by Simone Balocco
Doveva essere la partita in cui il Novara era l’agnello sacrificale, doveva essere la partita dove si sperava di prendere meno gol possibili, doveva essere la settima sconfitta in trasferta della stagione, doveva essere la partita del nostro affossamento morale. Doveva essere, ma non è stato nulla di tutto ciò.
Ieri pomeriggio il Novara si è imposto per 4 a 0 al “Bentegodi” di Verona contro la capolista in una partita giocata a testa alta e con grande caparbietà da parte di da Costa e compagni che tornano a fare punti in trasferta. L’ultimo punto conquistato in trasferta dagli azzurri risale allo 0 a 0 di Trapani del 30 aprile scorso, mentre l’ultima vittoria risale al 4 a 3 del “san Nicola” di Bari nel turno preliminare play off del 25 maggio. Dopo di allora: sei partite, sei sconfitte, cinque gol fatti (di cui tre solo a Terni) e dodici subiti. Un rullino di marcia da squadra-materasso.
E invece grande inversione di tendenza: nuovo modulo di gioco; il ritorno in campo dal 1′ di Andrea Mantovani in difesa e Novara che non solo è passato in vantaggio (cosa avvenuta già a Vercelli e a Terni, ma con 0 punti al 90°) ma che ha giocato la partita in avanti e non arroccandosi in difesa come poteva essere auspicabile, facendosi vedere dalle parti di Nicholas complessivamente otto volte. L’ultima volta che il Novara aveva vinto in trasferta con quattro gol di scarto risale al 2 a 6 del “Tombolato” del 28 marzo 2013.
Il Verona, nonostante questa pesante sconfitta, rimane comunque saldo al comando della classifica con 30 punti, ma ora deve stare attento al Frosinone, vittorioso al “Matusa” (prossimo ad essere sostituito dal nuovo “Benito Stirpe”) per 3 a 1 contro l’Ascoli. E domenica pomeriggio al “Piola”, nel primo posticipo della quindicesima giornata, arriverà proprio il sodalizio ciociaro di Pasquale Marino e dei bomber Dionisi e Daniel Ciofani. Novara che per la prima volta in stagione si posiziona nella parte sinistra della classifica (11° posto) con diciassette punti, a quattro punti sia dai play off che dai play out.
Le quattro reti azzurre del “Bentegodi” sono state tutte di pregevole fattura: tiro di destro di Casarini di prima intenzione a ridosso dell’area avversaria da parte di Casarini (17′); sinistro dalla lunga distanza di Viola (63′); destro di Faragò smarcato dagli avversari davanti a Nicholas (75′); tacco di Galabinov “alla Bettega” (87′). Gli assist sono stati da parte di Galabinov (partito in nettissima posizione di fuorigioco), Faragò, Dickmann e Kupisz.
Gli scaligeri hanno giocato bene nel primo tempo, con tre occasioni nella prima mezz’ora mentre nella ripresa sono molto calati, lasciando molto spazio al Novara. E pensare che negli ultimi venti minuti di gioco mister Pecchi ha schierato nella mischia complessivamente cinque punte ed almeno altri tre giocatori con caratteristiche offensive. La scelta del tecnico scaligero aveva nel complesso una ragion d’essere, perché il Verona fino a ieri aveva il miglior rendimento casalingo di tutto il torneo (cinque vittorie e un pareggio) e voleva pareggiare almeno la partita. Ma l’onda d’urto azzurra ha preso il sopravvento e addirittura il Novara ha avuto, oltre al poker, molte altre occasioni ghiotte per segnare. Anche se nella ripresa c’era un rigore netto su Pazzini per fallo di Scognamiglio, con il numero 6 novarese che è “salito” sull’attaccante toscano.
La vittoria della squadra di Roberto Boscaglia è l’emblema del bello del calcio, dove tutto non è mai scontato e dato per certo, dove il “Davide” Novara può battere il “Golia” Verona con una prova che i tifosi azzurri non vedevano (e ricordavano) da tempo.
I tre punti del “Bentegodi” devono dare morale alla squadra, ma non dovrà essere un episodio isolato: il calendario del Novara ora è in salita ma le avversarie sono tutte da incontrare e dovrà essere necessario fare più punti possibili.
Come si dice in gergo, in settimana mister Boscaglia dovrà ancora “lavorare tanto” soprattutto nella parte di finalizzazione, visto che anche a Verona (farà sorridere la cosa) il Novara ha segnato meno di quanto avrebbe potuto (e dovuto).
Tutta la squadra è stata da 8 in pagella: tre parate decisive di da Costa; Mantovani ha retto novanta minuti e ha dovuto marcare un certo Pazzini lasciandogli, nella ripresa, poco spazio; Calderoni è in netta ripresa e sulla fascia mancina ha disseminato cross e giocate importanti; Faragò e Dickmann continuano ad avere un rendimento elevatissimo (e “Lollo” in settimana ha giocato 90′ in Under20); Viola e Casarini stanno tornando a regime (e in due hanno già segnato cinque reti); Kupisz ha dato tanta verve e Sansone è stato un folletto per tutta la partita.
Un discorso a parte merita Andrej Galabinov: il bomber bulgaro a Verona avrebbe potuto fare di più (due palle gol sbagliate clamorosamente), ma arrivava da settimane molto difficili. Quella di ieri è la sua seconda marcatura stagionale, un po’ poco per un attaccante del suo valore e del suo spessore. Che la partita del “Bentegodi” gli possa servire come lezione: a questo Novara serve un “Galagol” decisivo e volitivo, ma anche più cecchino sotto la porta. Le sorti dell’attacco azzurro sono sulle sue spalle e lui dovrà dare sempre il massimo.
In casa Novara ieri sera si è fatta festa, grande festa. Ma l’obiettivo “salvezza anticipata” non dovrà sparire dai radar.
Hellas Verona – Novara, 0 a 4
stadio “Marc’Antonio Bentegodi”, Verona
arbitro: Eugenio Abbattista di Molfetta
Hella Verona: Nicholas; Pisano, Bianchetti, Caracciolo, Souprayen; Romulo, Bessa, Fossati; Valoti, Pazzini, Siligardi. All: Fabio Pecchia
Novara: da Costa; Troest, Mantovani, Scognamiglio; Dickmann, Faragò, Viola, Casarini, Calderoni: Galabinov, Sansone. All: Roberto Boscaglia
Marcatori: Casarini (17′); Viola (64′); Faragò (75′); Galabinov (87′)
Ammoniti: 19′ Pisano; 39′ Troest, 63′ Mantovani
Espulsi: –
immagine di copertina tratta da www.calcioweb.it