Pensare a crescere e migliorare stagione dopo stagione: intervista a Thomas Forzatti, allenatore della Castellettese (Promozione novarese)

Condividi sulla tua pagina social

by Simone Balocco

Si dice che il calciatore perfetto a carriera conclusa appenda gli scarpini al chiodo e indossi giacca e cravatta per diventare allenatore. La storia del calcio è piena di ex calciatori che sono diventati allenatori, ma sono anche tanti quelli che pur non avendo mai giocato seriamente a calcio, sono diventati dei grandissimi allenatori. Due su tutti, Arrigo Sacchi e José Mourinho.

Sulla panchina della Castellettese, compagine di Promozione novarese, siede da un anno e mezzo un uomo che da calciatore ha scritto pagine importanti del nostro calcio dilettantistico e ora, come mister,sta intraprendendo una carriera che gli sta dando molte soddisfazioni. Ai nostri “microfoni” abbiamo mister Thomas Forzatti.

Partiamo così: che effetto le fa essere chiamato ora “mister” e non più “bomber”?

Essendo la quinta stagione che alleno, mi sono ormai abituato ad essere chiamato “mister” anche se i giocatori più anziani oppure gli ex compagni mi chiamano ancora “bomber”, vivo ancora un po’ di rendita.

Mister, dall’ottobre 2016 è alla Castellettese. Come sta procedendo la stagione? Le pesa allenare una grande del nostro calcio dilettantistico?

Per me è un gran privilegio poter allenare in una società storica che è stata ai vertici del calcio dilettantistico per parecchie stagioni e la cosa mi rende ancor più determinato sul mio “lavoro”. Stiamo mantenendo abbondantemente le aspettative che erano quelle di una tranquilla salvezza, le cose stanno andando bene e vorremmo finire con il miglior piazzamento possibile.

Qual è la squadra più forte che avete incontrato quest’anno? Chi a suo avviso è il miglior allenatore novarese?

Oltre alle solite Città di Verbania e Accademia Borgomanero, aggiungo l’Oleggio: è una squadra molto organizzata che gioca bene a calcio. Ci sono ottimi allenatori nel Novarese, se devo fare un nome dico Alessandro Ferrero.

Obiettivo e programmi per il futuro?

In questa fase del mio percorso da allenatore devo pensare a crescere e migliorare stagione dopo stagione, se dovessi meritarmelo sul campo, come è giusto che debba essere, ambisco al massimo che sarà nelle mia possibilità.

Avrebbe mai pensato un giorno di allenare?

Dopo i 30 anni ho iniziato a capire che non avrei mai potuto stare senza calcio, volevo ritagliarmi un ruolo in questo sport per il futuro così decisi di fare il patentino Uefa B mentre stavo ancora giocando.

Che differenza c’è fra il giocare 90 minuti ed allenare 90 minuti?

Una differenza colossale. Per un allenatore è riduttivo parlare di 90 minuti: si inizia il lunedì a pensare all’avversario della domenica con tutti gli strumenti che un dilettante ha a disposizione, alla gestione della rosa e delle sedute di allenamento fino ad arrivare alla preparazione della formazione che scenderà in campo. La domenica è la cosa più semplice se si è fatto un buon lavoro durante la settimana. Sicuramente è una grande responsabilità però la gioia di una partita vinta da allenatore vale molto di più rispetto a quello che provavo da giocatore.

A quale allenatore si ispira o cerca di assomigliare? Può risponderci anche con il nome di un suo ex allenatore di quando giocava.

Ci sono molti allenatori professionisti che mi piacciono, dico Mourinho e Conte.

Come è organizzata la sua settimana calcistica? Che schema predilige?

Ci alleniamo 3 volte la settimana di sera, tutti gli allenamenti iniziano con un riscaldamento tecnico/tattico e finiscono con una partitella, per ogni seduta viene inserito un lavoro fisico che può essere fatto con palla o a secco, il martedì aerobico, il mecoledì anaerobico/forza, il venerd’ rapidità. La parte centrale di ogni seduta è rappresentata da un lavoro tattico specifico in base ai temi che voglio andare a sviluppare o all’avversario della domenica.

