di Simone Balocco
Con la sconfitta casalinga di domenica contro il Como, già promosso in Serie B con una partita di anticipo, si è chiuso il campionato 2020/2021 del Novara. Novara che si posiziona all’undicesimo posto in classifica a tre punti dal decimo posto, ultima posizione utile per disputare i play off promozione che inizieranno tra sabato e domenica.
Per il Novara, una pesante sconfitta casalinga (0-5, la peggiore era stata uno 0-6 contro la Juventus nel novembre 1952) che gli fa terminare la stagione già al 2 maggio. Una sconfitta amara che ha cancellato in 90 minuti tutto il bel girone di ritorno disputato da Buzzegoli e compagni. Ora la squadra si allena ancora, ma è “in vacanza” in attesa di conoscere il suo futuro non solo tecnico, ma anche societario. Ed infatti i mesi di maggio e giugno, sotto questo punto di vista, saranno decisivi.
Nonostante tutto, si possono comunque trovare undici momenti ed episodi che vale la pena ricordare di questa stagione
Il gol olimpico di Daniele Buzzegoli contro la Lucchese
Domenica scorsa contro il Como, Daniele Buzzegoli ha toccato le 194 presenze in azzurro: è il giocatore più anziano della rosa attuale, domani compirà 38 anni e anche la prossima stagione dovrebbe vestire la maglia azzurra, dopodiché passerà dal campo alla panchina essendo in possesso del patentino per allenare le squadre giovanili. Buzzegoli, nel complesso, è stato tra i più positivi della stagione, soprattutto nelle prime undici giornate quando ha segnato…tutte le sue reti siglate quest’anno in campionato, ovvero quattro (oltre a quella segnata contro il Gelbison nel primo turno di Coppa Italia).
Di queste, la rete più bella, dal punto di vista balistico, è stata quella del definitivo 3-0 contro la Lucchese alla seconda giornata di campionato. Un gol di difficile esecuzione. anche perché sono in pochi a riuscirci: segnare da calcio d’angolo. E contro la Lucchese, al minuto 76’, “Buba” c’è riuscito: dalla bandierina, ha fatto partire un tiro a giro che ha superato il portiere avversario, i giocatori rossoneri e quelli azzurri. In linguaggio tecnico, il gol da calcio d’angolo viene chiamato “gol olimpico” ed il primo risale al 2 ottobre 1924, quando l’argentino Cesareo Onzari decise di entrare negli almanacchi storici del calcio durante l’amichevole tra l’Albiceleste e l’Uruguay campione olimpico in carica, allora la squadra più forte del Mondo.
Il “gol olimpico” ha una caratteristica: per realizzarlo, c’è da aver il piede educato. E Daniele Buzzegoli ha sempre dimostrato, negli anni novaresi e non solo, di avere un piede destro molto, ma molto educato.
La due partite casalinghe di campionato con il pubblico
La stagione 2021/2021 ha avuto un primato: è stata la prima dove, per tutta la stagione, gli stadi sono stati chiusi causa la pandemia. Per le squadre di calcio, un danno economico colossale visto che molte di queste (soprattutto in Serie C) hanno i maggiori introiti proprio dalla vendita di abbonamenti e biglietti di singole partite. Ma del resto non si è potuto fare altrimenti: dinnanzi ad una pandemia che in 15 mesi ha causato in Italia oltre 120mila morti e oltre 3,2 milioni nel Mondo, ciò era inevitabile.
