Puchi e Buba, due cuori azzurri tornati a casa

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di Simone Balocco

 

Certi amori regalano/un’emozione per sempre/momenti che restano così/impressi nella mente”.

Era il maggio 2003 ed Eros Ramazzotti faceva il botto in radio ed in tv con questa canzone. Quell’anno, i protagonisti della nostra storia avevano rispettivamente 18 e 20 anni: uno giocava in Argentina e sognava di sfondare nel Mondo del fútbol, l’altro giocava nel Grosseto, in Serie C2. Il Novara quella stagione, sotto la guida di mister Luciano Foschi e con in rosa gente come capitan Ciuffetelli, Palombo, Polenghi, Cioffi, Braiati, Colombini, Egbedi e Sicuranza, si apprestava a chiudere il campionato di Serie C2 dietro al Pavia e a disputare i play off promozione contro Pro Sesto e SudTirol, trovando la promozione in Serie C1 dopo sette stagioni.

I protagonisti della nostra storia oggi sono uomini di 33 e 35 anni riusciti a diventare calciatori professionisti riuscendo anche a giocare in Serie A, sia argentina sia italiana: Racing Avellaneda e Siena l’argentino (con un gol nella partita del terzo turno preliminare di Europa League con il Palermo); Empoli l’altro.

Questi due giocatori, attaccante veloce uno e centrocampista intelligente l’altro, hanno giocato nel Novara Calcio regalando emozioni ad una piazza affamata di calcio che si affeziona sempre a chi le vuole bene. A oltre trent’anni di età, questi due giocatori sono ritornati a giocare in azzurro e nel girone di ritorno mister Viali potrà contare sul loro apporto per far tornare in alto il classifica la squadra. Due giocatori invocati dai tifosi azzurri in estate quasi fossero delle divinità, coloro in grado di poter dare una scossa ed un senso alla stagione del Novara. Stiamo parlando di Pablo Andrés Gonzalez e Daniele Buzzegoli.

Da questa settimana, i due giocatori torneranno a vestire ufficialmente l’azzurro dopo due stagioni passate lontano da Novarello: Alessandria per il cartero di Tandil, Benevento ed Ascoli per Buba.

Gonzalez e Buzzegoli erano arrivati la prima volta a Novara in momenti diversi: il primo nell’estate 2009, acquisto di poco grido di un mercato che portò sotto la Cupola giocatori “fuori categoria”, il secondo nell‘estate 2012 dallo Spezia nell’operazione che aveva visto passare ai liguri Filippo Porcari.

Gonzalez, nativo di Tandil, Provincia di Buenos Aires, proveniva dal club di quarta serie albiceleste del Grupo Universitario Tandil ed aveva giocato ad inizio carriera nel Racing Avellaneda e nel Locarno, nella Serie B svizzera, due anni prima. Buzzegoli, fiorentino di Lastra a Signa, fino a quel momento aveva giocato tre partite in massima serie e sei in Coppa Italia quando militava nell’Empoli (biennio 2005-2007), giocando in cadetteria con Pisa e Varese ed in Serie C/Lega Pro con Grosseto, Massese (un anno in D per lui) Gallipoli, Spezia ed ancora con Pisa e Varese.

Se l’argentino era arrivato a Novara senza tituli in bacheca, Buzzegoli poteva contare fino a quel momento uno scudetto dilettanti vinto con la Massese, due campionati e due Supercoppe di Lega Pro vinti con Gallipoli e Spezia, oltre al vincere con gli “aquilotti” liguri anche una Coppa Italia di Lega Pro. Era una sorta di garanzia di promozione, avendone ottenute sei fino al suo arrivo a Novara (e a oggi sono diventate ben otto nel complesso). Con lo Spezia aveva fatto un incredibile treble: campionato-Coppa Italia-Supercoppa di Lega Pro ed ancora oggi Buzzegoli è ricordato con affetto a Varese, perché allora la sua doppietta nella finale play off di ritorno contro la Cremonese riportò il sodalizio lombardo in cadetteria dopo venticinque anni di attesa.

Gonzalez era particolare: alto, dinoccolato, un buon fiuto del gol unito ad una corsa eccezionale, in patria aveva fatto il postino (il cartero, appunto) e giocava a calcio da non professionista. Buzzegoli era il classico centrale di centrocampo: ordinato, preciso e volitivo. Fisicamente non un marcantonio, ma uno che si faceva rispettare.

