“Play out” is for boys, “Spirito di Fiorenzuola” is for men

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di Simone Balocco

 

 

Serie C2 girone A, stagione 2000/2001. Quel campionato fu vinto dal Padova e, a seguito dei play off, salì in Serie C1 anche la Triestina, quinta classificata, che vinse in finale contro il Mestre. Il Novara (allora “Calcio”) si dovette accontentare della sedicesima piazza a tredici punti dalla salvezza diretta.

Il club azzurro, allora presieduto da Claudio Achilli e guidato in panchina da novembre da Stefano Civeriati, dovette quindi disputare i play out salvezza. Avversario delle due partite salvezza extra-season fu il Fiorenzuola, quart’ultimo e avanti di ben otto punti sullo stesso Novara terz’ultimo. L’altro play out fu tra il Moncalieri penultimo ed il Legnano quint’ultimo, che chiuse la regular season con 15 punti sui torinesi.

Per il Novara quella fu la terza stagione consecutiva chiusa in zona retrocessione e terminata con il terzo play out di fila. I precedenti incontri (contro Vogherese ed Imperia) si chiusero con il club azzurro vittorioso e salvo. Ce l’avrebbe fatta anche questa volta?

Visto che il Novara aveva chiuso dietro ai piacentini, per regolamento la partita di andata si disputò al “Piola” mentre il ritorno si giocò al “Pavesi”: andata domenica 27 maggio, ritorno la settimana successiva in terra emiliana. A salvarsi fu il Novara Calcio, mentre il Fiorenzuola retrocesse in Serie D (salvo poi essere ripescato in Serie C2 in estate).

Le due partite di campionato fra le due squadre si disputarono il 10 settembre 2000 ed il 21 gennaio 2001 (seconda e diciannovesima giornata) ed entrambe furono vinte dai rossoneri allora guidati in panchina da Stefano Maccoppi.

Il Novara Calcio partiva con gli sfavori del pronostico non solo perché aveva chiuso per il terzo anno di fila in posizione play out, ma anche perché avrebbe giocato la prima partita fuori casa e con l’obbligo di vincere almeno una delle due, mentre il Fiorenzuola avrebbe giocato in casa il match di ritorno (quindi in una posizione favorevole, in quanto il match decisivo si sarebbe giocato in casa) e con la possibilità di salvarsi anche con due pareggi. Se non era un record, poco ci mancava: terza salvezza consecutiva ai play out. Quel Novara Calcio non ne voleva proprio sapere di mollare.

Domenica, a distanza di 23 anni da allora, Fiorenzuola e Novara si affronteranno…ancora ai play out per mantenere la categoria: chi si salverà rimarrà in terza serie nazionale anche la prossima stagione, mentre chi perderà retrocederà nei dilettanti. Un dettaglio non da poco.

A distanza dalla stagione 2000/2001, Novara e Fiorenzuola non si sono mai più affrontate se non in questa stagione. E, visto che il match è mancato per 23 stagioni, i due sodalizi si sono già affrontati quattro volte quest’anno ed in tutti i casi a prevalere è stata la squadra di Giacomo Gattuso: 1-6 in amichevole il 2 agosto, 2-3 in Coppa Italia di Serie C il 3 ottobre, 1-2 all’andata in campionato a Fiorenzuola il 22 dicembre e 2-0 domenica 28 aprile al “Piola”.

La domanda che tutti si pongono è: si salverà il Novara Football Club, erede (di tifo) di quel Novara Calcio che si salvò ventitre anni fa? I tifosi sono pressoché convinti che la squadra si salverà. Una salvezza che solo a metà dicembre pareva quasi impossibile visto che Ranieri e compagni, dopo il 2-3 nell’extra-time della Triestina al “Piola” del 17 dicembre, erano fissi all’ultimo posto per la diciottesima giornata consecutiva. Gli azzurri chiusero il girone di andata con soli 15 punti al terz’ultimo posto proprio grazie alla vittoria, al “Pavesi”, di venerdì 22 dicembre contro i piacentini di Luca Tabbiani. Quella contro i rossoneri emiliani fu la seconda vittoria in campionato. Ed erano (almeno) ventitre anni che il Novara (allora “Calcio”) non aveva avuto un girone di andata così traumatico.

