“Safari Park” chiama e la Provincia risponde: nella mattinata del 20 aprile il consigliere delegato al Marketing territoriale Ivan De Grandis ha fatto visita alla nota struttura, con sede a Pombia, <<che negli scorsi giorni – riferisce il consigliere – ci ha interessati rispetto al grave momento di difficoltà economica che, a causa della pandemia, sta vivendo da oltre un anno. Mi è sembrato doveroso esprimere la vicinanza dell’Ente a un storica realtà del nostro territorio che, purtroppo, a causa di chiusure e restrizioni, sta vivendo una situazione problematica. Da un lato infatti il “Safari Park”, tra l’altro inserito nella rete dei centri internazionali che si occupano della riproduzione delle specie in via di estinzione, ha gravi difficoltà nella gestione quotidiana degli animali, dal cibo ai materiali che occorrono per la loro cura. Dall’altro ci sono anche le incertezze che riguardano il futuro lavorativo dei dipendenti della struttura. Il “Safari Park”, come numerosi altri parchi a livello nazionale, è al centro di una situazione davvero contraddittoria: al di là del fatto che la tipologia e l’organizzazione interna hanno sempre consentito di poter garantire ai visitatori la sicurezza, il distanziamento sociale e il massimo rispetto delle normative anti Covid-19 nelle aree visitabili a piedi, i ristori ottenuti dallo Stato sono stati pari a 30.000 euro: una goccia nel mare, se si pensa che il fatturato medio annuo è di circa 4 milioni di euro>>. Anche in vista delle prossime riaperture <<la situazione non si presenta comunque rosea: il periodo dell’anno nel quale si ha maggiore affluenza – spiega in proposito il consigliere – è quello primaverile, che va da marzo a maggio: la stagione è quindi fortemente compromessa anche per il 2021, anche perché, finché non ci sarà la libera circolazione tra le Regioni, anche l’entità del flusso dei visitatori sarà ovviamente ridotta. E’ evidente che, se non si sosterrà in maniera adeguata questo genere di strutture, saranno in primo luogo gli animali a farne le spese: parliamo, nel caso del “Safari Park”, di un centro regolarmente autorizzato e importante anche per quanto riguarda la salvaguardia delle specie in via d’estinzione, la cura, la tutela e il mantenimento di esemplari che vengono qui assegnati anche seguito di sequestri giudiziari. Mi sembra doveroso e corretto intervenire con adeguate misure di sostegno. Per questo motivo – conclude il consigliere – ho già interessato e sollecitato anche la Regione Piemonte, affinché si possano valutare misure di semplificazione a favore di questa e altre analoghe realtà, che non devono essere lasciate sole>>. Da parte di Orfeo Triberti, direttore e proprietario del “Safari Park è stata manifestata <<riconoscenza alla Provincia per l’interessamento dimostrato nei confronti della nostra realtà: purtroppo, anche quando – ci auguriamo presto – riusciremo a riaprire, non avremo la forza economica per affrontare i cinque mesi di chiusura del prossimo inverno. A livello internazionale le realtà come la nostra vengono sostenute dallo Stato economicamente e anche con un occhio di riguardo per quanto viene fatto a favore degli animali in via di estinzione, perché il nostro lavoro non viene letto come un semplice business. Noi, invece, non riceviamo nessun tipo di contributo e, anzi, proprio in virtù delle nostre competenze, ci troviamo a dover ricoverare le specie sottoposte a sequestro giudiziario senza alcun tipo di ritorno economico per il mero sostentamento di questi animali: se non si interverrà per risolvere anche questo genere di problemi – commenta a conclusione il direttore e titolare del “Safari Park” – ci troveremo costretti anche a non poter più accogliere questi animali>>.