I due giocatori hanno poi scritto pagine importanti in azzurro: Gonzalez ha contribuito alla doppia promozione Lega Pro-Serie A nel biennio 2009-2011, facendo due volte il double campionato-Supercoppa di Lega Pro (2010 e 2015), con le ciliegine sulla torta del gol in Tim Cup contro il Milan il 13 gennaio 2010, il record di assist europei al termine della stagione 2012/2013 ed aver fatto godere i tifosi azzurri con la tripletta a Bari nel turno preliminare dei play off promozione in cadetteria nella stagione 2015/2016; Buzzegoli era il capitano del Novara nella partita decisiva di Supercoppa di Lega Pro contro il Teramo, il 24 maggio 2015, alzando al cielo del “Bonolis” la seconda Supercoppa di categoria della squadra siglando per altro il gol decisivo del pareggio.

Pablo Gonzalez fino ad oggi ha giocato 233 partite nel Novara, siglando settantanove reti e servendo quarantotto assist, mentre Daniele Buzzegoli ne ha giocate centosedici, siglando undici reti con dieci assist. Insomma, due bellissime storie umane e di calcio che a Novara sembravano non finire.

Ed invece, nell’estate 2016, l’addio: Gonzalez approdò all’Alessandria, in Lega Pro, dove fu la punta di diamante di un mercato importante per i grigi che puntavano su di lui (e su altri “fuori categoria”) per la promozione in Serie B che dalle parti del “Moccagatta” mancava dalla stagione 1974/1975; Buzzegoli approdò, il penultimo giorno di mercato, al Benevento di Marco Baroni che al termine della stagione sarebbe stato promosso in massima serie per la prima volta nella sua storia.

In riva al Tanaro, Gonzelez fu il giocatore più pagato della categoria con un ingaggio da top player (cifre che molti calciatori non percepiscono nemmeno in Serie A), mentre il centrocampista toscano accettò l’offerta del presidente Vigorito, superando la Salernitana allora allenata da Beppe Sannino e già tecnico dello stresso Buzzegoli quando militava nel Varese (2009-gennaio 2011), dando l’esperienza giusta per un torneo che sarebbe stato di vertice per i sanniti.

Se Gonzalez nelle due stagioni alessandrine ha segnato con continuità (trentasei reti e ventuno assist), ma non è riuscito a regalare la promozione ai suoi (dopo un girone di andata che vedeva la squadra mandrogna con undici punti sulla Cremonese seconda, poi con i lombardi vincitori del campionato ed i grigi sconfitti nella finale play off dal Parma), Buzzegoli con il Benevento vinse i play off promozione per la Serie A ma non giocò in massima serie in quanto andò all’Ascoli di Serse Cosmi, squadra con cui ha giocato fino allo scorso 4 agosto, risultando sempre uno dei più positivi.

Degno di nota ciò che fece al “Piola” il 3 febbraio 2018: Buba segnò il gol del pareggio bianconero al “Piola” esultando sotto la curva ospiti, ma a fine partita andò a centrocampo alzando le mani chiedendo scusa per il gol e per l’esultanza essendo un ex. I tifosi novaresi lo applaudirono, senza se e senza ma.

I loro addii spiazzarono la piazza novarese ed i loro “eredi” non hanno fatto la differenza quanto loro, lasciando un vuoto non solo umanamente ma anche tecnicamente.

Sia Gonzalez sia Buzzegoli hanno dimostrato, nel corso della loro carriera, di aver tatuato la maglia azzurra sulla loro pelle: nell’estate 2012, Gonzalez piaceva a molte squadre di Serie B e anche di Serie A ma decise di ripartire dal Novara appena retrocesso rifiutando contratti importanti; Buzzegoli nonostante la cocente retrocessione in Lega Pro contro il Varese, al termine della stagione 2013/2014, decise di non lasciare la “nave” ma di rimare a bordo e regalarle la promozione in Serie B la stagione successiva, riprendendosi dalla rottura di un legamento crociato.

Inoltre, lo stesso Buzzegoli è legato, ed apprezzato, a Novara per le attività sociali e di beneficenza, poiché è un testimonial ANGSA (Associazione Nazionale Genitori di Soggetti Autistici) avendo il secondogenito affetto da autismo e anche grazie al suo contributo molte famiglie del Piemonte orientale hanno nella sede novarese un punto di riferimento. Ma anche nella sua Toscana, Buzzegoli è molto impegnato ed apprezzato nel sociale.

