Sabato 25 Luglio convegno Cai a Bormio:
dal protocollo di collaborazione CAI-MIBACT al turismo per tutti
di Caterina Zadra
Per il Club Alpino Italiano il turismo lento e sostenibile è la formula su cui puntare per il futuro sviluppo economico e culturale delle località montane. Il Convegno CAI di Bormio nell’ambito del Festival di cultura di montagna “La magnifica terra” ha trattato temi quali il riscaldamento globale, teoria che si “vede a occhio nudo” osservando lo scioglimento dei ghiacciai, incidono fortemente sulla fruizione dell’ambito montano risultando ancor più urgente e necessario puntare su un turismo alternativo. La rete di sentieri, quindi, come infrastruttura di altissimo valore ma al contempo fragile: oltre 65.000 km di sentieri italiani, un patrimonio davvero unico che necessita di una costante tutela e manutenzione. Da queste premesse due le novità emerse nel convegno: dal punto di vista strategico il protocollo Cai-Mibac, che ha come obiettivo diffondere il turismo sostenibile e valorizzare percorsi escursionistici e rifugi montani. La seconda novità è la formulazione di una nuova definizione giuridica di sentiero, unica a livello nazionale, come via che può essere percorsa solo a piedi o in mountain bike.
Sintesi degli interventi:
Erminio Quartiani, delegato per i rapporti con gli enti pubblici e per l’ambiente del CAI, ci parla di turismo sostenibile e dell’importanza dei sentieri per conoscere, valorizzare e tutelare l’ambiente. “Intendiamo interloquire con coloro che affrontano quotidianamente le problematiche relative ai sentieri, alla loro manutenzione, al loro sviluppo e alla loro salvaguardia dall’incuria dell’uomo e dalle cattive pratiche che spesso li riducono a piste per moto durante l’estate o per motoslitte in inverno. Sono pratiche che danneggiano l’ambiente e, in particolare, mettono a repentaglio il ruolo e la funzione delle Aree protette. Ciò vale anche per attività deleterie come l’eliski, che il CAI avversa con atteggiamento consapevole. Per questo ci siamo attivati perché venga riformato il codice della strada con una più chiara definizione di sentiero e di mulattiera. E cioè, percorso da uomini e animali”. Il turismo sostenibile come anima di un turismo nuovo, di un turismo dolce, al quale tutti dobbiamo tendere.
On. Albrecht Plangger, Deputato e Vice Presidente Intergruppo Parlamentare amici della montagna: “Come gruppo parlamentare ci occupiamo delle chiusure dei punti nascita o della posta che chiude, della banda larga, dell’imu sui terreni agricoli. Io sono a vostra disposizione: metto i problemi in uno zainetto e li porto a Roma. Sui sentieri qui a Bormio l’amministrazione ha lavorato bene. E’ un grande lavoro mantenerli e averne cura”.
Saverio Urciuoli, Direzione generale Turismo del Ministero beni Attività Culturali e Turismo: “Rappresento il mio direttore generale. Ma sono qui come presenza anche privata perche di sentieri ne ho battuti tanti. Tutelare i sentieri anche a utilizzo proprio, come tutela di un bene paesaggistico. Il problema del codice della strada è evidente: l’uso senza protezioni aperto a pedoni e mezzi. Dobbiamo lavorare a più mani. Credo anche che si debba accontentare chi utilizza mountain bike e motocross e dedicare una piccola parte di sentieri a quell’uso esclusivo. E’ una questione delicata che va studiata a tavolino con tutti gli operatori del settore”.
Giuseppe “Popi” Miotti, Guida Alpina. Alpinista, uno dei primi sassisti. Scrittore valtellinese del Cai. Con un gesto plateale qualche tempo fa ha voluto restituire simbolicamente la tessera da Guida Alpina perchè viene favorito l’eliski. Difende il diritto di frequentare le montagne senza mezzi motorizzati. “Un solo principio: l’etica della montagna. Vuol dire essere anche capaci di rinunciare. Aver vissuto una giornata con l’ambiente come obiettivo primo, a prescindere dalla meta. Sono un ambientalista scettico: con l’avvento del trial molti sentieri sono diventati oggetto di percorrenza diffusa. Alcuni, quelli bravi, sono capaci di non rovinare i sentieri ma molto spesso questi mezzi vengono guidati da persone inesperte che creano danni sollevando il ciottolato realizzato in anni dalle vecchie generazioni. Stesso concetto per il divieto di percorrenza a mezzi motorizzati sulla neve, quindi l’uso diffuso di motoslitte. E’ un fenomeno invasivo. Bisogna rispettare il silenzio della natura come un bene di tutti. Da non dimenticare che il loro utilizzo può essere causa di slavine e valanghe. Le domande che tutti noi dovremmo farci sono: Quale montagna? Quale tipo di turismo alpino vogliamo?”