Ovviamente il Novara non è stato da meno, lasciando aperta durante la stagione solo la tribuna ma lasciando l’accesso solo ed esclusivamente agli addetti ai lavori e a qualche accredito. In due occasioni però la società (anche in base alla situazione del momento) ha permesso l’ingresso di 1000 tifosi sugli spalti, ovviamente solo in tribuna: per le partite contro Pontedera (18 settembre) e Carrarese (25 settembre), grazie anche al DPCM allora in vigore e dopo incontri con la Questura e la società, si era deciso di aprire lo stadio “Piola” ad 800 spettatori. Una piccola “vittoria” che ha visto i tifosi tornare sugli spalti dove mancavano dal 9 febbraio precedente (vittoria contro il Gozzano). A livello di risultato, gli azzurri hanno perso contro i pisani (1-2) e pareggiato contro i carrarini (1-1), ma quell’apertura ha visto il sold out, segno che molti tifosi novaresi avevano voglia di tornare sugli spalti e tornare ad “annusare” l’aria del “Piola”. E anche se i risultati non sono stati nel complesso positivi, per i tifosi azzurri la presenza in tribuna (ovviamente con distanziamento sociale ed ingresso consentito con presentazione di un’autocertificazione) è stata una grande vittoria.
L’affermazione di Nicolas Schiavi
E’ stato il giocatore che (forse) è mancato di più nelle ultime partite di campionato. Un’assenza dovuta ad un infortunio che lo ha messo ko e che gli consentirà di tornare in campo solo nella prossima stagione. Ed infatti l’assenza di Nicolas Schiavi ha pesato nell’economia della squadra negli ultimi 360’ di gioco. E proprio il centrocampista di Rafaela quest’anno ha raggiunto la sua maturità calcistica.
Classe 1995, Nicolas Schiavi (detto “el nino” per i suoi lineamenti da ragazzino) è da considerarsi uno dei “senatori” della squadra: arrivato a Novarello nel 2013, il giocatore argentino conta 108 presenze e tredici reti segnate, di cui quattro siglate quest’anno (contro Grosseto e Alessandria in campionato; doppietta contro il Gelbison in Coppa Italia). Giocatore magari tecnicamente non eccelso, Nicolas Schiavi è il giocatore che tutti gli allenatori vorrebbero: mai una parola fuori posto, impegno sempre ai massimi livelli e quella garra charrua tipica dei sudamericani che piace a tutti i tifosi del Novara.
Quella di quest’anno è da considerarsi la sua più bella in azzurro, anche se non ha potuto giocare le ultime partite. E la ciliegina della torta è stata la sua rete contro la Gelbison il 23 settembre nel primo turno di Coppa Italia: cross da destra del giovane Pagani, palla in area e lui che ha eseguito una rovesciata da manuale non lasciando scampo al portiere cilentano.
A gennaio, “el Nino” ha firmato un rinnovo contrattuale di due anni che lo legherà al Novara fino al 2023 e i tifosi sperano che il numero 5 argentino possa rimanere ancora di più tempo in azzurro ed indossare quella fascia di capitano che questa stagione ha indossato diverse volte.
L’imprescindibilità di Andrea Cagnano
Si diceva un gran bene di lui: dal settore giovanile nell’Inter alle esperienze toscane con Pisa e Pistoia, Andrea Cagnano, di professione terzino sinistro, quest’anno è uno di quelli che in pagella si è preso un bel 8. Il motivo? Quest’anno, ancora più rispetto alla scorsa stagione, la fascia sinistra azzurra ha avuto nel difensore comasco un grande interprete. Uno che ha dato tanto, uno che non si è mai tirato indietro, uno che è sempre uscito con la maglia bagnata ed il cui impegno non è mai mancato. E si è tenuto che potesse terminare la stagione in anticipo a seguito della botta rimediata contro la Juventus Under 23 ad Alessandria il 3 marzo: fortunatamente il numero 3 di Como è stato out solo quattro partite. Un sospiro di sollievo per tutti, anche in vista del finale di stagione dove è stato tra i migliori. Come (quasi) sempre da quando è arrivato a Novara.
Andrea Cagnano imprescindibile in questo Novara? Certamente e speriamo che possa esserlo anche in futuro.
