Un futuro azzurro di nome Riccardo Collodel

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di Simone Balocco

 

Una delle parole più usate (anzi, abusate) nel Mondo del calcio moderno è “programmazione”. Cosa si intende per “programmazione”? E’ l’investimento da parte di una società (calcistica, in questo senso) affinché nel lungo periodo questa possa godere di benefici accantonati. Ergo: si investe nello stadio “trasformandolo” in stadio di proprietà, si investe nelle strutture societarie (centri sportivi), si investe nel settore giovanile, facendo in modo che negli anni una nidiata di ragazzini possa scalare tutte le gerarchie calcistiche ed imporsi nelle varie rappresentative della società, debuttando in prima squadra e diventare o bandiere o portare plusvalenze importanti.

Pensi alla “programmazione” e vengono in mente il Barcellona e la sua Masia, la Juventus e l’Atalanta, forse la migliore realtà nazionale dove la programmazione è iniziata addirittura nei decenni passati. E i risultati sono sulla bocca di tutti.

Ma anche a Novara la parola “programmazione” è un concetto molto in voga, ma per apprenderla al meglio c’è da spostarsi lungo la Strada Provinciale 9 in direzione Confienza e prima dell’abitato di Granozzo con Monticello girare a sinistra ed addentrarsi nel centro sportivo di Novarello, sede del Novara Calcio.

Perché se la prima squadra in queste ultime due/tre stagioni (esclusa questa appena iniziata) ha avuto diverse difficoltà proprio in termine di “programmazione”, lo stesso non si può dire del suo settore giovanile. E i dati sono incontrovertibili: la formazione Berretti ha vinto due volte il campionato di categoria (2009/2010 e 2014/2015), la formazione Primavera nella stagione 2017/2018 ha vinto il campionato “2” quindi promossa e pronta a giocare contro le formazioni di pari età della massima serie (successo poi vanificato dalla retrocessione in C della prima squadra) e la scorsa stagione, la formazione Under17 ha vinto il titolo di campione d’Italia di categoria. Per non parlare dei successi delle altre formazioni e del fatto che in questi anni c’è stato un salto di qualità notevolissimo che ha fatto apprezzare da tutti gli addetti ai lavori il lavoro fatto dai direttori sportivi, dagli osservatori e dagli allenatori del Novara Calcio.

Ed in queste ultime dieci stagioni, sono stati ben ventisette i giovani cresciuti nel settore giovanile del Novara a ritagliarsi uno spazio in prima squadra: alcuni sono state meteore, altri giocatori determinanti, altri sono agli inizi in questa stagione e si spera in un futuro luminoso per loro.

Si era partiti il 13 maggio 2012 con il debutto a San Siro dell’attaccante tedesco Mattia Maggio, bomber della Primavera, nell’ultima giornata del campionato di Serie A contro il Milan, fino a Tommaso Barbieri (match winner contro l’Albinoleffe, secondo marcatore più giovane della squadra del club e primo giocatore del Novara ad essere convocato per un Mondiale Under 17) e Marco Zunno, in campo un quarto d’ora nel match serale di Coppa Italia di Serie C contro l’Alessandria. Ed in attesa che debuttino anche Marco Luca Ferrara, Alberto Zacchi, Danil Paroutis e Simone Caricati, la rosa del Novara di mister Simone Banchieri (tecnico della formazione Under17 campione d’Italia appena citata) ha un’età media di 23 anni, con i picchi degli over 30 Buzzegoli, Gonzalez, Bianchi e Visconti.

E chi è il talento azzurro canterano in rampa di lancio? Senza nulla togliere ai compagni, il talento più in vista è Riccardo Collodel.

Classe 1998, Collodel è un centrocampista centrale che può essere mediano quanto mezzala. Su di lui sono rivolti gli occhi di Banchieri e dei tifosi per far tornare grande la squadra e diventare la prossima bandiera della squadra.

Collodel, numero 15 sulla spalla, zazzera lunga bionda e faccia da ragazzino, si sta imponendo come uno degli migliori interpreti non solo del Novara di questo inizio di stagione, ma come uno dei profili più interessanti di tutto il girone.

Ricky” a oggi conta 45 presenze tra i professionisti con quattro reti ed in estate ha indossato la maglia Nazionale universitaria nelle Universiadi che si sono disputate a Napoli e che hanno visto gli azzurrini di mister Arrigoni vincere la medaglia di bronzo. E visto che parliamo di settore giovanile azzurro, quattro anni prima, a Gwangju, in Corea del Sud, nella stessa manifestazione, Paolo Faragò aveva contribuito a portare gli universitari nazionali a vincere l’oro contro i padroni di casa. Ed entrambi sono andati a segno domenica: uno alla Carrarese, l’altro alla Spal (che schierava tra i titolari un altro canterano novarese, Francesco Vicari).