A metà dicembre (il 13) inoltre ci fu il passaggio di consegne “presidenziali” tra Massimo Ferranti e Marco La Rosa, a capo di un nuovo management che avrebbe dato maggiori certezze alla squadra (con Fabio Boveri vice-Presidente e Pietro Lo Monaco dg). Con il mercato di gennaio sono arrivati ben undici nuovi giocatori a fronte di dieci cessioni (comprese le risoluzioni contrattuali), il livello tecnico (e fisico) della squadra è incrementato notevolmente e la squadra ha totalizzato 28 punti su 57 disponibili, chiudendo al quinto posto (a pari merito con Atalanta Under 23 e Lumezzane) nella virtuale classifica dei punti conquistati nel girone di ritorno. Il Fiorenzuola nel girone di ritorno ha totalizzato 24 punti (nona posizione nella classifica “virtuale” insieme alla Triestina) ma anche lei, non si è mai mossa dalle sabbie mobili della zona play out per tutta la stagione.

Il destino poi ha voluto che l’ultima partita della regular season fosse Novara-Fiorenzuola e che i play out avrebbero visto in campo ancora le due squadre a due settimane dalla vittoria azzurra per 2-0 con doppietta di Oliver Urso, al settimo gol stagione e diventato capocannoniere della squadra.

E pensare che il sogno salvezza diretta, domenica 28 aprile, per il Novara era durato 33 minuti (dal primo gol di Urso al 26’ al gol-vittoria del sestese Fornito al 59’ in Pro Sesto-Pro Patria). Il Novara FC si sarebbe salvato direttamente senza passare per i play out solo se avesse vinto e, se contemporaneamente, Pro Sesto (penultima) e Pergolettese (quintultima) non avessero vinto. Le due squadre lombarde hanno vinto e quindi per i ragazzi di Giacomo Gattuso la salvezza in Serie C passerà attraverso i play out.

Il match tra Fiorenzuola e Novara sarà l’unico play out del girone A in quanto, con la vittoria contro la Giana Ermino, la Pergolettese ha chiuso addirittura al sestultimo posto scavalcando l’Arzignano: i vicentini si sono salvati direttamente grazie al fatto che la Pro Sesto, penultima, nonostante la vittoria contro la Pro Patria, ha chiuso con uno svantaggio di nove punti sui veneti. Il che significa che “Pergo” e Arzignano il prossimo anno rimarranno ancora in Serie C mentre i sestesi sono retrocessi in Serie D dopo quattro stagioni.

Il Novara FC è stata, quindi, la squadra beffata dell’ultima giornata. E la parola “beffata” si addice molto bene alla squadra di quest’anno: nonostante un girone di ritorno molto positivo, Ranieri e soci hanno gettato al vento tante (troppe?) occasioni di vittoria vedendosi pareggiare troppe volte nei minuti di recupero. Un esempio? Nel solo girone di ritorno, tra il minuto 85’ e i tempi di recupero, la squadra si è fatta recuperare il vantaggio in cinque occasioni. E a fine stagione i punti pesano, soprattutto se hai almeno dieci punti in meno in classifica di quanti avresti potuto (e dovuto) conquistare. Per non parlare del fatto che nel girone di andata la squadra azzurra avrebbe potuto avere altri nove punti in più se, sempre tra l’85’ ed i tempi di recupero, gli avversari non avessero pareggiato o vinto. Ma con i se i con i ma, non si fa nulla. Figurarsi nel calcio.

Le due partite play out saranno toste, anche per il semplice fatto che tanti tifosi danno per scontata la salvezza azzurra visti i quattro precedenti benevoli in stagione e per il fatto che il 28 aprile il Fiorenzuola non ha mai impensierito gli azzurri (se non nei primi 20 minuti) e che, soprattutto nella ripresa, certi del fatto che, sotto di due reti, non avrebbero rimontato e superato il Novara al quart’ultimo posto, la squadra di Tabbiani ha abbassato moltissimo il ritmo, è certa del fatto che, già dal turno precedente, avrebbe fatto i play out matematicamente.

Mister Gattuso domenica ritroverà Lorenzini, squalificato il 28 aprile, mentre Bertoncini (originario proprio di Fiorenzuola d’Arda) non sarà più in diffida visto che nei play out le diffide “in corso” vengono azzerate. Dall’infermeria si proverà (ma sarà difficile) a convocare i lungo degenti Lancini, Kerrigan e Calcagni, mentre hanno chiuso la stagione Scappini, Donadio e Khailoti, uscito nel primo tempo di Novara-Fiorenzuola al minuto 23 per infortunio. E anche la variabile “infortuni” questa stagione (come la precedente) ha penalizzato molto Gattuso nella scelta dell’”undici” da schierare.