Lo schema che prediligo è l’4-2-3-1.

Tanti allenatori non dormono la sera prima di ogni match e non mangiano? Lei è come loro o vive tranquillo e sereno la vigilia?

Più si avvicina la domenica più sono concentrato sulla partita e durante la giornata della vigilia penso sempre di più a quello che potrà essere. Per scaricare la tensione cerco di fare un po’ di sport il sabato e vado a vedere mio figlio a giocare. Cerco di viverla con il giusto equilibrio.

Su cosa non transige dai suoi ragazzi?

La cosa fondamentale che chiedo ai miei calciatori è il rispetto per le regole e per i propri compagni, poi in allenamento devono dare il 110% in ogni seduta.

Cosa consiglierebbe a un ragazzo/uomo che vuole intraprendere la carriera di allenatore?

Per allenare occorrono tanti ingredienti: fondamentale è la passione per questo sport e la “sete” di conoscenza non deve mai fermarsi, c’è sempre qualche cosa di nuovo da imparare.

Chi “mastica” un po di calcio novarese, conoscerà la storia di Thomas Forzatti: 320 gol segnati in venti anni di calcio giocato. Numeri da vero campione, da attaccante di razza. E’ contento della sua carriera o ha dei rimpianti?

Sono profondamente contento e soddisfatto di quello che ho fatto nella mia carriera da calciatore, ho avuto la fortuna di giocare nelle piazze più importanti del panorama dilettantistico novarese (Verbania, Arona, Gozzano, Oleggio, Galliate, Romentino…). Probabilmente in alcune fasi della mia carriera avrei potuto fare delle scelte diverse, però senza rimpianti. Mi dispiace solo di non aver mai avuto la possibilità concreta di poterci provare.

12 maggio 2013, triplice fischio di Romentinese-Arona, la sua ultima partita da calciatore. Ha pianto?

I giocatori/compagni di quella stagione mi hanno fatto una bella sorpresa facendosi trovare tutti con una maglia celebrativa, la verità che ho avuto gli occhi lucidi sia all’inizio che all’uscita dal campo consapevole del fatto che si stava chiudendo una pagina importante della mia vita.

Qual è il compagno di squadra che ricorda con più affetto e quale l’allenatore le ha dato di più?

Sicuramente il giocatore che ricordo con maggiore affetto è il mio migliore amico Simone Squeo, indimenticabile la stagione di Romentino dei 44 gol di coppia in campionato. Sulla seconda domanda preferisco non rispondere con un nome per non fare torti a nessuno, da tutti ho ricevuto qualche cosa sia nel bene che nel male.

Com’è il movimento calcistico dilettantistico novarese?

A malincuore devo dire che le cose stanno peggiorando drasticamente, ci sono sempre meno ragazzi che praticano questo sport, la moria di squadre che ogni anno vediamo certificano il momento che stiamo vivendo. Il problema nasce a monte , i ragazzini del settore giovanile spesso arrivano nelle prime squadre dopo essere stati allenati per anni da “allenatori” senza competenze specifiche .

Su 52 squadre nei tre campionati principali (Serie D – Eccellenza – Promozione) solo diciotto sono del Novarese e quasi la metà di queste appartengono al VCO.

Come giudica la stagione delle due top squadre della nostra provincia, il Novara e il Gozzano?

Il Novara non sta facendo una buona stagione e tutti speriamo che il cambio di allenatore dia una scossa e possa garantire una salvezza senza patemi. Il Gozzano sta facendo una grande cavalcata assieme al Como con l’obiettivo del calcio professionistico che sarebbe il giusto coronamento per una realtà che nel corso degli anni è sempre andata in crescendo.

Cosa vuole fare Thomas Forzatti da grande?

Bella domanda. Mi piace fortemente quello che faccio e se dovessi aprire il cassetto direi “Mi piacerebbe arrivare dove non sono riuscito da giocatore ad arrivare”