“SEGNI VAGANTI”: a Borgomanero le opere di Pino De Luca

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“SEGNI VAGANTI”: a Borgomanero le opere di Pino De Luca

E’ con molta emozione che pubblico questo comunicato stampa.

Ho conosciuto Pino De Luca da bambina, a Genova. Frequentavo le elementari ed abitavamo nello stesso palazzo storico, bianco e imponente. Eravamo amici: le sue figlie, Antonella ed Alessandra, hanno camminato insieme a noi, tre sorelle, per un bel tratto di quel faticoso ed emozionante viaggio della vita. Dal nostro bovindo si vedeva la lanterna del porto e le luci del tramonto, sempre diverse. L’appartamento di Pino e Marisa tappezzata di quadri e di colori. Forse la mia passione per il mondo artistico ha radici profonde e in parte proprio da quel vissuto lontano. Come posso spiegare in poche righe? Non posso.

Quindi semplicemente invito tutti ad essere presenti a questa magnifica mostra presso la Galleria Borgoarte di Borgomanero e presentata da Vittorio Tonon.

Caterina

TITOLO MOSTRA: “SEGNI VAGANTI”
OPERE DI: PINO DE LUCA
LUOGO: Galleria Borgoarte – Borgomanero
PERIODO: 07-04-2018 / 05-05-2018
INAUGURAZIONE: sabato 07-04-2018 Galleria Borgoarte dalle ore 18.00
PRESENTAZIONE: Vittorio Tonon

Dal secondo dopoguerra agli anni ottanta, l’arte è scossa da continui fremiti innovativi ed esistenziali. I grandi cambiamenti delle avanguardie storiche del primo novecento hanno alimentato i fantasmi della ricerca e del nuovo in ogni dove, rimettendo tutto in discussione o analizzando quanto fatto, ma non ancora ultimato o compiuto. Il costruttivismo e la “Bauhaus” hanno influenzato il modo di vivere, dalla manualità al progetto, che si riverbera in modo tangibile sull’architettura, sullo studio e l’analisi della materia, la crisi
irreversibile della figura e della forma nell’informale. I concettuali, seguendo l’esempio di Marcel Duchamp, muovono i loro primi passi condizionando poi pesantemente quelli che saranno i decenni successivi.

La ricerca creativa investe il concetto di spazio-tempo in modo viscerale. La necessità di andare oltre diventa ossessivo e si manifesta nelle forme più diverse. Anche quello che era stato l’astrattismo storico diventa nuovo terreno di studio e di analisi. Le geometrie e il colore ne sono il fondamento, unite da un nuovo collante concettuale. Ma c’è qualcosa di più profondo e intimo che riaffiora dagli insegnamenti del suprematismo di Malevitch e dai rigori di Mondrian: le correnti pittoriche non oggettive, l’astratto percepito. Anche in Italia gli artisti si muovono sull’onda dell’Arte cinetica, dell’Arte programmata, dell’Optical Art: da Piero Dorazio a Grazia Varisco e il gruppo T, o alle scuole di Munari, Mari e i nuovi designer.

Nelle sue opere Pino De Luca si muove in armonia con una sua interna necessità costruttiva. L’arcobaleno e la matematica lavorano unite in trame ordinate ad organizzare piani di colore. Entità instabili giocano in campi cromatici scomposti in sequenze fluide. Nelle sue tele, vibrazioni ottiche e policromia vivono all’unisono, quasi a simulare l’effetto prisma investito dalla luce.

L’arte ha sempre avuto un’importanza fondamentale nel generare e divulgare conoscenza e in questo grande mosaico De Luca ha saputo inserire autorevolmente il suo tassello.

Borgo Arte corso Mazzini, 51 – 28021 Borgomanero (No)
Tel/fax 0322 834262 cell.: 333-8093905 email: galleriaborgoarte@gmail.com
orari:
Galleria Borgo Arte
mercoledì, giovedì dalle 16.00 alle 19.30
venerdì e sabato dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30
domenica su appuntamento

BIOGRAFIA
Segni, superfici e colori per un artista che, nato nel 1939, si è accostato alla pittura astratta intorno alla metà degli anni Sessanta, dopo aver conosciuto a Roma nel 1961 Leonardo Sinisgalli, essersi interessato all’opera di Enzo Mari e Bruno Munari e aver ricevuto nel 1963, dall’Accademia di San Luca, il premio “Fasola”. A Roma Pino De Luca, che dal 1965 risiede a Genova – città dove ha insegnato fino al 2000 e dove attualmente ancora lavora – aveva frequentato l’Accademia di Belle Arti e collaborato a progetti architettonici per i quali aveva realizzato opere pittoriche e plastiche in materiali diversi, unitamente ad alcune vetrate. Scelto il
proprio percorso di ricerca, l’artista lo ha perseguito con costanza e con continui approfondimenti concettuali, dapprima operando con quadrati e losanghe interferenti, poi con trame lineari finalizzate alla creazione di effetti di intensa vibrazione. A partire dagli anni Ottanta, il suo lavoro si è ulteriormente concettualizzato accogliendo articolazioni morfologiche e cromatiche in sequenze segniche fluide, nelle quali il gioco dei tasselli cromatici presenta equilibri instabili dinamicamente composti. La creazione di queste composizioni ha portato Carlo Belloli poeta, teorico e critico d’arte a definirlo un “tessitore di luce pulsante”. Interessato al clima dell’arte cinetica e programmata, profondamente coinvolto nelle vicende del costruttivismo e del concretiamo internazionali, Pino De Luca dal 1970 ha allestito esposizioni personali e partecipato a importanti rassegne collettive in Italia e all’estero.

Aperto alla collaborazione e agli scambi culturali, dal 1973 ha fatto parte, con Bruno Munari, del Gruppo Sincron di Brescia, nel 1974 ha fondato con altri artisti il Centro Ricerche Estetiche “La Meridiana” di Genova e nel 1985 ha firmato il Manifesto della Nuova Visualità 1985, corrente milanese ideata da Carlo Belloli, promossa e divulgata da Anna Canali attraverso esposizioni nelle sedi di Arte Struktura.

Il lavoro di Pino De Luca ha avuto almeno altri due momenti importanti di impatto pubblico di vasto respiro: nel 1991 la presentazione presso il Museo del Palazzo della Permanente in Milano della sua attività, proposta da Riccardo Barletta attraverso il tema “Incontro con il colore” e nel 1996 l’inclusione fra i vincitori al 1º Premio Trevi Flash Art Museum.
Le sue opere oggi si trovano in numerose collezioni pubbliche e private.
Gli hanno dedicato attenzione critica, fra i molti, Bruno Munari, Corrado Maltese, Francesco Vincitorio.

Emiliana Mongiat