di Simone Balocco
Il 25 dicembre è il giorno di Natale, la festa più attesa di tutto l’anno da parte dei bambini e dagli adulti. Il camino accesso, l’albero addobbato ed illuminato, il presepe che non può mai mancare, gli addobbi dentro le case o sui balconi, le varie luci di tutti i colori: questi sono i must del Natale perfetto.
La mattina del 25, il momento clou: lo scambio e l’apertura dei regali, una cosa senza età. E poi il pranzo, con tutti i suoi annessi e connessi (dal mangiare migliaia di portate alla classica partita a carte finale o alle varie discussioni tra parenti che spaziano tra calcio, politica e le situazioni sentimentali di figli e nipoti).
Questo è quello che avviene nell’Italia settentrionale, perché in quella meridionale è ancora più attesa la sera della vigilia, quella del 24 dicembre, dove c’è il famoso cenone. In pratica, al Nord è sacro il pranzo, al Sud è sacra la cena. Si spazia dai primi di pesce al cappone, dal capitone ai secondi piatti tipici di ogni regione fino alla frutta secca. E poi, allo scoccare della mezzanotte, lo scambio e l’apertura dei doni.
Insomma, la festa più attesa dell’anno è un cult per ogni famiglia italiana e Nord e Sud si sfidano a colpi di…fornello, con menù diversi.
Ma c’è una cosa che accomuna la sera del 24 dicembre per tutti gli italiani, da Nord a Sud, da Est a Ovest e nelle isole. Un evento che si ripete ininterrottamente dalla vigilia di Natale del 1997 in prima serata su Italia 1. Un evento pagano (anzi televisivo) che ogni 24 dicembre sera ha sempre uno share molto elevato. Stiamo parlando di “Una poltrona per due”.
Film del 1983, “Una poltrona per due” viene dato solo ed esclusivamente il 24 dicembre sera come warm up prima del brindisi, del taglio del panettone, dello scambio degli auguri e dei regali alla mezzanotte.
La prima volta che divenne ufficiale la liason “Una poltrona per due – sera della vigilia di Natale” era il 24 dicembre 1997 anche se la prima volta venne dato nel 1989. E pensare che questo film è sì ambientato sotto le feste natalizie e di fine anno, ma negli States è uscito nel giugno 1983 mentre in Italia sette mesi dopo, a Natale e veglioni di San Silvestro ormai terminati.
Ma che cos’è “Una poltrona per due”? Diretto da John Landis, questo film vede come protagonisti Louis Winthorpe III e Billie Ray Valentine, interpretati da Dan Aykroyd e Eddie Murphy.
E’ la storia di due uomini provenienti da ambienti sociali diversi (uno è un agente di cambio, l’altro un mendicante), con background differenti che si incontrano per puro caso (ed in maniera accidentale) fuori dalla sede della “Duke&Duke” e le loro vite cambieranno di 360° gradi per oltre una settimana.
Perché un cambio così radicale? Perché i due titolari dell’azienda dove lavora Winthorpe, i fratelli Mortimer e Randolph Duke, due avidi e spregiudicati uomini d’affari, scommettono sulla vita dei due ragazzi: per Mortimer, una persona è propensa a delinquere sin dalla nascita, mentre Randolph sostiene che una persona agisce nella vita in base alla condizione sociale ed economica in cui ha vissuto in gioventù o in quel momento. Prezzo della scommessa? Un dollaro. Decidono di scommettere dopo che lo scontro tra Louis e Billie Ray con Winthorpe che dice alla sicurezza che Valentine lo voleva derubare. Quest’ultimo capisce di essere nei guai ed entra dentro la “Duke&Duke” inseguito dalla polizia per poi venire portato in prigione.
Louis nel suo mestiere (quello di agente di cambio) è il migliore in città, ben educato ma molto snob, altezzoso ma molto preparato, ha studiato nelle migliori scuole, frequenta i colleghi nell’esclusivo sporting club ed i suoi amici sono del suo stesso ceto sociale, così come la fidanzata Penelope, nipote dei fratelli Duke. Billie Ray Valentine è un ragazzo afroamericano che per vivere campa di espedienti e di piccole truffe, è insolente, un imbroglione e cerca di impietosire le persone stando inginocchiato su una sorta di tavola con sotto le rotelle dicendo di essere un non vedente per colpa di una bomba scoppiatagli addosso in Viet Nam. Valentine, lo si apprende dal film, era già noto alle forze dell’ordine ed era un habitué della caserma della polizia di Filadelfia (la città dove si svolge quasi tutto il film).
