di Simone Balocco
Quando si parla di “casa”, pensiamo subito alla sicurezza personale. Del resto quando si è in difficoltà, o in una situazione di pericolo, diciamo “voglio andare a casa” per sfuggire a ciò. Tra le cosiddette quattro mura domestiche, infatti, dimentichiamo paure, timori, dolori e ci lasciamo i pericoli alle spalle. Sulle case hanno scritto canzoni e libri, girato film, pubblicità, scritto proverbi. Il più bello? Forse il proverbio inglese “Casa è dove si trova il cuore”.
A Novara, dal 12 settembre 2024, esiste una casa “particolare”, un luogo dove si va non per proteggere qualcosa o sé stessi, ma per stare bene con sé stessi. Un posto in cui si può dire, anche se non si è a casa propria, “mi sento a casa”. Questa “casa” si trova in viale Marmo. E dov’è viale Marmo a Novara? Dove c’è l’ingresso principale dello stadio “Piola”, la casa del tifo azzurro, del Novara Calcio ieri e del Novara Football Club oggi. Questa “abitazione” si chiama La Casa del Novara, il luogo dove tutti i tifosi azzurri sono al sicuro. La già citata Casa del Novara.
Che cos’è la Casa del Novara? Come recita il sito dell’Associazione Tifosi Novara, promotrice della sua nascita, “è la realizzazione di un sogno”. Dentro la “Casa” si respira aria di storia, perché il Novara è parte del patrimonio calcistico nazionale per la sua storia (è membro del Quadrilatero piemontese ed è al 35° posto nella classifica perpetua della Serie A) e per il fatto che hanno indossato la gloriosa maglia azzurra fior fior di giocatori idoli del calcio nazionale quanto locale. E forse in questo caso la suggestione e la passione sono ancora superiori. L’apertura della “Casa del Novara”, quel giovedì 12 settembre, è stata emozionante: il sogno è diventato realtà, i sacrifici dei membri dell’AssoTifosiNovara e di tanti supporters si è concretizzato in uno spazio bello, importante, suggestivo e storico.
L’idea di avere in città un museo dedicato alla squadra più rappresentativa è sempre stata embrionale (tutti volevano si facesse, ma tra il dire e il fare c’è sempre – tanto – mare) e l’asta fallimentare dei cimeli sportivi del Novara Calcio ha spinto dodici tifosi, nel dicembre 2023, a fare le cose sul serio: questi hanno avuto coraggio, voglia di fare e, perché no, la voglia di mettersi in discussione dicendo “facciamo in concreto ciò che tutti vorremmo ci fosse, ma che ancora non c’è”.
Grande 500 metri quadri, con centoquaranta metri di pannellature e teche e diviso in dodici stanze, la “Casa” è nata grazie, come detto, all’Associazione Tifosi Novara, che si è posta l’obiettivo di sviluppare progetti di carattere culturale ed educativo per preservare e tramandare il patrimonio storico del Novara anche alle nuove generazioni e stimolare in particolare queste ultime verso un approccio etico allo sport ed una sana passione per la squadra della città. Un grande “ombrello” sotto cui tutti i tifosi dovrebbero stare e che quindi li terrebbe al riparo e al sicuro come in una casa.
All’apertura della “Casa del Novara” si sono anche interessate Sky e tante testate giornalistiche (come “La Gazzetta dello Sport”) e lunedì 22 settembre è stata anche visitata dal presidente della Serie C, Matteo Marani, il quale ha apprezzato moltissimo. Del resto sono poche le società di terza serie a disporre di uno spazio del genere dove calcio e storia vanno a braccetto.
Come ogni casa che ha stanze, quadri, ricordi ed immagini delle nostre vite, la “Casa del Novara” si compone di dodici stanze di cui nove intitolate a nove uomini che hanno fatto la storia del club (otto calciatori ed un allenatore) e tre “trasversali: ecco quindi la sala Meneghetti, la sala Mornese, la sala Piola, la sala Udovicich, la sala Giannini, la sala Scienza, la sala Rubino, la sala Tesser, la sala Gonzalez, la sala Campioni, la sala Cannonieri e la sala Tifosi. A “guardare” la “Casa del Novara”, una gigantografia all’ingresso composta da due immagini: a sinistra Silvio Piola, intento nel realizzare al “Comunale” di via Alcarotti al Milan la sua ultima rete in carriera (la numero 274 totale, la numero 86 con la maglia del Novara), a destra Pablo Andrés Gonzalez con le braccia aperte dopo aver segnato uno dei suoi 104 gol in maglia Novara.
