Quella bella storia della Virtus Vecomp Verona

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di Simone Balocco

 

Sabato 17 settembre, con calcio di inizio alle ore 17:30, al “Piola”, arriverà la Virtus Vecomp Verona.

Le due squadre non si sono mai affrontate prima d’ora, anche perché i veronesi sono nati nel 1921 mentre il club di Massimo Ferranti è nato giusto cento anni dopo. Neanche il Novara Calcio non ha mai affrontato questa compagine veronese.

La partita contro la Virtus Vecomp Verona sarà particolare, non tanto in quanto “partita di campionato” in sé, ma perché i prossimi avversari del Novara FC sono molto particolari sotto certi punti di vista. Punti di vista quasi cool.

Innanzitutto, la Virtus Vecomp Verona è oggi la seconda squadra della città (ovviamente) di Verona dopo l’Hellas che milita in Serie A. Il Chievo Verona, storico secondo club cittadino, invece è stato escluso dal professionismo nell’estate 2021 (proprio come il Novara Calcio) per poi fallire, ripartendo dalla Terza categoria con la denominazione “FC Clivense” e oggi milita in Eccellenza dopo aver acquistato in estate il titolo sportivo del San Martino Speme, squadra di San Martino Buon Albergo, nel Veronese, retrocesso nella quinta serie calcistica nazionale.

Verona ed il calcio hanno da sempre un rapporto molto intenso e nella stagione calcistica 2013/2014 la città veneta era l’unica ad avere tre squadre di calcio tra i professionisti (Hellas e Chievo in Serie A, Virtus Vecomp in Lega Pro II divisione): era dalla stagione 1983/1984 che ciò non accadeva, da quando Roma aveva Roma e Lazio in Serie A e Lodigiani in Serie C2. La capitale ebbe queste tre squadre tra i “pro” per ventuno stagioni consecutive, un vero primato (che Verona ha avuto per tre stagioni complessive). Dalla stagione 2003/2004, e per dieci anni, nessuna altra città italiana aveva più avuto tre squadre tra i “pro”.

A livello calcistico, la Virtus Vecomp Verona non ha mai affrontato in partite ufficiali le due “cugine” cittadine. Da tre stagioni la “Virtus” gioca ininterrottamente tra i professionisti e a oggi è a quota sei presenze in 101 anni di storia. Ma la Virtus Vecomp Verona è altro.

Innanzitutto per propri colori sociali: se Hellas e Chievo Verona (oggi FC Clivense) hanno i colori sociali cittadini (giallo e blu), la ”Virtus” ha le maglie a strisce rosso-blu proprio per distanziarsi dalle altre due squadre cittadine che non hanno né strisce verticali né quei due colori.

Anche la Virtus Vecomp Verona, come il Chievo, è espressione di un quartiere: se il Chievo Verona rappresentava l’omonimo quartiere nella parte nord-occidentale della città, la Virtus Vecomp Verona “nasce” nel quartiere Borgo Venezia, nella zona est della città. Un quartiere lontano dal centro e ricco di contaminazioni poiché forte la presenza di stranieri.

Nata nel 1921, la “Virtus” ha sempre militato nelle categorie dilettantistiche, ma nella stagione 2012/2013, dopo il quarto posto in Serie D e la vittoria dei play off nazionali, ha avuto la possibilità di giocare, grazie ad un ripescaggio, tra i professionisti, iscrivendosi al campionato di Lega Pro II divisione. In quel campionato, la squadra rosso-blu giocò le sue partite interne allo stadio “Sandrini” di Legnago (a quaranta chilometri a sud da Verona) ed il 6 aprile 2014, contro l’Alessandria, i rosso-blu giocarono per la prima volta al “Bentegodi”, il tempo calcistico cittadino. La squadra retrocesse quella stessa stagione perché, in base al regolamento, metà delle squadre partecipanti sarebbe dovuta retrocedere. Nella stagione 2018/2019 la “Virtus” vinse il suo girone di Serie D e giocò ancora tra i professionisti la stagione successiva, retrocedendo a causa della sconfitta nei play out ma venendo poi riammessa. A oggi la sua best position stagione è l’undicesimo posto e l’eliminazione nel secondo turno play off nella stagione 2020/2021.