Non saranno partite semplici, anche perché i play out sono partite a sé ed entrambe dovranno commettere meno errori possibili e dovranno sfruttare gli errori dell’anniversario.

E’ previsto un nutrito numero di tifosi azzurri al “Pavesi” con oltre 400 persone stimate tra settore ospiti (con i biglietti polverizzati in meno di due giorni) e tribuna, nonostante non sia stato possibile organizzare dei pullman. I tifosi del Novara, in trasferta, non hanno mai fatto mancare il loro apporto alla squadra anche quando la classifica era pericolosa: una cosa non scontata, anche se si sa che il vero tifoso si vede quando i risultati sono negativi anziché positivi: i tifosi azzurri sono stati davvero il dodicesimo uomo in campo per tutto il corso del  torneo.

Sul Novara FC che scenderà in campo domenica dovrà esserci lo “spirito di Fiorenzuola 2001” quando gli azzurri salvarono la categoria e la stagione successiva addirittura chiusero al terzo posto in classifica (+27 punti rispetto alla stagione precedente) perdendo poi la semifinale play off contro la Pro Patria poi promossa in Serie C1.

Del Novara (ovviamente “Calcio) della stagione 2000/2001 non gioca più nessuno: alcuni calciatori sono rimasti nel mondo del calcio, altri hanno deciso di dedicarsi ad altro dopo il ritiro. A dire il vero, di quel play out c’è ancora una persona nel Novara (oggi “Football Club”) ed è Giacomo Gattuso, oggi allenatore ed allora difensore del club azzurro che scese in campo al “Pavesi” con la fascia di capitano.

Uno di quelli che è rimasto nel mondo del calcio dopo il ritiro è l’eroe del play out contro il Fiorenzuola: Tiziano Polenghi, in gol sia all’andata (gol vittoria 1-0 a Novara) che al ritorno (gol del momentaneo vantaggio al minuto 49 prima del pareggio al 90’ del rossonero Medda). Dopo di allora, il terzino di Vizzolo Predabissi è entrato nella storia del Novara e nel cuore di tutti i tifosi.

Un esempio? Sabato 12 marzo 2011, al “Piola”, si giocò l’incontro valevole per la 31a giornata del campionato di Serie B tra il Novara e il Sassuolo: gli azzurri erano lanciati nella corsa play off, mentre i nero-verdi modenesi erano in crisi di risultati, pericolosamente nella zona calda della classifica e giunti in viale Kennedy con tanti giocatori indisponibili. Per gli azzurri di Tesser il momento non era dei migliori, visto che nel girone di ritorno, in nove partite, avevano conquistato solo dodici punti e non vincevano in casa da un mese. La partita si chiuse sul punteggio di 0-0 e Ludi e compagni giocarono poi due partite in trasferta (a Vicenza e a Bergamo contro l’Albinoleffe), perdendole entrambe. Il 12 giugno successivo tutti sanno come andò a finire il campionato per l’”undici” del tecnico di Montebelluna.

Perché è importante quel Novara-Sassuolo? Per ciò che avvenne al minuto 75: mister Gregucci decise di togliere un difensore per fare spazio ad un altro di pari ruolo. Ci poteva stare come strategia, visto che la squadra emiliana era venuta a Novara per difendersi e il pareggio le andava più che bene. Il giocatore sostituito si accomodò in panchina, ma dopo pochi secondi si alzò di colpo e si scorse verso la Curva Nord. Si era alzato in piedi perché i tifosi del Novara gli avevano rivolto un coro e lui li aveva salutati e ringraziati. Suona strano che una tifoseria intoni un coro per un giocatore avversario, ma quell’avversario non era un avversario qualsiasi, ma uno che aveva scritto la storia del Novara. Il giocatore cui ea stato dedicato il coro era proprio Tiziano Polenghi.

