di Simone Balocco
Pablo Andrés Gonzalez era arrivato a Novara nell’estate 2009 da Tandil, cittadina di centomila abitanti (grossa come Novara, per intenderci) della Provincia di Buenos Aires a oltre trecento chilometri dalla capitale. Non era un calciatore di professione nel Paese che ha dato i natali calcistici ad Alfredo di Stefano, Mario Kempes, Diego Armando Maradona e Gabriel Omar Batistuta: faceva il cartero, il postino. Consegnava la posta casa per casa. Nel suo tempo libero però era un calciatore a tutti gli effetti. Vestiva i colori del Grupo Universitario de Tandil, club di quarta serie argentina. In Italia, Serie D. Ma lui aveva avuto modo di debuttare nella massima serie argentina quattro anni prima nel Racing Avellaneda, uno dei club storici e mitici del calcio albiceleste.
Nessun tifoso del Novara sapeva chi fosse, nessuno aveva mai visto un suo filmato, anche perché nell’estate 2009 i social network in Italia erano “nati” appena un anno prima e non c’era un uso così massiccio di internet e non c’erano tutte le informazioni come oggi. Si sapeva che suo fratello maggiore, Mariano, allora militante nel Porto, aveva avuto un passato nel Palermo e nell’Inter e al collo aveva la medaglia d’oro vinta alle Olimpiadi di Atene del 2004 accanto a gente come Ayala, Burdisso, d’Alessandro, Heinze, Mascherano, Saviola, Tevez sotto la guida di Marcelo Bielsa detto el loco. Si scoprì che Gonzalez junior aveva giocato due stagioni prima del suo arrivo in Piemonte nel Locarno, Serie B elvetica, non facendo benissimo.
A distanza di dodici anni dal suo arrivo sotto la Cupola di San Gaudenzio, Pablo Andrés Gonzalez è diventato una leggenda ed una bandiera non solo del Novara Calcio, ma è stato scelto come capitano, bandiera e uomo-immagine della nuova società calcistica nata ufficialmente lo scorso 20 agosto, il Novara Football Club.
In dodici anni, la carriera azzurra di Pablo Andrés Gonzalez detto Speedy (per la sua velocità) e Puchi, come riporta il sito di statistiche calcistiche, www.transfermarkt.it, racconta questo:
- 299 partite giocate;
- 87 reti segnate;
- 54 assist serviti.
Gonzalez è il giocatore straniero ad aver giocato più partite con il Novara nonché quello ad aver segnato di più. E proprio quelle 86 reti lo pongono al terzo posto nella classifica marcatori all time della squadra superando di un gol una leggenda come Silvio Piola e posizionandosi a nove reti dal secondo posto occupato da Raffaele Rubino, che con il delantero di Tandil ha giocato quattro stagioni (gioendo e piangendo insieme).
Pablo Andrés Gonzalez è Novara, Novara è Pablo Andrés Gonzalez. Un amore nato nella stagione 2009/2010 che ha riportato il Novara dopo quaranta stagioni a vincere un campionato di terza serie e a tornare in Serie B dopo 33 anni consecutivi di Serie C, Serie C1, Serie C2, Lega Pro I divisione. Ma la scintilla tra il tifo azzurro e quel dinoccolato, alto e magro giocatore argentino è scoccato nel primo minuto del secondo tempo di Milan-Novara degli ottavi di finale di Tim Cup: gol del momentaneo pareggio sotto la curva che ospitava 13mila tifosi del Novara. Era il 13 gennaio 2010 e da allora l’attaccante classe 1985 e la squadra sono diventati mainstream tanto che due anni dopo entrambi militavano in Serie A: Gonzalez nel Palermo, il Novara…in Serie A trascinato in massima serie anche dalle reti dello stesso attaccante argentino pochi mesi prima.
Quell’addio diventato realtà il 30 giugno 2011 era stato mal digerito dai tifosi che volevano il numero 19 argentino alla guida dell’attacco azzurro in massima serie dove la squadra mancava da ben 55 anni. Invece con il mercato di gennaio, il Palermo lo acquistò e lo lasciò in prestito fino al termine della stagione al club guidato in panchina allora da Attilio Tesser.
Nell’estate 2012 però Gonzalez, dopo la brutta stagione in massima serie prima con il Palermo (solo una partita ed un gol in Europa League nel terzo turno preliminare di Europa League) e poi con il Siena (sedici partite ed una rete), nonostante le offerte arrivategli (una su tutte, quella del Verona), decise di tornare “a casa” riabbracciando i colori azzurri: Serie B, decurtazione volontaria dell’ingaggio, rimboccarsi le maniche e giù a lavorare per il bene del Novara.
Gonzalez rimase al Novara fino all’estate 2016, regalando gioie immense ai tifosi azzurri: tra le tante, essere stato, nella stagione 2012/2013, il miglior assist man europeo e la tripletta in 48 minuti inflitta al Bari nel turno preliminare play off il 25 maggio 2016.
Gonzalez lasciò Novara per accettare la sfida dell’Alessandria: un discesa di categoria con lo scopo di riportare i grigi in Serie B. Per i tifosi azzurri, un colpo al cuore: l’idolo che passava agli acerrimi nemici. L’unica cosa positiva: Pablo avrebbe fatto il pendolare, non abitando nella città di San Baudolino ma rimanendo in quella di San Gaudenzio. Una prova di affetto visto che la sua famiglia era radicata in città e lui stava benissimo.