Claudio Smiraglia – Comitato Scientifico Centrale del CAI, docente Università degli Studi di Milano ci parla di influenza delle dinamiche ambientali e climatiche sui sentieri d’alta quota e in particolare del caso del primo sentiero glaciologico dei Forni. “Esiste un equilibrio delicato fra interessi escursionistici, ambientali e di ricerca. Un equilibrio fra uomo e ambiente. Il sentiero glaciologico del centenario è ricco di spunti. I cambiamenti del sentiero dal rifugio dei Forni sono resi evidenti dalla comparazione fotografica: oggi tutto è cambiato, anche il percorso stesso. Un itinerario che permette un percorso guidato, un esempio di come l’economia incide: con lo stimolo economico tutto si può fare. Senza dimenticarci della fragilità dei luoghi.
Claudio Bassetti, Presidente Società Alpinisti Tridentini – CAI SAT ci parla delle tesi di Moena. “Otto anni fa presentammo in un convegno alcuni spunti sul surriscaldamento globale come precisa assunzione di responsabilità. Due le strade percorribili: mitigazione e adattamento. Per mitigazione intendiamo la riduzione del gas serra, quindi una risposta a livello globale. Adattamento: risposte e opportunità legate alle nostre decisioni e scelte. Minore impegno sulla mitigazione tanto maggiore saranno gli sforzi di adattamento necessari. Le alpi sono il territorio maggiore e più sensibile al cambiamento in Europa. Le precipitazioni nevose sono in calo, diminuiscono i giorni di pioggia ma si intensificano gli episodi diventando vere precipitazioni alluvionali. Bisogna quindi puntare sul turismo estivo.” Alcuni concetti sostenuti con forza: diversa modalità di fare turismo sostenibile, sostenere il passo lento. Mitigazione: andare a piedi che crea una economia diffusa. Imparare dalla montagna. Lentezza per liberare lo spirito. In sintesi: si tratta di scelte coerenti e azioni consapevoli per la conservazione del paesaggio. Il risultato che ne consegue è la creazione di economia nuova sulle diverse quote di altitudine. Puntando sulla sicurezza e conservazione per l’interesse collettivo. Riguarda il futuro della montagna e di chi la abita.
Renato Aggio, Presidente del CAI Lombardia sottolinea come le linee guida in materia si trovino chiaramente sul nuovo Bidecalogo, nel quale nel 2013 sono state ridefinite le linee di indirizzo e di autoregolamentazione del CAI in materia di ambiente e tutela del paesaggio. “La risposta del Bidecalogo è decisamente no. La rete sentieristica non è accessibile a mezzi meccanici ad eccezione di quelli a sostegno per le attività agricole e di supporto alle attività produttive e ai rifugi. E’ necessario quindi un urgente aggiornamento del codice della strada. E’ frequente l’approvazione di manifestazioni come gare motoristiche e motocavalcate con l’illusione che queste attività portino economia. Nel lungo periodo allontaneranno quella fauna e quegli utenti silenziosi e continuativi che attivano una microeconomia locale. Manca un efficace sistema di controllo e sanzionamento. La contraddizione è evidente: le istituzioni si trovano a finanziare sia la manutenzione dei sentieri che al contempo manifestazioni che distruggono il selciato a cui dovranno porre rimedio”.
Marco Lion, Responsabile Ambiente del Touring Club. Ricorda che fra Touring Club e CAI esiste una profonda e storica collaborazione: “121 anni fa nascevamo per far conoscere l’Italia agli italiani. Ci sentiamo costruttori di valori e confronto fra cittadinanze. Il turismo globale ha come risultato una perdita di consapevolezza fra culture. I luoghi sono diversi e meritano rispetto. L’Italia era nazione-guida nel 1950: con 5 milioni di arrivi l’anno era al primo posto della classifica. Il turismo italiano ha le sue radici nel patrimonio storico culturale che comprende turismo balneare, paesaggio, bellezza e biodiversità. Con la crisi le vacanze si accorciano e dobbiamo ripensare ai temi della vacanza. Tendenze del turismo: un consumatore evoluto e diversificato. Oggi è più importante come si va più che dove si va. I turismi si sono moltiplicati e contaminati fra loro. Sono in atto mutamenti importanti: una autonoma gestione dei viaggi, partecipazioni a eventi e mostre di turismo esperienziale. La montagna viene posizionata in diverse declinazioni: nel turismo dolce e lento in contrapposizione al mordi e fuggi. Più rispettoso e sostenibile e noi auspichiamo avrà un potenziale per il futuro. Per questo dobbiamo tutelare il nostro patrimonio”.
