di Carlo Migliavacca
«Dopo la Celebrazione del Giovedì Santo e la Messa in Coena Domini, quando le campane delle chiese cessano di suonare per tornare a squillare la domenica di Pasqua, tanto tempo fa venivano usati strumenti sonori idiofoni (termine usato per indicare tutti gli strumenti musicali il cui suono è producibile unicamente mediante la messa in vibrazione del materiale da cui è costituito lo strumento stesso).
Qui da noi – a Lumellogno e Pagliate – veniva usata la “tarapèla”, uno strumento fatto tutto di legno con la sola maniglia in ferro (vedi foto). Questa “tarapèla” veniva suonata lungamente, allo scoccare del mezzogiorno, sia il Venerdì Santo e sia al Sabato Santo; dai chierichetti, inoltre, veniva suonata anche per avvisare i fedeli dell’inizio delle sacre funzioni. Io stesso, da chierichetto a Pagliate (circa 60 anni fa), ho avuto modo di suonarla, facendo cambio con altri amici chierichetti; non nascondo che anche gli adulti non perdevano occasione per contribuire al suo suono; era un’emozione per tutti!
Quest’anno, grazie all’amico Paolo Borando che parecchi anni addietro aveva salvato dalla distruzione la vecchia “tarapèla” di Pagliate, ho chiesto al nostro parroco di Lumellogno e Pagliate – don Fabrizio Mancin – di poter recuperare la vecchia tradizione. Ed eccoci qua! Io stesso ho voluto ritornare bambino e mi sono cimentato nel suono della “tarapèla”: è stata un’emozione grandissima.
Ho insegnato l’uso ai chierichetti di Lumellogno spiegando loro le motivazioni e, sinceramente, mi hanno guardato con una faccia piuttosto strana; li ho fotografati mentre si sono cimentati e ho girato un breve filmato che caricherò su YouTube.»