Red Canzian diventa per noi “Testimone del tempo”.

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“Testimone del tempo” è il terzo album da solista di Red Canzian o, come preferisce definirlo lui, il suo primo album da maggiorenne. È proprio da qui che Red riparte alla grande ripercorrendo tutte quelle sonorità che fanno parte della sua vita e che l’hanno spinto ad intraprendere la carriera da musicista.

Il primo singolo estratto dall’album dal titolo “Ognuno ha il suo racconto” l’abbiamo sentito in gara al Festival di Sanremo a febbraio, un brano molto rock, molto energico che parla dell’individualità e dell’unicità di ogni singola persona, del percorso di vita di un uomo che non si stanca mai di guardarsi intorno e imparare come dice il testo “dai fango e dai campi di rose imparo da tutte le cose” divenendo così vero testimone dei suoi tempi. Questo singolo è stato anche stampato in versione numerata e limitata in 45 giri in vinile azzurro e sul retro si può ascoltare il brano “Presto, tardi, forse, mai”.

L’album è composto da 13 pezzi, 11 con musica di Canzian uno dei quali scritto con Phil Mer, uno con musica di Busbee, A. James e A. William e una cover di un brano di Johnny Hallyday.

Per i testi Red si è affidato a suoi vecchi e nuovi amici, spiccano i nomi di Miki Porru, Enrico Ruggeri, Renato Zero, Ivano Fossati, Erma Metal, Fabio Ilaqua, Vincenzo Incenzo e Gabriele Cannarozzo.

Red firma con Phil, Renato Zero e Vincenzo Incenso il brano “Cantico” una suite rock progressive che riporta ai suoi esordi, quando era il leader dei “Capsicum Red”, dura 8 minuti e 13 secondi, ha continui cambi di tempo dove si uniscono in un’unica melodia atmosfere diverse ed è una denuncia dei danni che l’uomo ha procurato alla natura, non assume però un carattere tragico ma lascia intravedere la speranza di una rinascita.

Canzian che giovedì 12 aprile ha ricevuto il premio “The voice – Sanremo 2018” nella sua Treviso, partirà con un nuovo tour “Testimone del tempo” con data zero a Cascina il 2 maggio, e proseguirà il 4 a Padova, il 5 a Brescia, il 7 ad Udine, il 9 a Bergamo, 12 a Torino, 13 Varese, il 16 a Napoli, il 18 a Firenze, il 19 ad Assisi, il 20 a Roma, il 22 a Catania, il 23 a Palermo, il 25 a Bari e si concluderà il 27 a Milano (rimandiamo alla sua pagina Facebook per ulteriori dettagli).
Il tour sarà un racconto in musica che parte dagli anni ’50 per arrivare a noi passando dai brani più famosi italiani e stranieri, il tutto sarà accompagnato da proiezioni sullo sfondo di foto e articoli inerenti il brano. Oltre alle hits più famose della musica degli ultimi 50/60 anni si potranno ascoltare anche le canzoni del nuovo album di Red.

In questi giorni è uscito il secondo singolo, “L’Impossibile” e anch’esso si potrà trovare in 45 giri in vinile giallo a tiratura limitata, con “La notte è un’alba” come secondo lato A, perché Canzian ha dichiaro più volte che non ama parlare di lato B riferito alle sue canzoni.

Noi di Città di Novara abbiamo intervistato il cantautore Miki Porru, che firma il testo del brano di Sanremo, “Ognuno ha il suo racconto”, del nuovo singolo “L’impossibile” e di “Cosa abbiamo fato mai”

DOMANDA: “Ognuno ha il suo racconto” è il brano che tutti hanno conosciuto con Sanremo e il brano d’apertura di “Testimone del tempo”, sei paroliere ma anche coautore della musica: i ruoli musicista-paroliere rimangono separati e s’intrecciano solo quando c’è davvero l’intenzione oppure sono ruoli intercambiabili e nella fase di scrittura spesso s’invertono?

