di Simone Balocco
Una delle domande che spacca sempre ogni discussione calcistica è “chi è il calciatore più forte della storia?” Le risposte spaziano da Pelé a Maradona, da di Stefano a Cruijff, da Cristiano Ronaldo a Messi e via discorrendo. E quello italiano? Stessa sorte: tanti nomi, tante preferenze. Eppure c’è un giocatore che ha scritto pagine d’oro di questo sport alle nostre latitudini, figlio di un calcio in bianco-e-nero perché quando lui giocava la tv non esisteva e tutte le foto che lo ritraevano erano esclusivamente di quel colore. Un giocatore di cui i millennials non sanno nulla se non grazie a Google e al web o se non per per bocca dei loro nonni che hanno visto giocare Silvio Piola, il protagonista della nostra storia. Piola ha unito Nord e Sud nel definirlo il più importante calciatore italiano. Perché un conto è essere il più forte, un conto è essere il più importante.
Nato quando in Italia, politicamente, per la prima volta, poterono votare tutti i cittadini di sesso maschile d’età superiore ai 30 anni e, calcisticamente, quando la Pro Vercelli vinceva il quinto dei suoi sette scudetti, Silvio Piola venne al Mondo il 29 settembre 1913 a Robbio, piccolo paese immerso nelle risaie pavesi a 25 km scarsi da Novara. Il padre era originario di Carpignano Sesia mentre la madre era di Vercelli. Lo zio materno, Giuseppe Cavanna, aveva vinto il Mondiale di Italia ’34, vice- di Giampiero Combi.
Piola è stato una leggenda del nostro calcio, poiché, in oltre ventiquattro anni di carriera, indossando le casacche di Pro Vercelli, Lazio, Torino, Juventus e Novara ha realizzato 274 reti nella massima serie, un primato che dura dal 7 febbraio 1954. Quello che ci è andato più vicino è stato Francesco Totti arrivando a 250 gol, ma con il ritiro del capitano della Roma lo scorso 28 maggio 2017, il record di Piola per altri decenni sarà ancora inscalfibile.
Il campione di Robbio è attualmente il capocannoniere storico nella massima serie dei “leoni” vercellesi con 51 reti, dei bianco-celesti capitolini con centoquarantatre e del “falco” novarese con 70 reti.
Piola ha realizzato altri record, durati anni o tuttora imbattuti:
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numero di reti realizzate in Serie A;
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giocatore più vecchio a realizzare una tripletta in Serie A;
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giocatore più vecchio a giocare in Nazionale;
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giocatore più vecchio ad aver segnato nella massima serie;
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unico a segnare sei reti in una sola partita (a pari merito con Omar Sivori)
Se il record delle marcature in massima serie e di giocatore più vecchio a segnare un hat trick sembrerebbero durare ancora per molto tempo (274 o 290 contando il Campionato Alta Italia 1945/1946; tripletta a 37 anni e 51 giorni), quello del gol più “vecchio” è stato battuto solo il 19 maggio 2007, quando un rigore ha permesso al milanista Alessandro Costacurta (41 anni e 25 giorni), di battere il primato di Piola (40 anni 4 mesi e 9 giorni, nel 1964), mentre l’ex campione del Mondo in Nazionale è stato battuto da Dino Zoff il 29 maggio 1983, quando il portiere friulano aveva 41 anni 2 mesi e 29 giorni, mentre Piola aveva 39 anni 7 mesi e 20 giorni al momento della sua ultima partita. Tutti questi primati con un solo, enorme, rimpianto: non aver mai vinto lo scudetto. Ci arrivò molto vicino in quattro occasioni (una volta con la Lazio, una volta con il Torino, due volte con la Juventus), ma il suo palmares vede la casella “scudetti” a quota zero-
A rendere meno amaro questo primato, ci ha pensato la vittoria del campionato di Serie B nella stagione 1947/1948 con la maglia del Novara, riportando il sodalizio a giocare in massima serie dopo sette stagioni, con Piola in rete sedici volte. Quello fu il primo, ed unico, campionato giocato da Piola in Serie B nella sua lunghissima carriera.
Ma è in Nazionale che Silvio Piola diede il meglio di sé, portando gli azzurri di Vittorio Pozzo alla vittoria nel Campionato del Mondo di calcio di Francia ’38, realizzando cinque reti in quattro partite, tra cui la doppietta in finale contro l’Ungheria. La prima convocazione in Nazionale fu con l’Italia B che giocò il 2 aprile 1933 al “Littorio” di Novara contro la Svizzera B: 5-0 e doppietta di Piola, allora in forza alla Pro Vercelli.
Attualmente è al terzo posto tra i marcatori di sempre in azzurro con 30 reti, dietro a Gigi Riva e a Giuseppe Meazza con trentacinque e trentatre.