Gonzalez con i grigi fece il…Gonzalez: 84 presenze, 36 reti e 21 assist in due stagioni ma in entrambi i campionati la squadra non riuscì a salire di categoria. Nell’estate 2018 il giocatore non rinnovò con l’Alessandria e si trovò libero, in cerca di un ingaggio. La decisione di non rinnovare è stata anche sua: era stato preso per la promozione in Serie, la squadra non era stata promossa in Serie, aveva fallito quindi addio Alessandria.
Per un Gonzalez fenomeno comunque al “Moccagatta”, ecco un Novara che in quei due campionati fece male: nono posto (e niente play off promozione) con Boscaglia, retrocessione diretta in Serie C l’anno dopo con Corini e di Carlo in panchina.
Novara che ripartiva, nella stagione 2018/2019, dalla Serie C e che sognava di ritorno immediato in cadetteria. Gonzalez che voleva tornare a giocare a grandi livelli.
E come tutte le grandi storie d’amore, ecco arrivare il ritornello di Eros Ramazzotti: “certi amori regalano un’emozione per sempre/momenti che restano così/impressi nella mente”. Per tre mesi, il Novara e Gonzalez si annusarono, si cercarono, si vollero, ma non se ne fece nulla: il Novara di William Viali ripartì dai nuovi acquisti di peso Umberto Eusepi e Daniele Cacia in attacco, mentre Gonzalez era al palo senza squadra.
Se nonché a ridosso del Natale 2018 il più bel regalo che Massimo de Salvo potesse fare ai suoi tifosi: il cartero immortalato con in testa il cappello da Babbo Natale e la maglia azzurra. Pablo Andrés Gonzalez, il 14 dicembre 2018, iniziava la sua “terza vita” novarese.
Era fermo da sei mesi, doveva mettersi in forma ma il suo ritorno al “Piola” in occasione di Novara-Olbia del 16 dicembre 2018 scaldò gli animi dei tifosi che lo rividero nel loro stadio dopo tanto, troppo tempo. E proprio contro la squadra sarda, nel girone di ritorno, il 20 aprile successivo, Gonzalez ritrovò la via del gol. Un gol che con la maglia azzurra mancava proprio dalla tripletta di Bari.
Gli ultimi tre campionati (2018-2021) per il Novara non sono stati positivi (a parte il raggiungimento della semifinale play off il 17 luglio 2020 contro la Reggio Audace), con l’11° posto della stagione appena conclusa e l’addio al professionismo dopo quasi 113 anni di storia lo scorso 26 luglio. Eppure, nonostante lo svincolo d’autorità imposto della Federcalcio a tutti calciatori azzurri, Pablo Andres Gonzalez ha deciso di ricominciare ancora da Novara, dalla “sua” Novara, la città che lo ha coccolato e fatto diventare uomo e calciatore. Una città che lo ha visto arrivare a 24 anni e che oggi, a 36 anni, lo vedrà diventare capitano, uomo-immagine, uomo-simbolo, bandiera, icona, novarese più di tanti novaresi.
I dati statistici della sua terza esperienza novarese non sono esaltanti (in campionato 59 presenze, sei reti e cinque passaggi vincenti) e questo Pablo lo sa. Ma lui ci crede, vuole riportare la squadra tra i professionisti, vuole farla tornare a casa.
Non sarà un campionato facile, ma i tifosi sono certi che il loro fu numero 19 (in Serie D non ci sono la maglie personalizzate) con il suo carisma, la sua voglia ed il suo piede sinistro possono ancora dare tanto ad una piazza delusa per i fatti di questa estate assurda. Ma l’amore vero il giocatore argentino non è mai mancato, tanto che prima dell’ultimo match dello scorso campionato contro il Como (che è anche coinciso con l’ultimo incontro ufficiale del Novara Calcio) lo striscione esposto dai tifosi azzurri nel settore “distinti” del “Piola” è stato molto eloquente: “Da Tandil el cartero/a Novara uomo vero. Onore a Pablo”.
La storia del calcio è piena di giocatori che vanno e vengono, ma la maglia rimane sempre nel cuore, negli occhi e nella mente di ogni tifoso. E la notizia che vede il Novara Football Club partire con Pablo Andrés Gonzalez in campo ha fatto tornare il bagliore nella vita “calcistica” dei tifosi azzurri: forse con lui in attacco, la stagione potrebbe essere davvero entusiasmante. Perché con in squadra un giocatore del genere si può forse rialzare la testa e continuare a sognare.
Gonzalez è la storia recente del Novara Football Club e di Novara, il vicino di casa che ognuno vorrebbe, l’amico con cui confidarsi, quello che chiami quando si ha bisogno anche quando hai solamente terminato il sale e lui te lo presta.
Di lui ha anche parlato Federico Buffa, lo storyteller italiano per antonomasia. Ovviamente bene, perché dei bravi ragazzi che si impegnano, sudano e lottano per la maglia che indossano e che vogliono bene ai tifosi non si può che parlare bene.
Fra poche settimane riprenderà il campionato e dal tunnel del “Piola” uscirà il Novara Football Club con davanti a tutti quel ragazzo argentino che consegnava le lettere e che ora è tutto per i tifosi azzurri. Sperando che da quella “mattonella” possano partire i gol che varranno i tre punti e la promozione.
immagine in evidenza tratta da www.chefaticalavitadabomber.it