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“Pronto Avvocato?”: la guida in stato di ebbrezza ed il lavoro di pubblica utilità (prima parte)

DiAntonio Costa Barbè

Mar 10, 2025

di Antonio Costa Barbé

La quarta mini-riforma del Codice della Strada concernente la disciplina della guida in stato di ebbrezza (mini-riforma introdotta con la legge 29.07.2010 n. 120) all’articolo 33 introduceva modifiche fondamentali sia al comma 9-bis dell’art. 186 del Codice della Strada (guida in stato di ebbrezza) sia al comma 8-bis nell’art. 187 dello stesso codice (guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti). E’ stata inserita infatti inserita la possibilità di sostituire le pene classiche previste per tali reati (arresto e ammenda) con i cosiddetti Lavori di Pubblica Utilità o Lavori Socialmente Utili. La disciplina dei Lavori di Pubblica Utilità a sua volta è contenuta nell’art. 54 del decreto Legislativo nr. 274 del 2000.
Superati questi primi girotondi introduttivi (ai quale gli operatori del diritto sono tristemente avvezzi, e che- purtroppo- ritroveremo più oltre nella trattazione..), veniamo alle domande e ad (alcune) risposte.

Chi può usufruire dei Lavori di Pubblica Utilità (acronimo LPU)?

Colui che sia stato condannato con pena detentiva  e pecuniaria per il reato previsto dall’ art. 186 del Codice della Strada (guida in stato di ebbrezza) o per il reato previsto dall’ art. 187 CdS (guida sotto l’effetto di sostanza stupefacente), sempreché al soggetto sia stata concessa dal giudice la sostituzione di dette pene con i LPU. La legge infatti prevede due condizioni ostative a tale sostituzione: la prima è costituita dall’aggravante di aver provocato un incidente stradale, laddove la giurisprudenza definisce “incidente stradale” non solo lo scontro tra veicoli o tra veicoli e persone, ma anche l’urto di un veicolo contro ostacoli fissi, dal momento che si tratta comunque di una manifestazione di maggiore pericolosità della condotta di guida;  la seconda condizione ostativa è quella di aver già prestato Lavori di Pubblica Utilità in precedenza.

E’ necessario il consenso della persona interessata?

La sostituzione non è subordinata al consenso e alla richiesta del condannato; la sua opposizione invece  è configurata quale condizione ostativa. QUINDI:  in caso di silenzio dell’imputato la sostituzione è possibile, anche se appare infrequente che un giudice eserciti il potere discrezionale della sostituzione senza aver ottenuto un previo consenso da parte dell’interessato, poiché la pena sostitutiva degli LPU implica una sua fattiva collaborazione.  Perciò risulta consigliabile che agli atti del procedimento (già sin dalla procura per la difesa conferita all’avvocato) risulti la espressa adesione dell’assistito ai Lavori di Pubblica Utilità.

Quanto durano i Lavori di Pubblica Utilità?

La durata della sanzione sostitutiva è commisurata alla durata delle pene sostituite, in deroga ai limiti edittali previsti dall’art. 54, comma 2 d.lvo nr. 274 del 2000 (da 10 giorni a 6 mesi) e a tal fine la legge prevede anche autonomi criteri di ragguaglio.  In particolare un giorno di arresto corrisponde ad un giorno di LPU mentre un giorno di LPU viene ragguagliato con € 250,00 di ammenda. Tuttavia la Corte Costituzionale con sentenza n. 28 dell’anno 2022 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 53, secondo comma, della legge 24 novembre 1981 n. 689 nella parte in cui prevede che «il valore giornaliero non può essere inferiore alla somma indicata dall’art. 135 del codice penale e non può superare di dieci volte tale ammontare», anziché «il valore giornaliero non può essere inferiore a 75 euro e non può superare di dieci volte la somma indicata dall’art. 135 del codice penale».

C’è un limite giornaliero allo svolgimento dei Lavori di Pubblica Utilità?

La prestazione deve consistere in non meno di sei e non più di quindici ore di lavoro settimanale. Tuttavia, se il condannato lo richiede, il giudice può ammetterlo a svolgere il lavoro di pubblica utilità per un tempo superiore, non eccedente le otto ore giornaliere.

Cosa accade se i Lavori di Pubblica Utilità non vengono svolti correttamente?

In questo caso la violazione degli obblighi comporta un’autonoma sanzione, rappresentata dal ripristino delle pene sostituite (arresto e ammenda).

Nella prossima puntata (che sarà pubblicata lunedì 17 marzo 2025) cercheremo di capire come funziona in pratica questo meccanismo, che sulla carta è sicuramente molto complesso, mentre nella maggior parte dei casi reali si rivela più comprensibile.