Omar Ronda, artista biellese ma novarese d’adozione
di Caterina Zadra
Chi è un artista? Ci dicono che un artista è una persona che esprime la sua personalità attraverso un mezzo che può essere un’arte figurativa o perfomativa, un creatore di opere dotate di valore estetico nei campi della cosiddetta cultura alta, come pittura e scultura. Per me un artista è qualcosa di più: colui che esprime in maniera talentuosa e artistica le sue ricerche più profonde, le inquietudini interiori che segnano il proprio percorso di vita. Ho avuto la fortuna di conoscere grandi artisti nella mia vita, uno per tutti Arnaldo Pomodoro, considerato uno dei più grandi scultori contemporanei a livello internazionale. In lui ho amato la sua spiazzante semplicità umana di fronte a una egregia capacità di ricerca nell’accostare semplicità e complessità. L’esempio più evidente lo possiamo riscontrare nelle famose sfere di bronzo dove l’ingranaggio interno è appena svelato e in tutto il suo lavoro di ricerca per il teatro che fu esposto nelle magnifiche sale del Palazzo Reale di Torino, una delle mostre più tecniche e allo stesso tempo emozionali che io abbia avuto la fortuna di poter ammirare.
Un artista completamente diverso, incuriosito dall’arte figurativa fin da giovane, è l’eclettico Omar Ronda: ricercatore e artista. Profondamente innovatore ha la fortuna di crescere circondato da grandi nomi dei movimenti culturali dell’epoca. Fonda una galleria d’arte a Biella nella quale organizza una serie di grandi mostre dei poveristi da Pistoletto a Paolini e Calzolari, per citarne alcuni. Poi passa un intero anno a New York e incontra personaggi importanti nel campo della Visual Art di Wharol fino ai minimalisti come Bob Morris (ricordiamo di lui le sagome geometriche e i labirinti pulitissimi nelle forme che si fondono nel paesaggio circostante). Presto però lascia il mondo delle gallery per dedicarsi alla sua vera grande passione: creare arte.
Novara ha da tempo adottato Omar Aprile Ronda: nel 2011 l’amministrazione provinciale di Novara ha conferito proprio a lui il Premio alla Carriera Artistica, all’interno dell’11 Premio Nazionale d’Arte Città di Novara organizzato da Art Action presso il Prestigioso Palazzo Renzo Piano. Nel Marzo 2013 la presentazione in anteprima esclusiva del catalogo/romanzo: “Marilyn Monroe, una vita bruciata” nell’ambito del progetto Exhibition Project a cura di Vincenzo Scardigno presso la Sala delle Colonne di Palazzo Tornielli a Novara con la conferenza e presentazione dell’installazione che sarà presentata qualche mese dopo in occasione della Biennale di Venezia presso lo show room Versace nella quale si evidenzia questa cura nella metodica ricerca di Bellezza.
Quello che più mi colpisce di lui è la tenacia con la quale persegue i suoi obiettivi, che sono innanzitutto l’innovazione della materia e delle modalità espressive: visitando una raffineria in Sardegna si inventa la Cracking Art, movimento creativo e filosofico che lo porta a cercare nel petrolio, testualmente olio di roccia, quella materia strettamente legata alla natura per trasformarla in arte con un suo rivoluzionario linguaggio tecnico ed espressivo. La sua impresa a me più cara è stata l’installazione estrema sulla vetta del Monte Bianco. Il filmato in bianco e nero lo vede protagonista di una avventura fra la prestazione atletica e quella artistica che, per una appassionata di montagna e di arte come me, è il connubio migliore possibile fra due forti passioni. Alcuni critici affermano che Ronda guardi all’indietro, all’inizio del mondo quando artificiale e naturale erano un tutt’uno. Io invece sostengo che lui guardi molto oltre: credo che nasca con lo sguardo rivolto al futuro e mai al passato, come invece tanti suoi colleghi. E credo che immagini un futuro armonico, dove natura e artifizio, semplicità e tecnologia possano convivere in perfetto equilibrio.
Per tutte queste ragioni ringrazio Omar per aver accolto un bel gruppo di appassionati, artisti e organizzatori legati a Vincenzo Scardigno e ad Art Action di Novara, all’interno della sorprendente esposizione permanente da lui creata a Biella adiacente al suo laboratorio. E’ stata una magnifica opportunità poter ricevere da lui in prima persona le spiegazioni dirette del perché di ogni opera e del senso di tutto il suo lavoro: un mondo colorato, giocoso dove tutto rimane in un equilibrio super-naturale, dove un’opera dialoga con l’altra, dove un materiale naturale interagisce con quello artificiale senza paura, in un mix di trasgressione e rispetto.
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