Il “Pole” era arrivato dal Castel di Sangro al Novara del presidente Claudio Achilli nell’estate 1999. Il club azzurro era una nobile decaduta del nostro calcio, tanto da mancare non solo 45 anni dalla Serie A, ma anche per il semplice fatto che non riusciva a tornare neanche in Serie C1, categoria che sembrava un miraggio per la squadra tanto che tra gli anni ’80 e ‘90 vi giocò solo due stagioni. Eppure Polenghi, 22 anni ai tempi di “Fiorenzuola 2001”, aveva salvato la “baracca” come Petrone, Andreolli e Preti lo avevano fatto nei due precedenti play off.

Anche la seconda volta che tornò al “Piola” da avversario (il 20 aprile 2015, quando militava nella Giana Erminio), lo stadio azzurro fece partire il solito coro per il terzino classe 1978 che prima di tornare negli spogliatoi andò a centrocampo a salutare gli ex tifosi, fermandosi poi a parlare per qualche secondo con quelli del settore “distinti”.

Polenghi lasciò il Novara nel gennaio 2005 dopo 139 partite, otto reti segnate oltre alla semifinale play off persa contro la Pro Patria nella stagione 2001/2002 e quella vinta contro il Sud Tirol in quella successiva.

Dopo Novara, Polenghi giocò nella Salernitana (gennaio 2005-giugno 2006) in Serie B (insieme all’altro azzurro Raffaele Rubino), quattro stagioni a Lecce (di cui due in Serie A), due stagioni in cadetteria a Sassuolo, una stagione alla Cremonese in Lega Pro Prima divisione, due anni al Monza di Lega Pro Seconda divisione, una mezza stagione a Santacercangelo e a Gorgonzola con la Giana Erminio (stagione 204/2015) con cui poi chiuse la carriera l’anno dopo portando i martesani a due salvezze consecutive grazie al suo contributo determinante, vista l’esperienza che aveva nella categoria e nel calcio professionistico rispetto ai suoi compagni. Addirittura si parlò di un clamoroso ritorno di Polenghi a Novara nella stagione 2011/2012 (quella del ritorno in Serie A dopo 55 anni), ma l’allora 33enne terzino di Vizzolo non “atterrò” a Novara ma andò a giocare a Cremona.

Nell’estate 2016, Polenghi disse addio al calcio giocato intraprendendo la carriera di allenatore con in “bacheca” una laurea in Scienze motorie, oggi è l’allenatore dell’Under 17 dell’Inter (lui che era cresciuto nel settore giovanile nerazzurro) e nel gennaio 2023 ha conseguito il patentino UEFA Pro che gli permette ora di poter allenare qualsivoglia squadra in qualsivoglia categoria.

Parlare oggi di Tiziano Polenghi, e di quel Novara, fa venire davvero a tutti al magon: cinque stagioni (e mezzo) fantastiche, vissute in maniera rocambolesca. Il carisma, il tocco vellutato e la bravura nelle chiusure da parte di un giocatore che si vedeva lontano un miglio che avrebbe giocato in categorie superiori. E poi le due magie del 27 maggio e del 3 giugno 2001: due gol pesanti che permisero al Novara di salvarsi e continuare a giocare tra i professionisti.

Di acqua sotto i ponti a Fiorenzuola d’Arda e Novara ne è passata, ma ora sembra che il tempo si sia fermato a quella trepidante attesa del post season 2000/2001. Molti tifosi che hanno seguito il Novara quest’anno non erano neanche nati allora e tanti tifosi che andranno a Fiorenzuola erano presenti anche al “Pavesi” ventitre anni fa. Da dopo Novara-Fiorenzuola girà poi su Facebook un’immagine del 3 giugno 2001 che ritrae l’allora Novara Calcio sotto il settore ospiti del “Pavesi” con i tifosi ammassati in stile “avalanche” argentina per abbracciare quella squadra che, quella stagione, aveva compiuto un miracolo.

Allora a salvare la squadra era stato Tiziano Polenghi. Chi salverà ora la squadra? I tifosi non fanno preferenze (anche se sognano Easton Ongaro mattatore dei play out), ma vogliono che la squadra si salvi per poi ricominciare la nuova stagione con la certezza di avere una dirigenza molto solida ed ambiziosa.

Appuntamento per domenica 12 e 19 maggio alle ore 18. E che lo “spirito di Fiorenzuola 2001” avvolga tutta la rosa azzurra.

 

foto in evidenza tratta dalla pagina Facebook del Novara Football Club

Foto all’inizio dell’articolo tratta dalla bacheca Facebook di Jacopo Foradini