Oggi la Virtus Vecomp Verona gioca le sue partite interne al campo “Gavagnin-Nocini”, un impianto molto piccolo vista anche la piccola realtà cittadina (poco più di 1.500 posti, il più piccolo del girone A), ma all’interno di una grande area sportiva (per intenderci, come la zona sportiva novarese di viale Kennedy).

Una delle sue caratteristiche della “Virtus” è però il tifo. Se si lega comunemente la tifoseria veronese (in particolare quella dell’Hellas) ad un tifoso nettamente vicino all’estrema destra che si è macchiato negli anni di cori e striscioni a sfondo razziale e di discriminazione territoriale, i tifosi della “Virtus” sono vicini all’estrema sinistra e si dichiarano antifascisti, antirazzisti, anti-omofobi e dalla parte di coloro che sono in difficoltà. Ed infatti la tifoseria virtussina ha legami con altre piazze (calcistiche) vicine all’estrema sinistra come il Livorno e la Ternana, ma ha anche rapporti di amicizia con i tedeschi del St. Pauli ed i francesi dell’Olympique Marsiglia.

Alla guida della società c’è Luigi Fresco. Fresco, veronese 61enne, è dal 1982 presidente del club succedendo a Sinibaldo Nocini, a capo del sodalizio per venti anni.

La figura di Luigi Fresco in casa Virtus Vecomp Verona è particolare, in quanto ricopre due ruoli, unico in Italia: presidente ed allenatore del club. Fresco ricopre il doppio incarico dal 1982 ed in quarant’anni ha ottenuto ben sette promozioni

Laureato in pedagogia, Fresco ha lavorato per anni nel mondo della scuola e fa parte del mondo “Virtus” da quando faceva le elementari. Fresco non transige su due cose: non dirama le convocazioni; tutti i giovedì organizza una cena con tutta la prima squadra. Nel primo caso, lui allena la squadra tutta la settimana e per lui sono tutti convocati salvo i giocatori infortunati o squalificati, nel secondo caso quella è una tradizione parte integrate del club che si può considerare una sorta di team building.

Se quarant’anni alla guida di una società calcistica sono davvero tanti, altrettanti sono quelli sulla stessa panchina: in Italia nessuno è mai stato così tanto consecutivamente alla guida della stessa squadra. Il primato europeo spetta all’inglese Fred Everiss, per quarantasei anni sulla panchina del West Bronwich tra il 1902 ed il 1948. Ma visto che sull’esperienza di Everiss sulla panchina degli Albions non ci sono fonti sicurissime, il primato, a prova di confutazione, spetta al francese Guy Roux, per quarantatre anni alla guida del Auxerre. Luigi Fresco sabato non siederà sulla panchina veronese in quanto squalificato dopo Virtus Verona-Pordenone di martedì sera.

Tornando al match in programma sabato, gli ultimi precedenti con le squadre veronesi sono in pari per il Novara (“Calcio”, ovviamente): una vittoria (17 febbraio 2013, vittoria 1-0 contro il Verona con gol di Pesce) ed una sconfitta (2 febbraio 2012, 1-2 per i veronesi con Mascara che siglò il gol della bandiera dopo i gol di Pellissier e Théréau, che avevano segnato entrambi anche nella partita di andata al Bentegodi”, prima partita della prima stagione in A degli azzurri dopo cinquantacinque anni).

Che partita sarà sabato?. Lo sapremo al 90’ + recupero dopo il triplice fischio dell’arbitro. Risposta forse banale, ma si spera di non assistere ad un match banale contro una squadra che banale proprio non lo è.

 

ps: Verona ha anche una quarta squadra che però non milita tra i professionista da quarantaquattro anni, la Audace SME, espressione di un altro quartiere veronese, San Michele Extra, limitrofo a Borgo Venezia. La Audace SMe, oggi militante in Prima categoria veronese, ha disputato nella sua storia dieci campionati di Serie C ed un campionato di Serie C2. L’Audace SME ha affrontato il Novara Calcio nel campionato di Serie C 1977/1978: pareggio 1-1 all’andata, vittoria azzurra 3-0 al “Comunale”. Gli azzurri si classificarono al quinto posto, mentre i veronesi retrocessero in Serie C2.

 

immagine in evidenza tratta da www.sport.sky.it