A sovrastare la “Casa”, in alto a destra all’ingresso, un pannello con l’elenco dei 35 giocatori della Hall of fame, ovvero i giocatori scelti dai tifosi attraverso un voto on line promosso dalla stessa Associazione Tifosi Novara nella primavera 2024: se si fosse potuto, l’elenco sarebbe stato maggiore, con la curiosità ora di sapere chi sarà, un giorno, il trentaseiesimo in quanto senza nome e volto (ovviamente) e con un punto di domanda.
L’idea della “Casa” è, a oggi, l’evento più importante che ha fatto l’AssoTifosiNovara (insieme al progetto “La scuola allo stadio”) e in questo modo anche Novara, come altre dodici città italiane, ha un museo dedicato alla propria squadra di calcio o dentro lo stadio (Juventus, Parma, Padova e Palermo), o nella sede del club (Milan) o in cittadine limitrofe (il Museo del Torino a Grugliasco). Un memorabilia che serve ad affermare la propria identità, la propria tradizione ed i propri valori. E visto che anche nel suo piccolo Novara è parte integrante del calcio italiano, e che di storia il club ne ha, aprire questa struttura, proprio nel cuore del “Piola”, è stata, parafrasando l’inizio della preghiera eucaristica, “cosa buona e giusta”.
La “Casa” è il vanto della città, ma è anche il biglietto da visita che la squadra cittadina dà di sé stessa: lo spazio è del Novara FC (anche se lo stadio è di proprietà del Comune), mentre l’Associazione ha il compito del mantenimento della struttura museale. E visto che ogni casa che si rispetti è curata, anche la “Casa del Novara” lo è: a prendersene cura ci sono un gruppo di volontari (membri dell’AssoTifosiNovara) che, ad ogni apertura del museo prima del match casalingo del Novara FC, sono lì ad attendere i tifosi o i semplici curiosi interessati a scoprire la storia della squadra di riferimento della città, a guidarli all’interno del museo oltre a pulire e tenere tutto in ordine il tutto. Ciò che fa la differenza in un museo sono i trofei e questi sono arrivati alla “Casa” venerdì 26 settembre 2025: un insieme di piccole e grandi coppe vinte dalla prima squadra e dal settore giovanile nei suoi oltre cento anni di storia. Questi cimeli sono dati dal Comune all’AssoTifosi in comodato d’uso gratuito (ovvero il Comune presta i cimeli gratuitamente all’Associazione la quale dovrà osservare delle regole di utilizzo degli stessi e restituirli qualora il Comune lo vorrà) e saranno raccolti in teche ad hoc e, non appena potranno essere esposti, daranno quel tocco in più al museo perché nel calcio, si sa, chi vince è quello che alza le coppe. Tra il 2009 ed il 2021 di coppe la prima squadra ed il settore giovanile del club ne hanno alzate tante. Ed un bel blocco di trofei e cimeli (tra cui i trofei “Berretti” vinti nella stagione 1969/1970 e 2009/2010, la Stella d’oro al merito sportivo CONI, il trofeo di campione d’Italia vinto dalla Under 16 nel 2018/2019 e le Supercoppe di Lega Pro 2009/2010 e 2014/2015 alzate al cielo dai capitani Rubino e Buzzegoli al “Piola” e al “Bonolis” di Teramo) è stato presentato in pompa magna domenica 5 ottobre in una cerimonia che ha scaldato i cuori non solo dei presenti, ma di tutti i tifosi.
Perché andare a vedere la “Casa del Novara”, alla fine della fiera? Per almeno due motivi: è un luogo di storia (calcistica) ed un monumento dove deve vivere il culto della memoria (calcistica) che parte dal tifoso al semplice visitatore ed un luogo di incontro tra la “famiglia azzurra” ed il vissuto del club. Un luogo per tutti, dai bambini agli adulti, agli amanti della storia del calcio, una tappa che tutti i tifosi devono affrontare nel corso della propria vita. Un patrimonio sociale, culturale e sportivo nato dalla volontà dei tifosi azzurri per altri tifosi azzurri.
“I sogni sono desideri” cantava Cenerentola e quel giovedì 12 settembre 2024 il sogno è diventato realtà. Dal 28 settembre 2024 la “Casa del Novara” è aperta al pubblico, pronta ad abbracciare i tifosi del Novara ed i semplici curiosi ed appassionati che vanno lì a cercare protezione e sicurezza in un ambiente amicale e conviviale. Perché il calcio si dice che sia l’oppio dei popoli, ma senza tifosi ed appassionati non ci sarebbe niente. Neanche la “Casa del Novara”, ma la passione ed il tifo hanno portato alla sua costruzione. Del resto, dove si trova il cuore c’è casa, no?
immagine in evidenza tratta da www.gazzetta.it