Vittorio Pagani, Mattia Tordini e Lorenzo Pellegrini, altri giovani in prima squadra. E l’esplosione di Marco Zunno
Se la prima squadra del Novara quest’anno, complessivamente, è stata deludente lo stesso non si può dire, per l’ennesima volta, del suo settore giovanile. Nonostante alcuni cambi dirigenziali effettuati ad inizio stagione (via Gattuso tecnico della Berretti e Borghetti responsabile della cantera azzurra), la “Primavera 3” (nuove nome delle fu “Berretti”) quest’anno sta facendo un campionato molto importante. E come accade costantemente da oltre dieci anni, molti giocatori della Berretti (o della Primavera quando il Novara era in Serie B) hanno avuto l’onore non solo di essere convocati, ma anche di giocare in prima squadra. Questa stagione hanno debuttato il terzino destro Vittorio Pagani (2003), l’attaccante Mattia Tordini (2002) e Lorenzo Pellegrini, centrocampista classe 2003 in campo per una ventina di minuti domenica contro il Como. Con loro tre, sale a trentasette il numero dei giocatori del settore giovanile che hanno debuttato in prima squadra dal 2011.
Di questi tre, Pagani ha anche segnato un gol, quello del momentaneo vantaggio, lo scorso 10 gennaio, contro l’Olbia.
Pagani ha giocato in tutto dodici partite (due in Coppa Italia), Tordini dieci (due in Coppa Italia) e Pellegrini lo scampolo contro i lariani, entrando al posto di Rossetti. Questi tre “azzurrini” hanno giocato tante partite con la “Primavera 3” di mister Erminio Russo e si spera che il prossimo campionato potranno giocare stabilmente in prima squadra, magari insieme ad altri loro compagni.
Proprio come è accaduto a Marco Zunno. L’attaccante cilentano, classe 2001, in pratica con la valigia in mano durante il mercato di gennaio, ha avuto la totale fiducia di Banchieri che lo ha messo al centro del progetto e lui ha ricambiato mister, compagni e tifosi con quattro reti di pregevolissima fattura. E Zunno è tra le note più positive di questa stagione. Ovviamente ha tutto il tempo per migliorare tecnica e freddezza sotto porta (leggasi il tiro fuori misura sulla ribattuta del portiere del Como, Bolchini, sul rigore di Lanini), ma ha tutto il tempo dalla sua. Ed i tifosi sperano che questo “tempo” sia per ancora tanto tempo a Novara.
La rivincita di Eric Lanini
Due settimane fa abbiamo dato spazio a Eric Lanini, il “bomber” di categoria che è stato il miglior giocatore di tutta la rosa azzurra e sicuramente tra i migliori attaccanti della categoria.
Perché “rivincita”? Rivincita sugli scettici, sui detrattori e su chi non lo vedeva all’altezza della situazione a Novara. A dire il vero, guardando il girone di andata dell’attaccante torinese, i dati sono stati negativi: sedici partite giocate, sei sostituzioni, una partita vista dalla panchina (a Piacenza il 9 dicembre), un solo gol. E si pensava che potesse tornare al Parma che lo avrebbe girato ancora una volta, per l’ennesima volta, ad un’altra squadra. Ed invece il ragazzo si è rimboccato le maniche, ha goduto della piena fiducia di Simone Banchieri e lui ha ripagato tutti con dieci gol, diventando il miglior marcatore del girone C nel girone di ritorno.
Ed i suoi undici gol totali rappresentano il fatto che nelle ultime quattordici stagioni, il Novara ha piazzato almeno un giocatore in doppia cifra nella classifica marcatori per dodici volte. Dopo i vari Rubino, Bertani, Motta, Gonzalez, Rigoni, Evacuo, Corazza, Galabinov, Cacia, Eusepi e Bortolussi, ecco Eric Lanini. Oggi, a 27 anni, Lanini conta 212 presenze tra i professionisti e 53 reti segnate: la cinquantesima è stata la rete della vittoria contro il Grosseto al 91’ il 28 marzo.