Winthorpe verrà quindi incastrato, facendogli trovare della droga nella tasca della giacca e subito licenziato dall’azienda, perderà l’amore (finto) di Penelope e gli amici (anch’essi finti), verrà cacciato di casa e da allora visse all’addiaccio, solo e disperato. Dall’altra parte, Billie Ray viene “corteggiato” dai fratelli Duke, i quali ritireranno la denuncia nei suoi confronti (facendolo uscire quindi di galera) e lo convinceranno a diventare (professionalmente ed umanamente) il nuovo Louis Winthorpe tra agi, soldi e responsabilità che fino al giorno prima non pensava poter avere mai un giorno.
Se Winthorpe farà tantissima fatica nel vivere la sua nuova vita (tentando anche il suicidio), Billie Ray si dimostra all’altezza della situazione: si scopre che ha un innato fiuto per gli affari, si dimostra a suo agio con gli agi e le ricchezze del nuovo ambiente e con quelle persone che fino a prima dello scontro con Winthorpe detestava.
Ad un passo dal baratro personale, Winthorpe riuscì con l’inganno ad entrare nell’ufficio di Bille Ray (ovvero, il suo precedente ufficio) e mise in un cassetto una serie di droghe e pasticche affinché Billy Ray venisse scoperto e cacciato. Ad essere cacciato sarà ancora una volta il povero Louis, mentre Billie Ray, diventato un uomo duro e poco incline al rapporto umano, si “imboscò” uno spinello lasciato nel cassetto e andò in bagno a fumarselo. Nel mentre, scoprì lo scambio di denaro (il famoso dollaro) tra i due fratelli Duke, visto che Randolph aveva vinto la quota.
Billie Ray, ferito nell’orgoglio (e dal fatto che anche lui a breve sarebbe stato cacciato), con l’aiuto della prostituta Ophelia (pagata dal consulente dei Duke, Beeks, per fare lasciare Winthorpe e Penelope, ma poi, pentitasi di quello che ha fatto, gli ha dato ospitalità) e del maggiordomo Coleman, fece in modo di far rinsavire Winthorpe, spiegandogli l’equivoco e cercando di rovinare la vita a chi l’aveva rovinata a loro unendosi al suo “nemico”,
E come fecero a rovinare la vita agli avidi e cattivi Duke? Colpendoli sulla cosa a loro più cara: il denaro. E i quattro riusciranno a mettere le mani prima di tutti sui dati della raccolta invernale delle arance. Ai Duke venne dato invece un documento falso sui dati del raccolto, mentre loro ebbero i dati veri e, in una seduta molto accesa nella sala delle trattative di Wall Street, mandarono sul lastrico i due vecchi ricconi. E proprio davanti a due sconvolti ed inebetiti Duke, Winthorpe disse a Billie Ray che aveva perso la scommessa in cui si immaginava che li avrebbe ridotti sul lastrico, dandogli un dollaro.
Il film si conclude con Winthorpe e Valentine che lasciano il mondo degli affari e della finanza e si ritrovano con Ophelia (che ha intrecciato una relazione amorosa sincera con Winthorpe) e Coleman in una spiaggia caraibica al caldo grazie ai guadagni ricavati con la vendita dei futures della produzione delle arance.
“Una poltrona per due” è, quindi, un film molto politically uncorrect e non propriamente il classico film di Natale, tra doppi sensi, stereotipi vari, scene di nudo, droga, carcere, tentativi di suicidio e pasticche varie. Nonostante questo, è un cult ed è un film imperdibile.
Nella pellicola ci sono anche tantissime scene cult: da una sconcertata Penelope che spruzza un deodorante nella sala d’attesa della sede della polizia di Filadelfia alla risate di Billie Ray Valentine; da Louis Winthorpe che mangia un pezzo intero di salmone su un pullman di Filadelfia tirandoselo fuori dalla finta barba di Babbo tutta grigia e sporca ad un un Jim Belushi vestito da scimmia nel treno per New York alla modalità di placcaggio di Beeks (ed il suo inserimento nella gabbia con il gorilla maschio spedita su una nave cargo) alla scena dove Winthorpe “istruisce” Valentine sul come comportarsi a Wall Street durante una trattativa.
E pensare che i protagonisti non sarebbero dovuti essere neanche Dan Aykroyd ed Eddie Murphy, ma un altro duo comico molto noto negli anni Settanta, Gene Wilder e Richard Pryor. Landis dovette abbandonare l’idea di scritturare Pryor per gravi problemi di salute ed il suo sostituto, Eddie Murpby, non avrebbe voluto avere come compagno Wilder. Si pensò di scritturare John Belushi (epico protagonista dei film di Landis “Animal House” e “The Blues Brothers”), ma l’attore morì l’anno prima dell’inizio delle riprese, cosicché Landis assoldò Aykroyd. I due attori protagonisti, Aykroyd e Murphy, erano già famosi perché colonne portanti, ai tempi, del Saturday Night Live, il celebre programma comico del sabato sera della NBC.
