“Per contribuire a tramandare, per non dimenticare che, il rock, è stato, è e sarà” – Alessio Marrari
di Antonio Costa Barbè
Nel 2006 tornava a Novara al Teatro Coccia Jesus Christ Superstar, il musical sulla vita di Gesù che negli anni 70 fece scalpore, con ancora tra gli interpreti Antonio Costa Barbé: dopo 31 anni dismetteva i panni messianici a favore del ruolo di Pilato. Come rock-opera JCS è tra quelle che più hanno lasciato il segno tra i giovani, con le splendide canzoni di Tim Rice e la musica universalmente nota di Andrew Lloyd Webber (destinato poi a fasti futuri).
Proprio a Novara, unica città in tutta la penisola, il fenomeno JCS assunse una nuova valenza e costituì nel 1975 un grande evento culturale che nel 2oo6, a distanza di trentun anni, veniva riproposto nel medesimo luogo dove fu presentato per la prima volta, il teatro Coccia, in occasione del “Progetto Passio 2006” .
Invero le rappresentazioni teatrali del musical (rectius Rock Opera) si sono succedute con rinnovato successo fino ai giorni nostri, il film che ne è stato tratto nel 1973 dal regista Norman Jewison è un celebrato cult-movie. E, come vedremo, la città di Novara può aben diritto vantare di aver contribuito ad alimentarne la leggenda. Per oltre trent’anni JCS ha fatto parlare di sé, affascinando milioni di ascoltatori e spettatori di ogni età con la sua accattivante e provocatoria rilettura degli ultimi giorni di vita di Gesù, attraverso i più noti episodi evangelici e la bellezza di alcuni brani come lo struggente I Don’t Know How to Love Him, il disperato Gethsemane, l’arioso Superstar, l ‘anticonformista (contenutisticamente parlando) Heaven on Their Minds. Senza scordare la peculiare messa in scena cinematografica, stilizzata all’estremo perquanto sempre coinvolgente, dove si fondono in un inedito ed esplosivo cocktail visivo la cultura hippy (dai costumi all’anelito al pacifismo), il modernismo (i soldati romani in tuta mimetica e con i mitra, mezzi corazzati e jet in volo), l’eresia cristologica (il disegno di Gesù colto nel suo aspetto esclusivamente umano e non divino), la provocazione (il Giuda di colore e la denuncia del “culto della personalità” di Cristo) e il kitsch più sfrenato (la corte di Erode, effeminata e godereccia).
Tutto concorre a suggellare un’opera indimenticabile anche in un paese notoriamente sensibile all’aspetto religioso e poco propenso alla variatio dogmatica come l’Italia (dove non mancarono polemiche di stampo clericale sul film).
Antonio Costa Barbé, allora giovane cantautore novarese in cerca del grande lancio professionale (oggi invece affermato avvocato che però nulla ha perso delle antiche passioni artistiche), alla guida di una quarantina di coetanei (I Singoli Steli d’erba) ottiene un formidabile successo al gotha novarese per eccellenza il Teatro Coccia rappresentando il 1o marzo 1975 proprio Jesus Christ Superstar. Un riscontro che forse nessuno si aspettava: la rock-opera di Rice e Webber era già quasi stata archiviata di fronte all’incedere della disco-music; e il tempio della prosa e della lirica, “profanato” dal rock moderno e da un gruppo di ragazzi che, per quanto preparati, non erano ancora nessuno sulla scena musicale non sembrava essere una mossa vincente. Ma, miracolo (è il caso di dirlo?), il JCS nostrano fa il tutto esaurito, genera lunghe code all’esterno del Coccia (vi è anche un allarme bomba), si guadagna gli onori della cronaca e l’imperituro ricordo di tutti coloro che ebbero la fortuna di assistere alla “prima”.