Se il Novara, terzultimo prima del match del “Porta Elisa” contro la Lucchese del 31 gennaio, è riuscito a salvarsi con tre giornate d’anticipo ed accarezzare il sogno play off, lo deve anche a Lanini.
Con il girone di ritorno, il numero 9 azzurro è parso rigenerato ed è tornato ad essere quel bomber di categoria che i tifosi novaresi conoscevano: un mastino sotto rete, un cecchino infallibile ed uno capace di segnare gran bei gol. Due su tutti: le punizioni calciate contro Piacenza e Pro Patria, vere perle balistiche.
Molti tifosi si chiedono: perché Eric Lanini non è stato lo stesso nel girone di andata? La domanda non ha una vera risposta, ma se il giocatore ha segnato una sola rete (tra l’altro contro la sua ex squadra, la Juventus Under 23, l’8 novembre 2020) significa che, come si dice in gergo, “non vedeva la porta”.
Il giocatore ha anche vissuto il periodo nerissimo della squadra che tra la settima e la 20ma giornata aveva raccolto solo sette punti e nessuna vittoria, tanto che si vociferava che Lanini potesse tornare al Parma a gennaio che lo avrebbe dirottato ancora una volta in prestito. Invece Banchieri si è impuntato, affermando che aveva massima stima e massima fiducia verso il suo attaccante.
Poi il nuovo direttore sportivo, Mauro Borghetti, ha portato a Novara lo sconosciuto Simone Rossetti dal Matelica e la vita calcistica di Eric Lanini. Anche perché per il bomber torinese, Rossetti non era uno sconosciuto ma il suo compagno di reparto, nella stagione 2018/2019, nell’Imolese, grande sorpresa di quella stagione (terza in regular season ed eliminata nelle semifinali play off): 18 gol totali Lanini, cinque Rossetti.
Pesa però come un macigno l’errore dal dischetto dallo stesso Lanini contro il Como: un tiro angolato non impossibile, parato da Bolchini. Un errore che non ci voleva visto che le squadre erano sull0 0-0 ed il Grosseto era da poco passato in vantaggio.
Con i se e con i ma non si gioca a calcio, ma se quel rigore fosse entrato il Novara magari non avrebbe preso un’imbarcata come quella di domenica (seconda peggiore sconfitta in casa dopo Novara-Juventus 0-6 del 16 novembre 1952) e magari avrebbe vinto, anche se la vittoria contemporanea del Grosseto avrebbe vanificato il tutto. Fatto sta che il 1° luglio Eric Lanini tornerà a Parma e difficilmente tornerà a Novara, visto che (si spesa per il giocatore) finalmente potrà giocare in Serie B e togliersi ancora delle soddisfazioni. Soddisfazioni che lo possano portare a fare capriole come dopo quella fatta dopo il gol contro il Piacenza.
Giuseppe Panico che spinge a terra Banchieri nel festeggiamento del gol contro il Lecco
Il gol è l’essenza del calcio ed è il pane dei giocatori. Degli attaccanti in primis. E la cosa più bella dopo aver segnato un gol, è l’esultanza successiva. La storia del calcio è piena di esultanze diventate epiche ed iconiche: l’elenco sarebbe lunghissimo.
In casa Novara quest’anno forse l’esultanza più bella dopo un gol è stata la doppia capriola di Eric Lanini dopo aver segnato il gol del 2-0 al Piacenza su calcio di punizione, ma l’esultanza più “comica”, tanto da andare addirittura a “Striscia la notizia”, è stata quella di Giuseppe Panico il 7 marzo dopo il suo gol del 3-0 al “Piola” contro il Lecco: un giro preciso a fil di palo di destro dove Pissardo non è potuto arrivarci. Dopo il gol il giocatore è stato abbracciato dai compagni, compresi quelli provenienti dalla panchina. Tra questi, come sempre, c’era mister Banchieri. Per la foga dell’esultanza, Panico ha strattonato Banchieri e lo ha spinto, involontariamente. Il tecnico è rotolato a terra, come si dice in gergo, “come un sacco di patate” e lui prontamente si è rialzato. Un momento che molti tifosi non dimenticheranno: la scena è stata davvero comica. Ma vincere 3-0 in casa, è sempre vincere 3-0 in casa.