Collodel (lo sperano tutti) sembra avere le stimmate del predestinato. A partire dal fatto che è novarese di nascita (è nato a Borgomanero) e di abitazione (è di Lumellogno, frazione del capoluogo gaudenziano). Ed è un tifoso del Novara: non è da tutti giocare nella squadra della propria città e per la quale si fa il tifo. Riccardo c’è riuscito e tutti sperano che possa imporsi e diventare un giocatore affermato.

Collodel le ultime due stagioni le aveva disputate fuori Novara dopo aver giocato con continuità nella Primavera di Giacomo Gattuso (21 partite, due reti), il prestito al Fiorenzuola, in Serie D. E il nome “Fiorenzuola” ai tifosi azzurri fa venire i brividi, ovvero i sudati play out vinti contro la squadra rossonera in due partite tiratissime al termine della stagione 1999/2000: Collodel aveva un anno e mezzo allora.

Collodel alla corte di mister Dionisi giocò 39 partite segnando due reti. La squadra emiliana si classificò quarta nel suo girone ed il giovane tornò alla base a fine stagione.

La stagione successiva il secondo addio, ma questa volta più lontano: Vibonese, squadra di Vibo Valentia, Calabria, a 1.210 chilometri di distanza da Novara. Altro prestito ma qua le cose si fecero serie: Serie C, professionismo.

Molti tifosi storsero il naso in merito all’ennesimo prestito di questo ragazzo che non solo aveva fatto bene nel settore giovanile, ma che sul quale si poteva scommettere di più. In maglia rossoblu, sotto la guida di mister Orlandi, Riccardo giocò 32 partite e segnò (come detto) due reti. I tifosi della sua nuova squadra lo avevano accolto bene e il rapporto di stima era reciproco, ma la squadra calabrese di classificò quattordicesima in campionato.

La Vibonese avrebbe fatto di tutto per tenere il giocatore, ma il nuovo direttore sportivo del Novara, Moreno Zebi, si mise di traverso e, con la volontà del giocatore, il ragazzo tornò a Novarello. Pronto per restarci.

Riccardo è diventato la pietra miliare su cui porre le basi per il futuro del Novara e Simone Banchieri, uno che di giovani se ne intende, ha deciso di dare al talento di Lumellogno le chiavi del centrocampo e il biondo centrocampista non sta facendo (almeno per ora) ripiangere la scelta.

E il clou è stato lunedì 26 agosto con la prima di campionato nel posticipo serale contro la Juventus Under 23, una delle candidate alla promozione in Serie B: 2-0 Novara con un secondo tempo giocato in maniera divertente e…secondo gol del Novara siglato proprio da Collodel. Ironia della sorte: il primo gol lo aveva segnato Cesare Pogliano, neo acquisto del Novara arrivato dalla Reggina (e che aveva vinto con Collodel la medaglia di bronzo alle Universiadi).

Il giovane centrocampista aveva già avuto modo (dopo quattro panchine) di debuttare in azzurro Novara giocando i tempi supplementari del match valevole per il secondo turno di Coppa Italia , il 12 agosto 2018, contro il Brescia prima di partire per Vibo Valentia.

Ed il giusto segno di riconoscenza nei suoi confronti è l’aver giocato, in queste dieci partite di campionato, anche se per pochi minuti, con la fascia di capitano al braccio sinistro contro il Lecco e contro la Carrarese domenica scorsa.

I tifosi del Novara sono entusiasti dell’impatto di Riccardo Collodel con il Novara: giovane, novarese doc (il quinto dopo Paolo Morganti, Simonluca Agazzone, Lorenzo Montipò e Marco Bellich), tifoso del Novara, forte e tecnico.

Lui deve continuare a lavorare e migliorarsi giorno dopo giorno, partita dopo partita. Il piglio da leader ce l’ha, starà a lui decidere il da farsi. E nelle due (brevi) occasioni in cui ha giocato con la fascia di capitano, il giovane si è sbracciato e ha esortato i compagni a crederci e a dare il meglio.

Se il buongiorno si vede dal mattino, a Novarello e sui suoi giovani brilla sempre il sole. Con la parola “programmazione” scolpita tra cielo e risaie.

foto in evidenza: Alessandro Visconti