Marco Negri, Presidente Cai Aprica presenta il filmato del pellegrinaggio da Aprica a Ardesio. “Con l’abbandono della montagna anche i sentieri sono stati abbandonati. Il sentiero è un organismo vivo e la sua cura richiede molta attenzione e lavoro di tanti volontari”. Di seguito la proiezione del filmato: Il pellegrinaggio al Santuario Madonna delle Grazie di Ardesio di Maurizio Natali.
Oltre le Orobie verso EXPO 2015 – I sentieri e i rifugi ingressi aperti sulle belle Orobie – Paolo Valoti, consigliere centrale CAI “Grande collaborazione delle istituzioni Ente Parco e Comunità Montana. Ma a volte certe azioni necessitano di investimenti che il volontariato non ha. Questo è il primo progetto bergamasco che in qualche mese ha visto avvicinarsi molte istituzioni e fondazioni. Un progetto importante che andrà oltre Expo”.
La Gran via delle Orobie Valtellinesi – Guido Combi, promotore del sentiero, ci racconta di questa traversata in quota di 130 km. da Andalo ad Aprica e dei numerosi aspetti di interesse di questo percorso: da quelli più spiccatamente naturalistici tra cui camosci, stambecchi, orsi, ghiacciai e laghetti a quelli storici come le antiche miniere del ferro e le trincee della linea Cadorna.
Il Cammino delle Dolomiti – Luigi Guglielmi, giornalista, si sofferma nel racconto di questo lungo percorso ad anello in trenta tappe che tocca i più bei luoghi delle alpi bellunesi: dal Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi ai resti del Castello di Andraz, dal lago di Misurina alle sorgenti del Piave. E ancora il lago di Alleghe, il passo Falzarego, il Cadore. Il ricordo della prima guerra mondiale. Il Vajont. Per questo progetto si è provveduto al censimento di tutte le chiese del percorso e sono state ipotizzate alcune disgressioni come quella sulla Via dei papi che porta a Roma. “Questo progetto parla del bisogno del camminare per sentirsi vivi. E’ stato premiato a Evian nel 2009 dalla Conferenza delle Alpi come miglior prodotto turistico sostenibile”.
Info point e Convenzione delle Alpi a Morbegno – Oscar Del Barba, Segreteria ambiente CAI e delegato CIPRA: “La Convenzione delle Alpi è un trattato internazionale che detta molti principi e che potrebbe essere invocata per essere rispettata anche in caso di controversia internazionale. L’Italia non ha una normativa di dettaglio quindi nel diritto comparato istruttorio, per il rispetto dei contenuti dei principi, non può avere luogo una sentenza specifica. Fin dal ’98 si è cercato di far presente al legislatore che era necessario dettagliare ma si è dato delega alle regioni che hanno normato in modo diverso l’utilizzo di strade e sentieri. Bisognerebbe cha il Cai, utilizzando anche i rapporti col Ministero del Turismo, sottraesse alle regioni almeno la materia dei sentieri di montagna che devono essere normati e gestiti in modo univoco. La Convenzione delle Alpi muove principi del buon senso e dell’interesse comune”.
Paolo Zambon, Presidente Commissione Centrale per l’Escursionismo del CAI: Non c’è turismo sostenibile senza sentieri percorribili – “Camminare libera la mente. Siamo spettatori di bellezza. Noi del Cai possiamo essere importanti mediatori per attuare il fine statutario di salvaguardare e riassegnare centralità all’ambiente montano e per rendere operativi gli indirizzi dei documenti costitutivi della tutela ambientale del CAI riferendomi anche al Nuovo Bidecalogo. All’escursionista moderno fruitore dei sentieri, sono idealmente affidate la memoria storica e la conservazione di un inestimabile patrimonio culturale. L’etica della responsabilità e della consapevolezza verso la natura e la società, sono vessilli del Cai di domani, presidio culturale e territoriale. Grazie all’esperienza maturata negli anni, sempre più mi convinco del valore dei sentimenti per orientarci nelle scelte. Ne abbiamo bisogno! Svolgono la stessa funzione della bussola quando percorriamo sentieri che non conosciamo. Il Cai insegna a cogliere le emozioni che danno senso alla vita attraverso la bellezza, il rispetto, la consapevolezza. Servono senso di giustizia, etica e cuore per comprendere il valore racchiuso dai nostri monti scrigni di natura e cultura.”
