Stay hungry. Stay foolish. Stay Alessandro Spanò

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di Simone Balocco

Ha destato clamore la scelta di Alessandro Spanò: lasciare il calcio per continuare a studiare a livello universitario.

Alzi la mano chi conosce Alessandro Spanò. Poche mani alzate, se non quelle dei tifosi della Reggio Audace e delle squadre affrontate dalla squadra emiliana questa stagione che ha visto la squadra di mister Alvini, mercoledì 22 luglio, sconfiggere in casa il Bari e approdare, per la prima volta nella sua storia, in Serie B. O meglio, la Reggio Audace è il nuovo nome della fu Reggiana, fallita due anni fa, ma che oggi è ancora conosciuta con il suo vecchio nome e che torna in serie cadetta, quindi, dopo 21 anni.

Alessandro Spanò, capitano della squadra, numero 6 sulla maglia e considerato uno dei più forti difensori centrali della Serie C, ha segnato il gol vittoria contro il Novara nella semifinale e ha alzato al cielo di Reggio Emilia la coppa assegnata alla squadra che vince i play off di Serie C. Una gioia immensa per lui, per la squadra e per i tifosi che finalmente tornano nel calcio che conta dopo 21 anni. Un’eternità.

Il giorno dopo Alessandro Spanò ha discusso la tesi di laurea in Economia aziendale e management, laureandosi a pieni voti. Spanò entra nella schiera dei calciatori-laureati: una cosa che nel Mondo del calcio oggi non è più una cosa da mosche bianche.

Solo che da metà della scorsa settimana, Spanò ha detto basta con il calcio. Il difensore classe 1993 ha annunciato di aver vinto una borsa di studio e dovrà trasferirsi all’estero per qualche anno, spostandosi tra Londra, San Francisco e Shangai: frequenterà un Master di 18 mesi presso la Hult Business School di Cambridge, nel Massachusetts.

Lascia Reggio Emilia dopo sei stagioni ed un rinnovo di contratto molto interessante ed importante per scegliere un altro percorso. Lascia da idolo e da eroe.

Una carriera, quella di Alessandro Spanò, passata tra Serie D (con la Reggiana/Reggio Audace) e Serie C (Pro Patria e ancora la squadra emiliana) per un totale di 232 partite, 17 reti segnate e cinque assist serviti.

Nelle ultime due stagioni aveva subito due infortuni ad un ginocchio: la prima volta è andato sotto i ferri, la seconda volta ha optato per una terapia che lo aveva visto saltare poche partite e tornare in campo per il rush finale dei play off.

La notizia del suo ritiro (e del motivo di questo) ha colto tutti di sorpresa: nessuno si aspettava questa scelta.

Spanò era ad un bivio e ha optato per l’istruzione. Ci avrà pensato molto, perché questo significherà per lui un cambio di vita: abbandonare il rettangolo verde per studiare a capo chino su libri tosti in lingua straniera.

Tutti (a Reggio) sapevano del suo percorso universitario, ma nessuno sapeva della scelta successiva. Lui ha detto di non averne mai parlato per non disconcentrare né lui né la squadra dall’obiettivo promozione.

Sui social, molti si sono divisi sulla sua scelta, ritenendo il ragazzo di Giussano un pazzo: come si fa ritirarsi a 26 anni nel pieno della maturità calcistica rinunciando a tanti soldi per studiare sui libri quando si è giocatori professionisti? Eppure tanti condividono la scelta dell’ex giocatore: Spanò ha lasciato l’incerto (la carriera da calciatore) per il certo (laurea, master e futura carriera lavorativa) e tutti sono certi che non si pentirà di questa scelta. Parliamo di un ragazzo che anni fa aveva rinunciato alla ferie estive e allo svago per andare in Africa a fare il volontariato e a lavorare sull’apertura di un ospedale.

Il 12 giugno 2005, Steve Jobs, fondatore di Apple e considerato da sempre un visionario nel mondo della tecnologia, tenne un discorso alla Stanford University ancora oggi molto ricordato. Da tutti considerato il suo lascito, Jobs disse agli studenti della prestigiosa università californiana di restare sempre “hungry […] foolish”, ovvero “affamati” e “folli” di conoscere tutto il Mondo che li circondava e di non accontentarsi mai.

In quel celebre discorso, che ha 15 anni ma sembra essere stato pronunciato ieri, Steve Jobs disse

Il tempo a vostra disposizione è limitato, non sprecatelo vivendo una vita che va bene per altri ma non vi appartiene. Non lasciatevi condizionare, non lasciate che il rumore delle opinioni altrui copra la voce che avete dentro. Ma soprattutto abbiate il coraggio di seguire quello che avete nel cuore, lasciatevi guidare dall’intuito. Siate affamati. Siate folli“.

Ecco: Alessandro Spanò ha seguito per filo e per segno le parole del fondatore del colosso Apple, è affamato di conoscenza ed è un folle. Ma un “folle” in senso positivo, perché non si sa in quanti, al posto suo, avrebbero fatto come lui: lasciare scarpini, rettangolo verde, sudore, gloria e delusioni (sportive) per studiare a capo fitto sui libri, partire da casa verso l’altra parte del Mondo in cerca di un sogno ed affermarsi come manager un giorno terminato il master.

Magari Alessandro Spanò non diventerà il nuovo Steve Jobs, ma la sua scelta deve essere rispettata, applaudita e non criticata.

Ci vuole fegato per fare queste scelte e Alessandro Spanò da Giussano, ex difensore centrale di grandi prospettive, di fegato ne ha da vendere a bizzeffe.

 

dati statistici tratti da www.transfermkt.it

immagine in evidenza tratta da www.calciolecce.it