Piola si è sempre dichiarato un tifoso vercellese verace, perché, oltre a legarsi sentimentalmente con la città piemontese, con le bianche casacche ha debuttato in serie A a 16 anni e l’anno successivo, da titolare, realizzò ben 13 reti: un predestinato, anche se i quadri societari dei bicciolani sapevano bene che in riva al Sesia non sarebbe rimasto a lungo. L’arrivo del professionismo e la sua cessione sancirono la fine del mito della Pro Vercelli che disputò la sua ultima stagione nella massima serie proprio la stagione successiva in cui Silvio Piola giocò lontano dal “Robbiano” (1934/1935):
Nell’estate 1934 fu ceduto alla Lazio del presidente Gualdi grazie ai potenti uffici fascisti romani: il direttore amministrativo del Partito Nazionale Fascista, Giovanni Marinelli, ed il Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Giorgio Vaccaro, vollero a tutti i costi l’attaccante alla corte di mister Walter Alt per vincere il titolo, senza se e senza ma. Da Roma fu strappato un assegno da 300mila lire, cifra esorbitante per l’epoca, vista anche la giovane età del calciatore. L’acquisto di Piola rientrava nel progetto della dirigenza bianco-celeste di vincere il primo scudetto della sua storia, spezzando l’egemonia delle squadre del Nord. La scelta della compagine capitolina fu agevolata dal fatto che il calciatore stava svolgendo il periodo di leva nella Capitale e la scelta cadde, ovviamente, verso la squadra vicina al regime.
La Lazio ebbe tra le sue file Piola per nove stagioni, ma in nessuna di queste riuscì a vincere il titolo, anche se, individualmente, il calciatore
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vinse la classifica marcatori con 21 reti nelle stagioni 1936/1937 (Lazio seconda in campionato) e 1942/1943;
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fu convocato per la prima volta in Nazionale maggiore il 24 marzo 1935;
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il 19 giugno 1938 alzò al cielo la Coppa Rimet.
I tifosi laziali impazzivano per lui.
Con la guerra entrata nel vivo, Piola decise di tornare al Nord: nel 1943 fu acquistato dal Torino e l’anno successivo passò ai cugini” bianconeri della Juventus, realizzando sotto la Mole complessivamente cinquantatre reti in tre stagioni.
Nell’agosto 1947, Silvio Piola decise di scendere di categoria, in Serie B, nell’ambizioso Novara del presidente Delfino Francescoli, industriale di Grignasco nel ramo calzaturiero. I tifosi azzurri erano in estasi nell’avere nella loro squadra un giocatore del calibro, nazionale ed internazionale, di Silvio Piola. Il giocatore scelse Novara perché la città gaudenziana era vicina a Vercelli, così da tornare a casa tutte le sere.
La Juventus lo cedette senza indugio, decidendo di puntare su un diciottenne di Barengo che scriverà la storia del club torinese (Giampiero Boniperti) e sotto la Cupola di san Gaudenzio, il trentaquattrenne Piola trovò una “seconda vita”, giocandovi ben sette stagioni, realizzando 86 reti complessive. Fu presentato alla città il 28 agosto 1947 al “Comunale” di via Alcarotti davanti ad una folla festante: fu nominato subito capitano della squadra. A dire il vero, Piola giocò in maglia novarese durante il Torneo Benefico Lombardo della stagione 1945/1946, anche se non era sotto contratto vincolante con gli azzurri.
La sua prima partita in maglia azzurra è stata il 14 settembre 1947 contro la Vogherese allo stadio di via Alcarotti dove segnò le sue prime due reti in maglia azzurra davanti a 7mila spettatori. La sua missione era quella di realizzare il gol numero 300 in carriera il più presto possibile.
La prima partita con il Novara in Serie A è data 19 settembre 1948 contro l’Atalanta: segnò la rete del definitivo 2-0 davanti a 14mila tifosi in delirio. La trecentesima rete in carriera la siglò in via Alcarotti nel match contro la Sampdoria il 19 marzo 1952. Quella stagione coincise con il miglior risultato di sempre del Novara in massima serie della storia: ottavo posto.
Il suo ultimo gol in maglia novarese lo segnò il 7 febbraio 1954 in casa contro il Milan, mentre la sua ultima partita con la maglia del Novara (nonché l’ultima della carriera) è stata la sfida contro l’Atalanta al Comunale il 7 marzo 1954.
Al termine di quella stagione, Piola decise di appendere gli scarpini al chiodo. Dal punto di vista della vita privata, Piola si sposò a Vercelli il 26 luglio 1948 con Alda ed ebbe due figli, Dario e Paola, e cinque nipoti.