Il gruppo,come sovente accade, si scinde per svariati motivi dopo alcune repliche e bisognerà attendere il 1990 affinché una nuova formazione di giovani artisti, “La Goccia”, riproponga ad Antonio Costa Barbé, nel frattempo diventato avvocato, di tornare ad impersonare il ruolo di Gesù, in alternanza con l’unico altro membro dei “Singoli Steli d’Erba” rimasto, Flavio Guidetti. Abbiamo raggiunto Antonio Costa Barbé nel suo studio e con lui ripercorriamo le fasi della straordinaria avventura che vede questa rinomata rock-opera così legata alla città di Novara.
L’INTERVISTA DEL 2oo6
-Avvocato, quando è stato conquistato dal musical di Webber e Rice?
“Risale tutto al 1970, all’uscita del discoche allora era cantato da lan Gillan dei “Deep Purple”, un gruppo allora in vetta alle classifiche. Mi piacquero subito le canzoni del booklet, anche se in inglese, che non masticavo molto. La primissima edizione era già piena di energia, forse non perfetta come la colonna sonora poi riservata al film, ma affascinante….”
Avevo proposto al mio gruppo di allora, “I fuochi fatui”, che suonavano anche hard rock nei teatri novaresi come l’auditorium di San Martino, ora Cinema Vip, o al Borsa, di inserire nel programma dieci minuti di brani tratti da JCS ma la cosa non attecchì. Nel 1973 uscì il film, ebbe un gran successo e riempì le sale anche se poi col tempo cadde un po’nel dimenticatoio. Ricordo che la prima volta che lo vidi usai una pila elettrica per controllare la fedeltà della partitura che mi ero procurato. L’idea di riproporre di nostro JCS e il mio desiderio di interpretare il ruolo di Gesù si concretizzò con un nuovo gruppo, i “Singoli Steli d’Erba”, il cui nucleo proveniva dal mondo degli oratori, ma poteva vantare la presenza di chitarristi, vocalisti, tastieristi. Il progetto potè avviarsi grazie a personaggi carismatici come Enrico Agamennone, Piero Bestagini, Enzio Provvidone”.
-Come è iniziata la vostra avventura?
“Facevamo le prove nella cantina di casa mia, in Corso Torino, che doveva accogliere anche venti persone, in un ambiente che diventava presto malsano per l’alto tasso di fumo. Avevamo a disposizione un vero pianoforte, un sint, due fiati e due trombe, tutti dovevano essere in grado di fare un po’ di tutto, intercambiandoci nei ruoli, negli strumenti e nei personaggi. Ero molto severo nell’esecuzione delle prove, ci preparammo in otto mesi. Come alla fine abbiamo ottenuto di debuttare al Teatro Coccia è una vicenda così intricata che meriterebbe un’intervista a parte. Alla fine, incredibilmente, ce la facemmo. Il teatro fece il tutto esaurito, molti dovettero aspettare fuori. Un successo che comunque non fu facile da ottenere…“
-Tutti ricordano l’avvocato Costa Barbe’, oltre che nella versione di musicista, soprattutto nel ruolo di Gesù. Eppure, proprio alla “prima”, Lei non ha potuto calcare il palco…
“E’ vero. Non feci Gesù né cantai in quella memorabile serata ma oggi molti sembrano aver dimenticato
la cosa, come se le mie successive interpretazioni si fossero riflesse e impiantate nel ricordo degli spettatori anche aldebutto. Ho sempre sofferto di raffreddore allergico e quel dieci marzo del 1975 mi ritrovai praticamente afono. Tre ore prima dello spettacolo comunicai ai ragazzi che non avrei potuto cantare. Come era prevedibile scoppiò il finimondo, ne volarono delle belle, ero inseguito da giovani disperati dietro le quinte del teatro. Ma la gente premeva e riempiva la sala, furono momenti d’incubo, pensammo al playback per le canzoni di Gesù, sapevamo solo che nonostante tutto ‘the show must go on’. Alla fine comunicai al pubblico la mia indisponibilità e fu Piero Bestagini a rivestire il ruolo di Gesù, limitandomi io a suonare il pianoforte (per Gethsemane pero’, il pezzo clou dell’opera, mandammo in onda una mia registrazione effettuata durante le prove).
