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Addio ad Alvaro Vitali, il Pierino che ha fatto ridere l’Italia intera

DiAlessandro Berardi

Giu 27, 2025

Di Alessandro Berardi

Il 24 giugno 2025, a Roma, si è spento all’età di 75 anni, l’attore simbolo della commedia italiana, Alvaro Vitali, volto indimenticabile del personaggio di Pierino.

Con lui se ne va un pezzo di cinema popolare, fatto di risate contagiose, battute irriverenti e una mimica che ha segnato un’epoca.

Dall’elettricista a Fellini: l’inizio di un sogno

Nato a Roma, nel quartiere Trastevere, il 3 febbraio 1950, Vitali lasciò la scuola dopo la terza media e cominciò a lavorare come elettricista. Ma il destino cambiò il corso della sua vita: nel 1969 fu scelto da Federico Fellini per Fellini Satyricon, dando il via a una collaborazione che lo portò anche in I clowns, Roma e Amarcord.

Il trionfo di Pierino

Negli anni ’70 si affermò nella commedia sexy all’italiana, ma è all’inizio degli anni ’80 che arrivò il vero successo con il personaggio di Pierino: Pierino contro tutti (1981), Pierino colpisce ancora (1982) e Pierino torna a scuola (1990).

Pierino era un ragazzino irriverente e impertinente, con la battuta pronta, i calzoncini corti e una risata inconfondibile. Impossibile non ricordarlo mentre, con aria furbesca, indossava un enorme cappello blu con il pon-pon rosso, un dettaglio tanto buffo quanto iconico, che lo rendeva immediatamente riconoscibile.

Passava le giornate a scuola tra scherzi agli insegnanti, “marachelle” con i compagni e battute decisamente sopra le righe. Era il classico eterno ripetente, più furbo che studioso, condannato (felicemente) a rifare l’anno scolastico all’infinito. Aveva anche un debole per le professoresse più affascinanti, e riusciva (a modo suo) ad attirarne l’attenzione, spesso con battute al limite del consentito.

In una delle scene più originali e celebri della saga, la professoressa assegna come compito di portare a scuola un oggetto caratteristico di una città. Quando arriva il suo turno, Pierino tira fuori un mini-water con sopra una candela accesa. Alla domanda stupita della professoressa — “E questo che cos’è?” — lui risponde con uno dei suoi giochi di parole: “ChiCago di notte!”

Fuori da scuola, Pierino andava spesso ad aiutare il padre nel ristorante di famiglia, dove si improvvisava cameriere tra i tavoli. Anche lì non mancavano le sue battute fulminanti, le smorfie e i giochi di parole.

A volte scherzava con il nonno (presenza fissa nel locale), creando siparietti esilaranti che erano apprezzati dal pubblico, anche nel vedere quel rapporto fatto di qualche battuta, incomprensione, ma semplice e genuino, tra nonno e nipote.

Con questo personaggio, Alvaro Vitali conquistò il cuore di un’intera generazione, diventando un simbolo del cinema comico popolare italiano.

Altri ruoli e collaborazioni

Tra i suoi ruoli più amati, impossibile non citare Paulo Roberto Cotechiño, centravanti di sfondamento (1983), parodia calcistica surreale che lo vide protagonista accanto a Carmen Russo e Mario Carotenuto. Vitali interpretava un improbabile fuoriclasse brasiliano, idolo dei tifosi napoletani, sempre in bilico tra doveri sportivi e tentazioni extra-calcistiche. Con tono scanzonato e surreale, il film finì per anticipare inconsapevolmente l’arrivo di Diego Armando Maradona a Napoli, che sarebbe avvenuto appena due anni dopo. Un’ironia del destino che ha reso quel personaggio ancora più cult.

Ha condiviso il set anche con altri grandi del genere, come Lino Banfi, in una lunga serie di film negli anni ’70 e ’80. Sebbene il rapporto tra i due si sia col tempo raffreddato, Banfi dichiarò in passato di aver tentato di proporlo per alcune fiction televisive, purtroppo senza successo.

Una carriera tra alti e bassi

Con il tramonto del genere che lo aveva reso celebre, la carriera di Vitali conobbe una lunga pausa. Dopo Pierino torna a scuola (che non ebbe il successo sperato), riapparve solo sporadicamente in TV, partecipando a Striscia la Notizia e nel 2006 al reality La Fattoria, da cui si ritirò per motivi di salute.

Negli anni successivi parlò apertamente delle sue difficoltà economiche: in più occasioni raccontò di vivere con una pensione modesta e di sentirsi dimenticato dal mondo dello spettacolo, nonostante l’affetto costante del pubblico.

L’ultimo saluto e la vita privata

Malato da tempo di asma cronica e bronchiti recidive, era stato ricoverato per circa due settimane. Il 24 giugno aveva firmato le dimissioni mediche, ma il destino ha voluto che morisse proprio quel giorno.

Sposato in seconde nozze dal 2006 con la cantautrice Stefania Corona, con cui aveva condiviso 27 anni di vita, Vitali si era separato da lei solo un mese prima della sua morte. Stefania aveva raccontato che il loro rapporto si era fatto troppo sbilanciato, troppo “incentrato su di lui”. Alvaro avrebbe tentato fino all’ultimo una riconciliazione, ma senza successo.

Pierino ci ha fatto ridere con la sua irriverenza, i calzoni corti, le smorfie esagerate e quell’arte tutta italiana di prendere in giro tutto, scuola compresa.

Alvaro Vitali ci ha lasciato: “col fischio o senza?”

Ci piace pensare che, prima di andarsene, Pierino abbia lanciato l’ultima sua smorfia irriverente al mondo, lasciandoci con una risata. Perché, in fondo, era questo il suo mestiere: farci ridere anche quando non ce n’era molta voglia.