di Valentina Pavese
NOVARA – Oggi, venerdì 25 novembre 2016, si è tenuta la presentazione del saggio “Lo specchio della mente – Il problema mente-corpo e i neuroni specchio” di Nicola Simonetti presso il Circolo dei lettori al Broletto.
Il libro è edito da Diogene Multimedia, con prefazione del Prof. Edoardo Boncinelli.
Noi abbiamo incontrato il Prof. Nicola Simonetti poco prima della presentazione per una brevissima intervista introduttiva.
Domanda di Valentina Pavese: “Da cos’è nata la ricerca che ti ha condotto alla stesura di “Lo specchio della mente – Il problema mente-corpo e i neuroni specchio”?
Risposta di Nicola Simonetti: “È una ricerca che prende le mosse già dall’università in quanto la prima parte del libro tratta del problema mente-corpo, un problema a cui dedicai già gli studi durante il corso di laurea in filosofia quindi molti anni fa, questi studi furono integrati del dottorato di ricerca che feci a Siena in scienze cognitive e focalizzando l’attenzione sul dibattito intorno alla scoperta dei neuroni specchio soprattutto le interpretazioni conseguenti. Io ho messo insieme questi interessi che in effetti sono strettamente legati in quanto chiarire il problema mente-corpo aiuta anche a meglio decifrare la scoperta dei neuroni specchio e quindi a fornire un’interpretazione adeguata di questa scoperta”
Domanda: “Ci spieghi in poche parole cosa sono i neuroni specchio, in modo da farlo capire anche a chi non è del campo?”
Risposta: “Sono neuroni bimodali, cioè che si attivano almeno per due funzioni, di cui una strettamente motoria e l’altra cognitiva, legata alla percezione, all’intenzione, allo scopo di una nostra azione. Questa è una scoperta importante perché ci aiuta a capire concretamente quanto il nostro cervello lavori in modo olistico, non per compartimenti stagni, ovvero la sfera motoria è molto più collegata alla sfera cognitiva di quanto si pensasse. È una scoperta recente perché risale agli anni ’80 / ’90. Ora si sta cercando di tirare un po’ le fila dopo numerosi esperimenti in tutto il mondo per capire la portata di questa scoperta.”
Domanda: “Il problema mente-corpo è un problema dibattuto in filosofia per secoli, nel libro ne sintetizzi la storia, riesci a farci uno schema rapidissimo?”
Risposta: “È uno dei problemi classici, accanto a quello di spazio-tempo, ha interessato i filosofi fin dall’antichità, già Socrate e Platone parlano del problema mente-corpo, basti pensare al dualismo platonico mondo sensibile/ mondo intellegibile, le idee, ecc… Questo problema assume le vesti della modernità a partire da Descartes nel ‘600 perché Cartesio [nota 1] aveva vasti interessi, anche anatomici e scientifici in senso stretto ed era soprattutto curioso di comprendere il rapporto tra la res cogitans e la res extensa[nota 2]. In pratica Cartesio viene convenzionalmente inteso come l’iniziatore del problema mente-corpo in termini moderni. La psicologia poi approfondirà questo problema nascendo nell’ ‘800 (è una scienza relativamente giovane) e la filosofia naturalmente ha tratto linfa vitale da tutti questi studi e da tutte le altre scienze. La speculazione filosofica si è quindi arricchita delle scoperte scientifiche”
Domanda: “Quindi come dicevamo già due anni fa durante l’intervista per il tuo precedente saggio (“La settimana del cervello – Il cervello tra neuroscienza e filosofia, che potete trovare nel nostro blog a questo link: https://www.cittadinovara.com/la-settimana-del-cervello-lintervista-al-professor-nicola-simonetti/) Non è più la filosofia messa nell’Iperuranio, cioè fuori dal mondo, ma ormai si parla di filosofia applicata anche ad un campo medico?”
Risposta: “Sì. A me piace sempre, parafrasando una famosa frase di Kant, dire che “La filosofia senza scienza è vuota, la scienza senza filosofia è cieca” e ci credo veramente. Credo che il compito della filosofia sia quello di discutere e interpretare le scoperte scientifiche, perché gli esperimenti da soli sono neutri, non parlano, abbiamo bisogno del filosofo che ha uno sguardo dall’alto per tradurre da un linguaggio all’altro le varie interpretazioni di questi esperimenti. Io, quindi, assegno al filosofo il compito di far dialogare le varie scienze e di capire attraverso un linguaggio universale cosa si possa o non possa dire, fare un po’ il lavoro del logico, del terapeuta del linguaggio, scoprire quali sono i veri problemi e i falsi problemi, quali sono le pieghe di un problema e quindi come affrontarlo meglio”
Domanda: “Nell’ultimo capitolo parli delle implicazioni filosofiche e psicologiche del sistema specchio, tema connesso con i neuroni specchio , riesci a semplificarci anche questo punto?”
Risposta: “Direi due cose fondamentali. Innanzitutto, come sostiene la mia cara amica Shannon Spaulding ricercatrice americana, propendo per parlare di sistema specchio piuttosto che di neuroni specchio per alcuni motivi: prima di tutto perché non sappiamo quanti sono, dove si trovino esattamente, li abbiamo trovati nell’area F5, ovvero l’area motoria, ma pare siano diffusi in buona parte del cervello umano, è un meccanismo generale quindi ha più senso parlare di un sistema che ha un ruolo a livello mentale legato alla comunicazione, all’interpretazione dei comportamenti altrui. Piuttosto che riferirsi ad un singolo neurone è meglio parlare di una famiglia di neuroni, dunque un sistema specchio. Il secondo punto importante è che la scoperta del sistema specchio ci consente di distinguere tra scopi e intenzioni. È una distinzione importante che ci fa capire quanto le nostre azioni, pur essendo inconsapevoli e automatiche, hanno sempre uno scopo legato per lo più alla nostra natura, alla nostra convivenza.. spesso lo scopo è involontario. L’intenzione, invece, ha una sua aurea concettuale. Non è detto che lo scopo implichi l’intenzione, anzi io credo che il sistema specchio abbia a che vedere con gli scopi, mentre le intenzioni riguardano più le funzioni cognitive in senso stretto, quindi attività legate al pensiero e al linguaggio, attività simboliche e culturali”
Salutando e ringraziando il Prof. Simonetti ci diamo l’appuntamento per un’intervista più approfondita sull’argomento che troverete sempre sul nostro blog www.cittadinovara.com prossimamente.
[Nota 1: René Descartes italianizzato Cartesio]
[Nota 2: res cogitans è la realtà psichica, la res extensa è la realtà fisica]