Diego Leofante – Presidente commissione centrale alpinismo giovanile: I sentieri e i giovani nell’esperienza dell’alpinismo giovanile – “La montagna per i più piccoli. E’ responsabilità dell’Alpinismo Giovanile creare le condizioni per accompagnarli in montagna e sarà un obiettivo creare le condizioni perché loro restino. Un gruppo di bambini presso il Gruppo delle Pale di San Martino ha scritto alcune frasi indicative di consapevolezza sull’andare in montagna coi mezzi meccanici: esistono persone che utilizzano i mezzi per andare in montagna ma danno fastidio, le montagne si devono godere in silenzio. A piedi ti diverti. Rovinano il silenzio che è una cosa importante. La montagna va trattata come un nonno tratta il suo nipote. Dobbiamo agire per non deluderli”.
Dino Marcandalli – Coordinatore nazionale gruppi seniores della Commissione centrale escursionismo CAI: I sentieri e l’attività dei seniores. Ci racconta di intelligenza emotiva e tecnologia. Sinergia è la parola chiave fra accompagnamento e sentieristica. E propone una guida digitale che sia sostanziata dal contributo delle diverse sezioni. “Sperimentare come livello di base nell’ottica di un arricchimento sistematico della digitalizzazione supportata dalla tutela della sentieristica. E’ in atto un progetto pilota in 5 sezioni lombarde. Sta agli accompagnatori inserire le schede tecniche o le immagini. Queste azioni permettono la possibilità di non essere bradipi ma attivi”.
Luca Calzolari – Direttore responsabile di Montagne360 : I sentieri raccontati dalla rivista Montagne 360. Luca Calzolari fa una analisi di tipo comunicativo: “Se vogliamo valorizzare la rete sentieristica come parte di un territorio bisogna raccontarla come prodotto turistico attraverso lo storytelling. Fabio Roversi Monaco, ex rettore dell’Università di Bologna inizia a raccontare dell’acquedotto romano, degli etruschi e solo dopo una serie di racconti culturali arriviamo ai sentieri. C’è una differenza sostanziale fra panorama e paesaggio. Dobbiamo porci qualche domanda. Trovare il nostro storytelling. Bellezza e piacere. Lentezza da contrapporre all’estremo”.
Guido Bellesini e Walter Fumasoni – AltRaValtellina Turismo Responsabile Associazione di Promozione Sociale della Provincia di Sondrio: Il Turismo responsabile e accessibile in Provincia di Sondrio. “Un turismo per tutti è innanzitutto azione strutturale e accoglienza. Per le diverse disabilità abbiamo realizzato e inventato, come le carrozzine da montagna. Per rendere fruibili i sentieri a tutte le patologie: dai bambini obesi ai non vedenti. E’ il senso dell’accoglienza. Basta pensare che si può camminare anche con le gambe degli altri”.
Luigi Grossi- Delegato Escursionismo-Sentieristica CDC del CAI: Verso un protocollo di collaborazione CAI-MIBACT sul turismo sostenibile. “Ci viene dato un bagaglio di compiti: accompagnare, diffondere, la manutenzione dei rifugi, la sicurezza alpina. Obiettivo del protocollo è la diffusione del turismo sostenibile e valorizzare percorsi escursionistici e rifugi montani. Percorsi anche storici relativi alla memoria. Sarebbero auspicabili la creazione di un catasto nazionale dei sentieri anche a livello informatico e una legge quadro sulla segnaletica. Siamo il giusto partner per il ministero. E avremo un giusto ritorno di immagine come primi attori nel mondo della montagna”.
Chiude l’incontro il moderatore e Presidente del CAI Sezione Valtellinese di Sondrio, Angelo Schena, ricordando l’importanza delle piste ciclabili come forma di turismo sostenibile e dando la parola a Umberto Martini, Presidente Generale del Club Alpino Italia: “Vivere la montagna è un arricchimento costante, sia dal punto di vista culturale che da quello del benessere fisico. I sentieri sono uno degli elementi al centro della nostra mission, siamo convinti che la rete sentieristica sia uno strumento di rilancio economico e culturale per lo sviluppo di oggi e di domani del nostro Paese. ”