In maglia novarese giocò anche in Nazionale maggiore contro l’Inghilterra il 18 maggio 1952. In occasione di quella partita (chiusasi sull’1-1), giocata a Firenze, fu presentata la canzone “Forza Piola” di Antonioli e “Danpa”.
Dopo l’esperienza come allenatore a Cagliari per quattro stagioni in B (1953-1957, miglior piazzamento sesto posto), nel 1957 entrò in Federazione come scout ed allenatore dei giovani, ruolo che ricoprirà fino al 1976, quando andò in pensione, uscendo dal mondo del calcio in punta di piedi, come nel suo stile.
Affetto dal morbo di Alzheimer, Silvio Piola morì il 3 ottobre 1996 a Gattinara.
Le Amministrazioni comunali di Vercelli e Novara, città e tifoserie calcistiche storicamente nemiche, sono riuscite ad unirsi nel suo ricordo, intitolando i propri stadi alla memoria del loro bomber principe: il 23 ottobre 1997 quello della città di san Gaudenzio, il 6 dicembre successivo quello della città di sant’Eusebio. Miracoli che solo un campione come Piola ha potuto fare.
Cosa rimane di Silvio Piola oggi? La figura di un personaggio che dovrebbe essere studiato nelle scuole calcio e nelle scuole come esempio di rettitudine e devozione al gioco, un leader ed un capitano da ammirare e a cui portare rispetto: la storia ricorda un suo compagno di squadra che mai riuscì a dargli del “tu”.
Tecnicamente di lui si ricordano le tante rovesciate, i gol decisivi ed il fatto di essere stato uno dei primi calciatori moderni e completi della storia del nostro calcio, capace di essere a tutto campo.
Fuori dal campo era schivo ma gentile, volenteroso e corretto. Si conta abbia subito una sola espulsione e la massima espressione del “piolismo” è la sua frase affissa negli spogliatoi dello stadio del Novara: “Amate la vostra società e la maglia che portate: difendetela, siate dei generosi in campo. La gente vi applaudirà sempre”.
In occasione dell’80° anniversario del Novara Calcio, “Novara Mese” ed il club “Fedelissimi Novara” indissero un concorso dove i tifosi erano chiamati a votare i giocatori della storia del Novara più forti divisi in “ante-” e “post-” guerra: Piola fu l’attaccante più votato.
Al calciatore, oltre ai due stadi, è dedicato un premio indetto dalla Provincia di Vercelli dal 2001 assegnato all’attaccante italiano Under 21 che si è distinto maggiormente in Serie A e Serie B e dal 2008 un torneo giovanile dedicato alle formazioni “Allievi”.
Nel periodo dove fu celebrato il centenario della sua nascita, si sono susseguiti diversi eventi: il 10 settembre 2013 prima del calcio d’inizio di Italia – Repubblica ceca è stato rivolto a lui un ricordo e presentata una maglia azzurra con il numero 9 con il suo cognome ed in occasione del suo centenario le tre squadre in cui è stato un idolo sono scese in campo con maglie celebrative (Pro Vercelli in stile anni Trenta contro il Savona, Lazio in stile anni Quaranta contro la Fiorentina, Novara con un simbolo storico contro la Virtus Lanciano). Robbio gli ha dedicato un annullo filatelico, per non parlare della pubblicazione di libri e di molti speciali sui canali nazionali e locali.
Che dire? Silvio Piola, un calciatore in bianco-e-nero che ha scaldato i cuori del Paese verde, bianco e rosso.
Bibliografia
Paolo de Luca – Massimo Delzoppo – Sandro Devecchi, Un secolo azzurro. La storia del Novara Calcio attraverso personaggi ed eventi, Edizioni S.G.P, Novara, 2008
Beppe Cortese – Beppe Vaccarone, Un amore lungo 90 anni. Storia del Novara Calcio, Edizioni Centrostampa, Novara, 1998
AA.VV., Novara Cento avventure. E la storia continua, a cura di Gianni Romeo, Novara Calcio, DeA Printing, Novara, 2008
Gianfranco Capra, Il romanzo del Novara Calcio, Editore Novarese, Novara, 2008
Gianfranco Capra, Una squadra azzurra nel cielo. Il Novara che tutti avrebbero voluto vedere, Millenia, Novara, 2005
Gianfranco Capra, Hai mai visto giocare Silvio Piola? Le otto stagioni a Novara di un campione del Mondo, Azzurra Edizioni, Novara, 2013
Romolo Barisonzo, Novaresi bella gente, numero 3, EDA, Torino, 1994
Gianfranco Capra, Un secolo di sport a Novara e VCO, Tristudio, Novara, 2001
foto in evidenza tratta da www.ansa.it