaj dall’altra e amici come prima.

Eppure poco prima di Natale, qualcuno aveva visto in centro a Novara Vuthaj e tra i supporters azzurri, vista la classifica della squadra e la poco vena realizzativa degli attaccanti, si iniziò a sognare: un “Vuthaj II” era possibile? E i rumor divennero realtà: il 26 gennaio Dardan Vuthay firmò un contratto di sei mesi con il Novara FC in prestito dal Foggia fino al 30 giugno. L’arrivo di Vutahj era successivo al passaggio definitivo di Bortolussi al Padova. Con Bortolussi via, Vuthaj si riprese la maglia numero 9.

Vuthaj ritornava nella squadra e nella città che lo aveva consacrato come un bomber di livello, un attaccante con un goal instinct assoluto e tanta fame di gol. Tra i tifosi regnava lo scetticismo perché il giocatore albanese a Foggia aveva segnato solo tre reti e da oltre un mese non giocava più, ma il giocatore si meritava una seconda chance a Novara.

Il numero 9 debuttò nel derby contro la Pro Vercelli, giocando una ventina minuti. Il giocatore, nelle partite successive, si dimostrò sul pezzo, ma non riusciva a trovare la via del gol anche perché i difensori della Serie C sono di un altro livello ed è molto più difficile segnare. La palla sembrava non volere entrare, ma i tifosi credevano sempre in lui nonostante la palla non volesse entrasse. L’incantesimo svanì il 15 marzo con il gol alla Pro Patria. Ed il numero 9 albanese segnò anche contro Pordenone e Piacenza nelle due partite successive. Gol pesanti ed importanti per la classifica.

Fino al minuto 30 contro la Pergolettese del 2 aprile: Marchionni ha dovuto sostituire Vuthaj ed il giocatore, immortalato in una fotografia, si era lasciato andare ad una smorfia di dolore perché sapeva che avrebbe saltato le partite finale del campionato e non sarebbe stato utile alla causa: aveva (forse) capito che aveva avuto un problema muscolare. Si pensava che potesse essere convocato per il match contro il Trento ed essere schierabile nei play off, ma nella settimana che ha portato al match del “Briamasco” il giocatore ha avuto una ricaduta e la sua stagione è terminata: Dardan Vuthaj tornerà a giocare la prossima stagione. Un vero peccato per un giocatore che ci teneva a fare bene e che aveva ripreso il feeling con il gol e per una tifoseria che sperava grazie a lui di risalire in classifica.

Il 1° luglio, come da contratto, Dardan Vuthaj tornerà ad essere un giocatore del Foggia e vedremo la prossima stagione se il Novara tratterà un suo eventuale secondo ritorno o se rimarrà ancora in Puglia o andrà a giocare da un’altra parte.

 

Il ritorno al calcio di Alberto Pelagotti

Una costante, e caratteristica, della stagione 2022/2023 del Novara FC sono stati gli infortuni. Con i se e con i ma non si fa nulla, figurarsi giocare a calcio, ma sarebbe bello sapere se il Novara FC senza i tanti giocatori ko che ha avuto che campionato avrebbe affrontato. Non lo sapremo mai, purtroppo. Fatto sta che tutti i ruoli sono stati toccati da infortuni, in particolare i portieri.

C’è stato un momento in cui Marchionni ha dovuto fare a meno di Desjardins e Pissardo. Il portiere canadese si era infortunato il 26 novembre e, per colpa di un brutto infortunio muscolare, dovette stare fuori per quasi due mesi ma Zebi, nonostante le intenzioni, non portò a casa nessun sostituto, sperando nella ripresa del portiere di Montreal.

Il 1 febbraio Pissardo si era infortunato contro il Vicenza e per lui la stagione si era chiusa al “Menti”, mentre Desjardins diventava a tutti gli effetti titolare. Il Novara non poteva permettersi passi falsi e con il portiere di Baveno ko, si decise di intervenire sul mercato degli svincolati (giocatori senza squadra e liberi contrattualmente). Era troppo rischioso mettere Tommaso Menegaldo, il terzo portiere classe 2005 come vice- Desjardins, e quindi a Novarello arrivò Alberto Pelagotti, un portiere di esperienza ed affidabile. Tornato a disposizione, il portiere di Montreal al 64’ di Lecco-Novara fu espulso e al suo posto entrò Alberto Pelagotti.

Cresciuto a Castelfiorentino, Pelagotti, classe 1989, aveva avuto un passato nobile tra Serie A (Empoli), Serie B (ancora Empoli e Brescia) e Serie C (Pisa, Arezzo e Palermo, con cui aveva giocato anche in Serie D). Insomma, un giocatore di assoluto valore e che fino alla fine del torneo avrebbe aiutato la squadra a fare bene. La stagione di Pelagotti era iniziata il 5 febbraio con la panchina casalinga contro l’Albinoleffe e ha visto il portiere toscano scendere in campo complessivamente tre volte.

La stagione, nel complesso, per Alberto Pelagotti è stata negativa, ma per lui la cosa più importante è stato l’essere tornato a giocare a calcio perché il portiere toscano aveva rischiato di non poter giocare più per gravi motivi di salute. Prima di giocare i venticinque minuti finali di Lecco-Novara, Pelagotti tornava in campo dopo dieci mesi.

Il giocatore era fermo perché gli fu diagnosticato, il 12 aprile 2022, un neurofibroma. Il problema lo aveva portato ad una degenza ospedaliera, ad affrontare diverse cure e gli fu obbligato di fermarsi pena peggioramento delle condizioni di salute. Si operò, tutto andò per il verso giusto e riprese ad allenarsi. In campo con i rosanero ci andò Frattali e Pelagotti in panchina. La scorsa stagione il Palermo fu promosso in Serie B dopo aver vinto i play off contro il Padova, ma Pelagotti non fece parte della nuova rosa.

Per lui giocare quei venticinque minuti ed incassare il gol fu molto importante: significava tornare a giocare e lasciarsi alle spalle la paura e la possibilità del ritiro. Rimase svincolato fino a quando non arrivò la telefonata di Pitino che gli dava una chance. Per lui, il tornare in campo fu una grande vittoria.

Il suo contratto scadrà il 30 giugno e sarebbe bello se il Novara gli rinnovasse il contratto almeno per un’altra stagione.

 

immagine in evidenza tratta dalla pagina Facebook del Novara Football Club