Via la plastica usa e getta dall’Europa

Condividi sulla tua pagina social

Via la plastica usa e getta dall’Europa

di Caterina Zadra

Via la plastica usa e getta dall’Europa. Da quest’anno la Commissione Europea ha reso note le nuove norme comunitarie per ridurre i rifiuti marini, costituiti per l’85% da microplastiche, materiale estremamente dannoso e contaminante, presente anche nell’aria e come ciclo finale anche sulle nostre tavole.

L’Europa dice basta.

Dopo un primo grande passo importante, l’aver messo al bando i sacchetti di plastica nel 2015, ora le istituzioni europee, Consiglio e Parlamento insieme, stanno prospettando una azione complessiva.

Le nuove regole prevedono:

  1. Il divieto di commercializzare alcuni prodotti di plastica come cotton fioc, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande e aste per palloncini. Tutti questi prodotti dovranno essere fabbricati solo con materiali sostenibili.
  2. Riduzione del consumo attraverso precise direttive interne degli Stati membri, per  ridurre l’uso di questi prodotti  in plastica fissando obiettivi nazionali e mettendo a disposizione prodotti alternativi.
  3. Obbligo per i produttori di parziale copertura dei costi di bonifica e di misure di sensibilizzazione, al contempo vengono previsti incentivi al settore industriale per lo sviluppo di alternative meno inquinanti.
  4. Entro il 2025 gli Stati membri dovranno raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica monouso per bevande attraverso specifiche campagne di cauzione-deposito.
  5. Etichettatura trasparente e standardizzata con indicazioni circa l’impatto negativo sull’ambiente e smaltimento. Questa prescrizione riguarderà gli assorbenti igienici, le salviette umidificate e i palloncini.
  6. Gli Stati membri dovranno sensibilizzare i consumatori sulle conseguenze legate alla dispersione dei prodotti in plastica nell’ambiente offrendo informazioni riguardo ai sistemi di riutilizzo disponibili.

Di questo pacchetto fa parte anche la tassa sulla plastica, richiesta per finanziare parte del prossimo bilancio dell’Ue in seguito allo stop del riciclo dei rifiuti da parte della Cina. Si tratta di una misura di salvaguardia ambientale molto importante che potrebbe significare nuove opportunità economiche per le aziende, che potranno dare vita a economie di scala, grazie agli incentivi pubblici, per diventare anche più concorrenziali e allo stesso tempo sostenibili.

Grazie alla nuova direttiva proposta, si eviterebbe l’emissione di 3,4 milioni di tonnellate di CO2, danni ambientali pari a 22 miliardi di euro entro il 2030 e si produrrà un risparmio per i consumatori di 6,5 miliardi di euro, focalizzando l’attenzione su 10 prodotti di plastica monouso e sugli attrezzi da pesca.

Le nuove  norme potrebbero entrare in vigore fra il 2019 e il 2020.