Per una economia più umana
di Caterina Zadra
Il 18 Febbraio 2016 presso il Liceo delle Scienze Umane Tornielli Bellini si è tenuto un interessante incontro dal titolo “Bilancio Sociale d’Impresa e Capitale Umano”. In sinergia con l’Università del Piemonte Orientale e l’Associazione Industriali di Novara, sono intervenuti il Prof. Davide Maggi sul Bilancio Sociale, il Prof. Massimo Folador sul Capitale Umano, la Dott.ssa Susanna Galli per Novamont SpA e la Dott.ssa Lara Ponti per Ponti SpA. Organizzatrice e moderatrice dell’incontro la Prof.ssa Maria Motta, dirigente dell’Istituto.
Il Prof. Davide Maggi illustra il bilancio sociale come il prodotto finale di un processo responsabilità sociale dell’impresa. L’impresa – ci racconta – nell’idea corrente, è il profitto per l’azionista. Invece l’impresa è un progetto che ha delle responsabilità e dove interagiscono cose e persone sia all’interno dell’impresa che al di fuori, dove esistono altri soggetti che hanno delle attese: sono sempre più incisive le preoccupazioni sociali e ambientali di tutti i soggetti coinvolti. In Italia da sempre l’impresa è stata definita come un istituto economico e sociale, ed in effetti è un progetto organizzativo che porta a dei risultati. Friedman è stato uno dei primi a sviluppare il concetto di creazione di valore per tutti i soggetti interessati che ruotano attorno all’impresa. La CSR può avere tanti tipi di responsabilità: cittadinanza, ambiente, sostenibilità, responsabilità corporativa. Si tratta di applicazione dell’Etica (non religione, non diritto, non morale). Negli ultimi anni c’è stata una forte teorizzazione su CRS e molte organizzazioni internazionali hanno messo in agenda questo tema. Tutto questo movimento si traduce in alcune policy statements o codici etici per la loro applicazione. Il bilancio sociale quindi è la chiusura di un percorso redatto dalle imprese in modo volontario: l’azienda realizza reporting specifici e codici di condotta .
Il 2016 è un anno di svolta perchè è stata prevista una qualificazione particolare aziendale chiamata benefit corporation, nei casi in cui le aziende nei loro statuti pongano norme che prevedano attenzione al sociale e all’ambiente, sia nel caso di aziende nuove o già operanti nel mercato ma che inseriscano nel loro statuto norme precise su politiche ambientali e sociali. L’inserimento nello statuto non è esente da rischi: rende di fatto possibile che un azionista possa indire una azione di responsabilità verso l’impresa inadempiente. L’Italia è il primo paese ad introdurre questa possibilità. La Certificazione B Lab è una certificazione internazionale che certifica le capacità delle imprese in questo senso: in USA 38 stati su 50 l’hanno adottato.
Il Prof. Folador ci parla del Capitale Umano con concetti estrapolati dal mondo dei monaci benedettini: fare impresa con poco capitale ma realizzando tante opere. Una impresa possibile: la ricerca del Valore in grado di generare Valore. Esiste nel mondo oltre al capitale umano un capitale relazionale: l’insieme delle relazioni interpersonali basate sulla fiducia senza le quali le stesse transazioni economiche, azioni sociali o progettuali non esisterebbero. Il talento può diventare risultato e produrre eccellenza, ma non è possibile produrre eccellenza con persone mediocri. Il capitale umano non si adagia, si muove. Diventa impellente la centralità del lavoro per contribuire ad un mondo più giusto e più umano. E’ nel mondo del lavoro che si forma l’intelligenza collettiva e il concetto di bene comune, dove il mio bene e il tuo bene si incontrano.
Lara Ponti e Susanna Galli ci raccontano le loro rispettive imprese, la Ponti SpA di natura familiare operante nel comparto alimentare e specificamente negli aceti; la Novamont SpA gruppo di capitale operante nell’ambito chimico. Per Lara Ponti il bilancio sociale è dare testimonianza di come facciamo le cose e di come trattiamo le persone: il bilancio aziendale è come il sei a scuola, il minimo sindacale. Il bilancio sociale invece rappresenta l’otto, un modo completo e ragionato. Per noi è importante sia per avere le idee chiare in azienda ma anche come documento di trasparenza per l’estero. Ed è importante controllare i dati esatti di come pensiamo noi sia l’azienda e di come questa è in realtà su alcuni aspetti non secondari: sostenibilità, pari opportunità, responsabilità, struttura, igiene, pakaging.
Per Novamont il modello di bioraffineria integrata nasce all’insegna della sostenibilità. In origine derivante dal gruppo Montedison, ora con lo sguardo al futuro: il bilancio sociale vuol dire che l’azienda esce dal suo cancello e informa la comunità circa i risultati. L’obiettivo è sviluppare chimici che derivino dall’agricoltura e con queste sviluppare materiali plastici di uso comune. In azienda si produce il Mater Bi: dall’agricoltura entrano negli impianti e fuoriescono polimeri in granuli compostabili certificati da enti terzi. La certificazione è molto importante perchè viene certificata la veridicità in tutto il processo.