Se la liason piazza novarese-Gonzalez fu sin dal primo secondo idilliaca, non si può dire lo stesso con Buzzegoli, partita con il piede sbagliato: arrivato nello scambio che ha portato via da Novara un mito come Filippo Porcari, Buba ha risentito del fatto che il Novara non riusciva ad ingranare ed il suo rendimento, fino a novembre, era sotto le attese, tanto che molti tifosi lo contestarono in occasione del post partita con il Varese, quando andò sotto il settore ospiti del “Piola” per prendersi i saluti dei suoi ex tifosi, rivali della tifoseria azzurra. In più, il Novara vide in quel periodo un avvicendamento in panchina, con Alfredo Aglietti al posto di Attilio Tesser. Dopo ancora qualche partita sottotono, con il girone di ritorno, Buzzegoli tornò ad essere il giocatore decisivo che era, rimandando al mittente le critiche dei mesi precedenti. E nell’anno della remuntada, Buba siglò cinque reti, di cui due su punizioni da manuale (a Bari ed in casa contro il Sassuolo).

Al Novara sia Gonzalez sia Buzzegoli sono mancati con il pane sia tecnicamente che umanamente: uomini-spogliatoio, esempi per i più giovani e punti di riferimento per la squadra. Quando entrambi lo scorso agosto avevano rescisso con le loro squadre, in città si parlava di un loro ri-approdo a Novara. Loro avevano una grande voglia di ripartire da Novara; i tifosi, dopo la retrocessione in Serie C del 18 maggio, avevano una grande voglia di ripartire dal loro velocissimo puntero e dal loro metronomo di centrocampo.

A dire il vero, Pablo Gonzalez ad Alessandria si allenava e andava in ritiro perché non si spostò da Novara: il giocatore in città aveva messo radici, si era sposato con una connazionale, diventando padre e fermandosi sempre a chiacchierare con i tifosi in città. Insomma, ancora un po’ e Gonzalez poteva candidarsi come sindaco che i tifosi novaresi lo avrebbero anche votato.

Entrambi ora ritroveranno i loro ex compagni azzurri Carlalberto Ludi e Marco Rigoni. Non più in campo, ma come dirigenti: Ludi, dallo scorso giugno, è il direttore sportivo del club mentre Rigoni, dall’estate 2014, ne è il brand manager. Buzzegoli ritroverà in azzurro Tommaso Bianchi e Davide Cinaglia, suoi ex compagni nelle Marche.

Cosa potranno dare ora al Novara Puchi e Buba? Innanzitutto un po’ di esperienza, oltre a far tornare un po’ il sorriso ad una piazza che da almeno due stagioni (e mezzo) sembra disinteressarsi delle vicende della squadra, disertando lo stadio e mugugnando più del dovuto. Ci vorrà del tempo perché i due giocatori possano tornare davvero sul pezzo, in quanto non più giovanissimi e ancora senza i 90 minuti nelle gambe. Ovviamente si sono allenati tutto l’autunno e non sono stati a contare le mosche, ma un conto è allenarsi per conto proprio ed un conto è giocare una partita ufficiale: l’ultima partita di Gonzalez risale al 5 maggio 2018 contro il Cuneo, quella di Buzzegoli al 4 agosto successivo nel secondo turno di Coppa Italia contro la Viterbese Castrense.

Buba potrebbe essere convocato per la trasferta di Roma in Coppa Italia contro la Lazio del 12 gennaio, mentre Gonzalez sarà convocabile solo per la prima partita di campionato del 2019 (la trasferta contro l’Albissola a Chiavari di lunedì 21 gennaio), poiché squalificato in Coppa Italia.

Fatto sta che tra poche settimane, dal tunnel del “Piola” usciranno per primi quel Pablo Gonzalez e quel Daniele Buzzegoli che trainavano tutti i compagni e che in campo mettevano sempre l’anima.

I tifosi sperano in un 2019 spumeggiante con il Novara pronto a scrollarsi di dosso le definitive scorie della retrocessione. Con un Puchi ed un Buba in più, il raggiungimento di una posizione di alta classifica si preannuncia fattibile, poi sarà come sempre il campo a parlare. Ma sugli spalti ci si immagina che partiranno molti cori in favore di Pablo e Daniele, due cuori azzurri tornati a casa per la gioia di tutti i tifosi del Novara. Perché “certi amori regalano/un’emozione per sempre/momenti che restano così/impressi nella mente.”

foto in evidenza tratte da www.alfredopedulla.com e www.tuttoascolicalcio.it