Fin dall’inizio fu un’apoteosi. Chissà, forse la gente aveva davanti agli occhi le immagini del film, che si sovrapponevano alla nostra musica, cosa che generò una positiva reazione collettiva. Dopo di allora rappresentammo JCS al Palazzetto dello Sport, a Borgomanero, a Trecate, a Villadossola. Poi il gruppo, per vari motivi, finì con lo sciogliersi, le strade si divisero, ciascuno seguì la propria via. lo continuai a dedicarmi alla musica, partecipando tra l’altro al concorso Rally Canoro di Montecarlo di Corrado, dove approdavano cloni di cantanti allora in voga, infine ritenni di scegliere la carriera professionale di avvocato. Non me ne sono pentito e ho ancora mododi seguire le mie passioni, sebbene subordinate all’attività professionale”.
-Ma JCS è tornato a bussare alla sua porta…
“Già, nel 1989, grazie a Flavio Guidetti,cche interpretava Gesù in alternanza con me e che mi propose una notte di Natale di tornare a JCS con il gruppo “La Goccia”. Dal 1984 questi ragazzi portavano in giroclo spettacolo Forza venite gente, dedicato a San Francesco, cui avevo partecipato in veste anche di inusuale “presentatore”. Pensai molto se accettare o meno, ormai avevo famiglia e aspettavo una figlia, per di più cominciavo a perdere i capelli e l’idea di usare una parrucca non mi aggradava. Alla fine accettai e feci Gesù in alcuni spettacoli della “Goccia”, secondo me al meglio delle mie capacità, anche rispetto all’edizione storica del 1975. A dirigerci è stato Francesco Romussi, che ha dedicato ampia cura all’ allestimento. Fummo a Novara, Verbania e Milano, dove avremmo dovuto avere la consacrazione definitiva ma l’impianto sonoro non funzionò e fu un mezzo disastro. Ne fui egocentricamente deluso, e decisi che sarebbe stata l’ultima volta”.
Mai dire mai, potremmo dire. Perché a distanza di trent’ anni (maggio 2oo6) “La Goccia” ripropone Jesus Christ Superstar nel teatro che ne vide lo strepitoso debutto ma che non potè giovarsi dell’interpretazione di Costa Barbe’ nel ruolo di Gesù, bloccato dalla fatale tracheite. Oggi si presenta la nuova occasione di poter saldare i conti col passato e suggellare così l’avventura musicale iniziata in quel lontano 1975, anchese toccherà a Flavio Guidetti, nei panni di Gesù, di salire verso la croce sulle grandiose note dell’indimenticabile Superstar. A mandarcelo sarà proprio l’avvocato-musicista, stavolta nel ruolo di Ponzio Pilato. L’ultima tentazione di Antonio Costa Barbé, per parafrasare un altro celebre e discusso film dedicato alla vita di Gesù.
“La penultima tentazione”, ci corregge sorridendo l’avvocato, “a chiusura di carriera reciterò JCS per gli amici negli ospizi e allora il ruolo di Gesù ….. forse sarà di nuovo mio! ;-)”.
( Michele Tetro )
Appendice: Tutto cio’ che di filmico in movimento rimane de “I SINGOLI STELI D’ERBA”: questo 8mm muto in ora digitalizzato e in rete http://www.youtube.com/watch?v=SYKdUPoOYFQ
Appendice 2 : Dal Corriere di Novara di giovedì 24aprile 2o14 A.D. :
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10202986151870668&set=p.10202986151870668&type=1&theater
Siamo negli anni in cui i filmini amatoriali in 8mm, muti, erano gli unici supporti consentiti agli appassionati amatoriali per rivedere le proprie immagini in movimento.Questa è l’unica testimonianza filmata della musica del gruppo novarese I SINGOLI STELI D’ERBA, disponibile finalmente in rete. Il primo trasferimento fu effettuato vent’anni fa da pellicola a videocassetta, e da questa fonte ora in formato digitale mpeg. Il filmino fu girato da Mauro Pisano