Il doppio derby delle risaie perso contro la Pro Vercelli
In molte interviste, tecnici ed allenatori, dicono sempre, all’unisono, “si riparte dalla sconfitta”. Le sconfitte dovrebbero essere “studiate”, prontamente dimenticate per puntare a vincere le partite successive. Le sconfitte fanno parte del cammino di ogni squadra.
In questa stagione, il Novara, su trentotto partite di campionato, ne ha perse tredici, il 34%. Sicuramente le due peggiori sconfitte sono state quelle nei derby con la Pro Vercelli: 1-0 in terra bicciolana, 1-2 al “Piola”. Era dalla stagione 2000/2001 che il Novara non perdeva il “derby delle risaie” sia all’andata sia al ritorno. E quella del ritorno ha avuto ancora di più il sapore amaro perché è scaturita tra il 5’ ed il 9’ del secondo tempo, quando Emmanuello e Comi hanno prima pareggiato e poi “superato” il vantaggio azzurro di Eric Lanini, tornato al gol dopo undici giornate. Un risultato bruciante anche perché il Novara ha chiuso la partita in nove uomini per colpa dei “rossi” a Migliorini e Bianchi.
Quello del 24 gennaio ha rappresentato il terzo “derby delle risaie” consecutivo perso dal Novara, con gli azzurri che non vincono in terra vercellese dal 10 ottobre 2015 ed in casa dal 2 marzo 2019.
0 punti in due partite contro gli storici rivali d’Oltresesia sono difficili da digerire, soprattutto se i rivali non facevano sei punti-su-sei da oltre vent’anni. Anche questo però è un qualcosa che va ricordato. E possibilmente mai più ripetuto.
Il ritorno in campo di Giammario Piscitella
La stagione 2021/2021 non sarà ricordata come la stagione calcistica della carriera di Giammario Piscitella: otto partite giocate su trentotto, quattro dal 1’, zero gol segnati e zero assist serviti. Ma la stagione del numero 24 di Nocera Inferiore è stata senza dubbio particolare: fuori rosa, ritorno in campo, il contagio di Covid, il ricovero in ospedale, la paura della non idoneità sportiva, un altro ritorno in campo. Una stagione che (nella peggiore delle ipotesi) sarebbe potuta essere l’ultima del giocatore scuola Roma. Ed invece, grazie al cielo, dopo la grande paura, “Giamma” il 7 marzo ha riassaporato dopo quasi tre mesi l’”odore” del campo.
E pensare che alla fine del mercato estivo era stato messo fuori rosa e si allenava da solo a Novarello. Poi Banchieri, giocoforza, lo ha dovuto integrare e lui, senza battere ciglio, ha risposto “presente!” e ha dato il suo contributo fino allo stop per il Covid. Proprio nel momento in cui stava iniziando a riassaporare la continuità.
Giammario Piscitella, quasi sicuramente, il 30 giugno saluterà il Novara in quanto il contratto scadrà quel giorno, ma tanti tifosi vorrebbero che la società possa prolungare il contratto al giocatore affinché possa vestire ancora la maglia azzurra e giocare un’altra stagione. Mandando la stagione appena passato (per lui) al diavolo e riprendersi il ruolo di esterno sinistro nello scacchiere azzurro.
Ma la cosa più importante è che può, dopo la grande paura, tornare a giocare ancora a calcio
Axel Desjardins, il primo gardien de but canadese della storia del Novara
Nei suoi 112 anni (quasi e mezzo) di storia, nel Novara hanno giocato più di 600 calciatori. Di questi, ottantacinque sono stranieri.
