Una vita da mediano, una vita da Filippo Porcari

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di Simone Balocco

Una vita mediano/a recuperar palloni/nato senza piedi buoni/a lavorare sui palloni”.

Questa è la prima strofa di “Una vita da mediano” di Luciano Ligabue, uno dei suoi pezzi più conosciuti pubblicato nel 1999 nell’album “Miss Mondo”. Il testo racconta la vita di molti di noi: lavorare nell’ombra senza apparire per permettere agli altri di fare bene ed essere ricordati. E nel testo viene citato l’idolo del “rocker di Correggio”, Gabriele Oriali, campione del Mondo in Spagna 1982, di ruolo mediano allora in forza all’Inter, squadra per cui tifa lo stesso Ligabue.

Cos’è il mediano, dal punto di vista calcistico?

Ogni squadra di calcio ha il suo mediano (o regista), colui che raccoglie palloni e fa ripartire l’azione. Un ruolo molto importante in un centrocampo. Il Novara, ça va sans dire, ne ha avuti tanti di mediani nella sua storia, più o meno forti: nella rosa di mister Banchieri, oggi il ruolo del mediano è ricoperto da capitan Daniele Buzzegoli.

Ma se il tifoso del Novara pensa ad un mediano, non può non pensare a Filippo Porcari, il mediano della doppia promozione Lega Pro-Serie A. E nell’estate 2012, Porcari è andato a giocare a La Spezia e Buzzegoli è venuto per la prima volta a Novara facendo la strada al contrario.

Porcari, 36 anni oggi 28 aprile, oggi gioca nel Crema in Serie D, ma in carriera ha tanta esperienza in Serie B ed in Serie A. Il centrocampista di Fidenza in azzurro ha giocato cinque stagioni (non consecutive), scendendo in campo 176 volte e segnando cinque reti.

Porcari debuttò nel calcio professionistico con il Parma, in Serie A, scendendo in campo del match casalingo contro il Piacenza il 17 maggio 2003: da allora, appena ha potuto, ha sempre usato il numero 17 di maglia (Novara, Spezia, la stagione della promozione in Serie A del Carpi, Cremonese, Triestina, Piacenza), in ricordo del giorno del suo debutto nella nostra massima serie.

Dopo l’esperienza con i ducali, Porcari passò brevemente al Milan per poi giocare con Padova e Pisa in Serie C1.

Nell’estate 2005 il suo primo approdo al Novara: gli azzurri erano in Serie C1 e il mediano, allora 21enne, giocò 30 partite non segnando. Era il Novara di Antonio Cabrini, la squadra si piazzò all’ottavo posto in classifica e Porcari a fine stagione si trasferì all’Avellino, in Serie C1. Rimase con i lupi irpini due stagioni, conquistando subito una promozione in Serie B.

Ma nel giugno 2008, il giocatore fa la strada al contrario e ritorna al Novara, allora guidato da Egidio Notaristefano e alla ricerca di un ritorno in Serie B che manca in Piemonte da 31 anni.

Il resto è storia perché Porcari è stato l’emblema del Novara di Attilio Tesser: forte fisicamente, decisivo, muscolare. Un frangiflutti, ma anche assist man, non disdegnando il tiro da fuori. E ancora oggi, come detto, tutti i tifosi che hanno visto la grande cavalcata del Novara di tesseriana memoria non possono che ricordare con affetto (al limite forse dell’amore) ciò che fece Filippo Porcari.

In Serie A, il numero 17 azzurro è stato anche diverse volte capitano, prendendo la fascia quando non giocavano contemporaneamente Rubino e Ludi, il capitano ed il vice- ufficiali: Porcari è stato il primo capitano del Novara nella prima partita casalinga in Serie A dopo 55 anni, scambiando il gagliardetto con Javier Zanetti e scambiandolo, tra gli altri, anche con i “colleghi” di Roma (Francesco Totti) e Juventus (Gianluigi Buffon), nella partita giocata il giorno dopo il suo compleanno.

In merito all’esperienza in Serie A del Novara, tutti si ricorderanno la polemica precedente il match contro il Cagliari al “Sant’Elia”: si giocava il 17 settembre in anticipo pomeridiano e l’allora presidente rossoblu, Massimo Cellino, noto scaramantico, chiese di posticipare la partita al giorno dopo. I tifosi del Novara, arrabbiati contro questa decisione anche solo paventata, espressero la volontà che proprio Porcari, capitano in quella partita, segnasse il gol vittoria. Non tanto perché dovesse segnare lui nello specifico, ma perché indossava la maglia numero 17, il numero della sfortuna per antonomasia. La partita si disputò sabato 17 settembre, Cellino chiese ai tifosi di non assistere a match indossando abiti color viola, il Novara perse 2-1 e Porcari non segnò (il gol della bandiera lo siglò Morimoto).

Come detto, Porcari ha lasciato un segno indelebile nella storia recente del club azzurro, tanto che il 25 settembre 2012, quando giocò a Novara da ex con lo Spezia, a fine partita, con le squadre già negli spogliatoi, lui è uscito dal tunnel senza maglia e si è fatto il giro del campo salutando la sua ex tifoseria che lo aveva applaudito nel pre-gara con l’esposizione di una striscione in curva in suo onore. La stessa tifoseria nel vederlo commosso girare per il campo si sbracciò e qualcuno (forse) pianse.

Dopo Novara e Spezia, la carriera di Porcari lo ha visto giocare due volte con la maglia del Carpi, poi Bari, Cremonese, Triestina, Piacenza e oggi Crema. Con il Carpi, inoltre, riassaporò ancora la Serie A.

Dopo il suo addio a Novara, tornò al “Piola” altre due volte come avversario con Carpi e Piacenza: nella prima giocò tutta la partita, nella seconda stette in panchina.

Nell’estate 2018 Filippo Porcari passò al Piacenza, chiamato dal direttore sportivo biancorosso Luca Matteassi, suo ex compagno nella prima esperienza novarese. Porcari scelse Piacenza in quanto poco distante da dove abitava con la famiglia: una scelta di cuore in una piazza in cerca della gloria perduta.

Oggi Porcari gioca in Serie D ed è il fulcro a centrocampo della squadra di mister Dossena. Attualmente il Crema (nato nel 1908 come il Novara) è quart’ultima in classifica e ad oggi non si sa se il torneo dilettantistico si concluderà o meno. Come per il Novara, come per tutto il calcio italiano.

Chissà se un giorno Filippo Porcari da Fidenza, tornerà ancora a Novara, ma sicuramente sarà sempre ricordato come “il mediano della doppia promozione”. Proprio come Oriali, una carriera “a recuperar palloni […] a giocare generosi […] anni di fatica e botte e vinci casomai i Mondiali”.

 

immagine in evidenza tratta da www.avellino-calcio.it