“Una poltrona per due” ebbe un successo clamoroso e fece anche bene alle carriere di Ralph Bellamy e Don Ameche, gli interpreti di Randolph e Mortimer Duke: fuori dal giro cinematografico da diverso tempo, i due attori videro riemergere dalle proprie ceneri la loro carriera, tanto che Ameche, tre anni dopo, vinse addirittura il Premio Oscar come miglior attore non protagonista per il film “Cocoon” di Ron Howard.
“Una poltrona per due” nel 1983 incassò oltre 90 milioni di dollari del tempo, mentre in Italia ebbe un successo (al botteghino) più magro, anche se nel 1983 il film natalizio più visto fu il primo “cinepanettone” “Vacanze di Natale” con la regia dei fratelli Vanzina.
“Una poltrona per due” è un classico di Natale (insieme a pellicole come “Miracolo nella 34a strada”, “Il canto di Natale”, “The Family Man”, “Mamma ho perso l’aereo” o gli italianissimi “cinepanettoni” e ai film animati che passano sotto le feste) con al suo interno la redenzione, il riscatto ed il rispetto mettendo alla berlina i vizi del capitalismo, il menefreghismo, la cattiveria e la mancanza di rispetto verso il prossimo in difficoltà.
Il film è particolare anche nei suoi contenuti: mai un film comico era stato incentrato su finanza, speculazioni, futures, arrampicatori sociali e con un finale molto difficile da comprende se non si hanno un po’ di nozioni di borsa e di affari. Tanto per intenderci, dal 2020 esiste una regolamentazione per il ruolo dell’insider trading e sapete come si questa regola? “The Eddie Murphy rule”.
Tutto merito di John Landis, un regista tra i più noti del tempo, ma che non ha mai avuto a che fare con pellicole natalizie, visto che i suoi film son sempre stati tutto fuorché natalizi. Basti pensare a Louis Whinthorpe vestito da Babbo Natale ubriaco, affamato, sporco e cattivo mentre addenta il famoso pezzo di salmone tirato fuori dalla barba grigia per lo sporco. Altro che cenone con la tovaglia e i tovaglioli rosso e bianchi e il caldo del camino acceso!
Parliamo di un regista che ha diretto, in carriera, film epici come “Animal House”, “The Blues Brothers”, “Un lupo mannaro americano a Londra” (Premio Oscar per il miglior trucco nel 1982), “Il principe cerca moglie” (dove il protagonista Eddie Murphy incontra Don Ameche e Ralph Bellamy in un cameo in cui impersonificarono due anziani mendicanti, richiamando la sorte dei fratelli Duke) ed il videoclip di “Thriller” di Michael Jackson, uno dei più iconici e celebri della storia della musica mondiale. E nei primi film di Landis (compreso “Una poltrona per due”) è presente un richiamo al fantomatico film “See you next Wednesday”, come il numero carcerario di Winthorpe che è identico a quello di John Belushi in “The Blues Brothers” (il numero 7474505B).
Tra il 1997 a oggi quindici volte (compresa domani sera) è andato in onda “Una poltrona per due” la sera della vigilia di Natale, mentre otto volte tra antivigilia, Natale o Santo Stefano. Ed ogni volta non stufa mai.
Anche se “Una poltrona per due” è un film classista (il ricco contro il povero), con diversi stereotipi razzisti americani degli anni ’80 (un afroamericano mai ricco e che vive ai margini della società, i cosiddetti wasp sempre ricchi e con una posizione lavorativa di livello) ed un bel pizzico di sessismo, visto che in quasi due ore di film appaiono meno di una decina di donne, di cui una sola pseudo-protagonista (ma che fa la prostituta di professione). Per non parlare del fatto che in principio il film doveva intitolarsi “Black and white”.
“Una poltrona per due” è un film che vale sempre la pena vedere, un film che non stanca mai, nonostante domani andrà in onda su Italia 1 per la quindicesima vigilia di Natale. Un film che, tanto per capire il fenomeno, presenta tantissimi gruppi e pagine Facebook (dove in una si fa addirittura il conto alla rovescia, già dal 25 dicembre al suo prossimo passaggio televisivo), nonché gruppi e pagine Facebook contrari alla sua messa in onda sempre il 24 dicembre.
Domani sera il rito di ripeterà: appuntamento per tutti alle ore 21:25 su Italia 1. Magari mangiando una fetta di panettone (o pandoro) bevendo del buon succo d’arancia.
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