In questa stagione hanno vestito la maglia azzurra gli argentini Pablo Andres Gonzalez e Nicolas Schiavi, il bosniaco Ante Hrkac, il bulgaro Hristo Ivanov, il senegalese Malik Mbaye, il dominicano Antonio Natalucci ed il canadese Axel Desjardins. Se nella ultracentenaria storia del club azzurro ci sono stati, in passato, argentini, bosniaci, bulgari, senegalesi e dominicani, la novità di quest’anno è rappresentato dal fatto che Desjardins è il primo canadese ad avere indossato la maglia del Novara.
Classe 2000, Desjardin, nato a Montréal, Québec, è arrivato a Novarello in prestito dallo Spezia. In stagione, ha avuto modo di giocare solo quattro partite, tutte nella parte finale del torneo (contro Piacenza, Albinoleffe, Grosseto e Pergolettese) incassando una sola rete. E con davanti un giocatore di esperienza come Ivan Lanni, per il portierino quebecchese questo è stato un anno di apprendistato vero e proprio (a Spezia era terzo portiere dietro a Scuffet e Krapikas), in attesa che la prossima stagione possa giocarsi molte più chances rispetto a quest’anno.
Ormai il calcio è diventato una cosa globale e, grazie anche alla “sentenza Bosman” che ha rivoluzionato il calcio, ora anche molti calciatori provenienti da località “esotiche” (ed il Canada, per l’Italia, è un luogo calcisticamente esotico visto che sono pochi i canadesi che hanno giocato da noi) hanno le loro possibilità di far vedere le loro qualità anche alle nostre latitudini.
E se tutti i futuri calciatori “esotici” che approderanno a Novara saranno come Axel Desjardins, viva la globalizzazione del calcio.
I tifosi allo stadio prima di Novara-Como
Last but don’t least, i tifosi azzurri. Quest’anno, per colpa delle restrizioni dovute alla pandemia, non hanno potuto seguire nessun allenamento della squadra dal vivo e non sono mai potuti andare allo stadio, se non per vedere le due partite casalinghe contro Pontedera e Carrarese. Per il resto: radiocronache, streaming, social network. Eppure questi non hanno mai fatto mancare il loro calore alla squadra.
In due occasioni però sono “scesi in campo” per protestare contro la dirigenza: il 20 dicembre, prima del match casalingo contro la Pro Patria, un nutrito numero di supporters ha parlato (a distanza) con la squadra, contestando l’operato dell’allora direttore sportivo Orlando UrbanoM; il 7 febbraio, prima del derby piemontese contro l’Alessandria, una cinquantina di tifosi si è ritrovata nell’antistadio per contestare la dirigenza azzurra ed in particolare patron Rullo, oggetto di insulti e di critiche in merito alla gestione della squadra.
Prima del match contro il Como, i tifosi azzurri hanno aspettato l’arrivo del pullman della squadra ed una volta scesa, l’hanno applaudita per il buon girone di ritorno incitata ed incoraggiata nell’ultimo sforzo della stagione. Nell’occasione, capitan Buzzegoli ha ricevuto una sciarpa da parte della tifoseria e i tifosi hanno affisso uno striscione nel settore “distinti” con la scritta “da Tandil el cartero/a Novara uomo vero” dedicato a Pablo Andres Gonzalez.
Con i se e con i ma non si gioca a calcio, ma la presenza dei tifosi sugli spalti durante questa stagione magari avrebbe cambiato le sorti in classifica del Novara, ma non solo.
Speriamo che con la stagione 2021/2022 la quasi totalità degli italiani sia vaccinata così si potranno aprire tutti gli stadi italiani. Perché va bene le telecronache e le radiocronache da casa, ma andare allo stadio è un’altra cosa.
immagine in evidenza tratta da www.tgnovara.it