RISPOSTA: Per quanto attiene al mio modo di lavorare, i due ruoli sono inscindibili in quanto, come ribadisco spesso nel mio corso di songwriting fra musica e testo, per ottenere un risultato significativo a livello di composizione complessiva, deve esserci un “sodalizio perfetto”. Le parole devono “suonare” e la musica deve “parlare”. Essendo poi io in primis un musicista/compositore, è chiaro che tendo ancor più fortemente a non disgiungere mai le due cose.

DOMANDA: Sei stato presente a Sanremo nei giorni del Festival, che impressione hai raccolto a caldo?

RISPOSTA: Gran casino. Elettrizzante. Tante cose cambiate rispetto ai miei due festival come cantante in gara (sono passati 30 anni!)

Miki ha infatti partecipato a due edizioni del Festival del Sanremo rispettivamente nell’anno 1987 e 1988, anno in cui si fece notare perché si dimenticò di ritirare il premio perché impegnato a rincorrere  Paul Mc Cartney per ottenere un suo autografo.

 

DOMANDA: In “Cosa abbiamo fatto mai” hai messo in poesia un discorso che Red porta avanti da anni, ci spieghi in maniera dolce e delicata un problema molto attuale e preoccupante ovvero ci parli delle ferite che l’uomo ha inferto alla natura e i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti noi. Come si riesce a trasformare in musica e parole un tema così difficile e delicato? Inoltre chi conosce bene Red ha la percezione che sia proprio uno dei suoi discorsi, è la vostra amicizia di lunga data che ti permette di interpretare così perfettamente i suoi pensieri o quando scrivi per qualcuno cerchi sempre di calarti nei suoi panni?

RISPOSTA: Quando scrivo per Red, in effetti, mi facilita il fatto di conoscerlo da tantissimo tempo e di considerarlo quindi quasi fosse un fratello. Il tema ambientalista è da lui molto sentito e mi ha fatto piacere dare un vestito a questa sua istanza così sentita e urgente. Penso che il risultato sia stato ottimo.

DOMANDA: In “L’impossibile” troviamo ancora poesia pura, parole che s’intrecciano alla perfezione con la musica, poi l’ossimoro “noi possiamo l’impossibile” secondo me è il passaggio che riassume tutto e in sole quattro parole descrive la potenza del vero amore. A me ha fatto venire in mente la scrittura di grandi poeti come Petrarca (soprattutto quel suo sonetto che inizia con “S’amor non è, che dunque è quel ch’io sento?”) sapendo che sei un divoratore di libri volevo chiederti se è per caso un’influenza voluta, se è stata una coincidenza e in che misura le tue conoscenze letterarie influiscono nella stesura dei tuoi testi e magari anche nella nascita di musiche.

RISPOSTA: Adoro gli ossimori, mi piace l’espediente linguistico della figura retorica applicata alle parole di un testo. Cercare di descrivere tanto con poco, è poi uno degli sforzi maggiori che cerco sempre di fare. Quando si riesce a esprimere con una semplice piccola frase qualcosa che riassume un qualcosa che apre praterie di significati e/o significanti, allora mi sento davvero in uno stato di grazia. Sono un appassionato di letteratura e poesia, è vero, e certamente la conoscenza letteraria influisce sulla stesura dei miei testi e anche nella nascita di musiche, forse più a livello di stile (il come) che di contenuto (il cosa). Infatti, il mio prossimo album “HOTEL DISAMORE” è un album parecchio “citazionista”. Un brano in particolare poi, prende spunto dal titolo di uno dei miei romanzi di formazione preferiti “Il lamento di Portnoy” di Philip Roth, per dare una certa cadenza ritmica alla melodia. A proposito del mio album, ne vedrete delle belle…

 

 

Ringrazio vivamente di cuore Miki che ha accettato di rispondere via e-mail a queste mie quattro domande dandomi la possibilità di arricchire quest’articolo e spero di farvelo conoscere meglio appena uscirà il suo nuovo album.