Novara FC accendi la luce perché sennò è (davvero) notte fonda

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di Simone Balocco

 

38%-14%-48%. Queste percentuali non sono gettate a caso, ma rappresentano la percentuale di vittorie, pareggi e sconfitte del Novara FC dopo 29 partite di campionato. Un cammino veramente, veramente deludente da parte di una squadra che, alla chiusura del mercato estivo, doveva lottare per i piani altissimi della classifica e che si vede ora, a nove partite dalla fine del campionato, a lottare per salvare la categoria, possibilmente non disputando i play out. “Play out” che oggi vedono Gonzalez e soci a +3 dall’Albinoleffe quint’ultimo e che salverebbe la categoria tramite gli spareggi salvezza.

Per i tifosi del Novara, questa è una stagione davvero complicata: da una parte risultati positivi che non arrivano; poca continuità nei risultati; tanti infortuni (cinque giocatori oggi hanno chiuso la stagione anzitempo); la poca pericolosità in attacco; la difesa che “balla” e che, puntualmente, è in bambola dell’avversario di turno e subisce gol; la paura e la poca sicurezza in campo; troppa velocità nell’incassare gol (quattro reti incassate nei primi 15’ di gioco nelle ultime tre partite). Dopo ventinove partite (il 76% del campionato), il Novara FC ha anche subito più gol (37) di quelli che ha segnato (35).

Nel girone di ritorno, la squadra di Marco Marchionni, come riporta la pagina Facebook del sito forzanovara.net, ha raccolto solo nove punti (frutto della roboante vittoria interna contro il Mantova e le due “esterne” contro Virtus Verona e Vicenza) su trenta disponibili, occupando l’ultimo posto in questa “speciale” classifica insieme alla Pro Vercelli anch’essa con nove punti conquistati (e la vittoria proprio contro il Novara nel “ derby delle risaie” del 29 gennaio).

C’è tanta demoralizzazione tra i supporters, visto che la squadra è entrata in un loop incredibile di prestazioni negative: dal 21 gennaio a oggi, ovvero dal ritorno in panchina di Marchionni, il Novara, in sette partite, ha totalizzato solo sei punti. Il resto sconfitte, la maggior parte brucianti (una su tutte, il derby). La paura di salvarsi a fatica e di disputare i play out sono vive tra i tifosi, i quali vedono una squadra che sembra davvero in balia degli eventi e che ha tanta, tanta paura. E gli spalti “parlano” da soli: contro il Padova, domenica pomeriggio, complice anche il tempo incerto, c’erano pochi spettatori e nel primo tempo la parte centrale della curva “Udovicich” è stata lasciata vuota dagli ultras come segno di protesta verso squadra e società. Unica nota “di colore”, la presenza di tanti bambini delle scuole-calcio nei settore” distinti”.

E domenica prossima a Seregno contro il San Giuliano City Nova, il Novara si troverà davanti un’avversaria diretta per la lotta salvezza: la squadra di mister Carmine Gautieri ha 34 punti in classifica come l’Albinoleffe ma oggi sarebbe salva per la sola differenza reti. In caso di (ulteriore) sconfitta, per i ragazzi di Marchionni il cammino si metterebbe ancora di più in salita di quanto non lo sia ora, specialmente se quelle davanti e quelle immediatamente sotto in classifica faranno punti nel prossimo week end. Mancano 810 minuti (più recuperi) alla fine del campionato ed il Novara ha un unico obiettivo: salvare la categoria e dal prossimo 1° luglio fare un bilancio, tirare una riga e ripartire.

Partito ad inizio stagione con i proclami di patron Ferranti di volere puntare subito alla Serie B, il Novara ha avuto un’involuzione incredibile a partire da metà ottobre, non lottando mai per le posizioni di vertice e perdendo tante partite che, con un po’ più di sforzo (ed un po’ più di fortuna), avrebbero portato punti in classifica. I tifosi danno la colpa di questa stagione negativa alla stessa società, in particolare al presidente Massimo Ferranti. Il patron azzurro dopo la vittoria lo scorso anno del campionato di Serie D si è lasciato andare in estate a proclami troppo roboanti, parlando di Serie B in tante occasioni. Ferranti, uomo molto passionale, aveva iniziato la stagione con il rinnovo di Marchionni con un accordo biennale, giusto per ripartire con l’allenatore della promozione. Peccato che a due settimane dall’inizio del campionato il tecnico di Monterotondo sia stato esonerato, scombussolando i piani di tutti. L’arrivo di Roberto Cevoli, mister di categoria, unito ad una rosa competitiva ed ad un avvio di torneo molto soddisfacente (primo posto dopo la sesta giornata) aveva inizio a far volare alto il morale dei tifosi.

Morale dei tifosi che è precipitato dopo l’esonero dello stesso Cevoli a causa di un mese di novembre da incubo (in cinque partite  una vittoria, un pareggio e tre sconfitte). Al suo posto, Franco Semioli, tecnico della Primavera 4, che, come Cevoli, aveva battezzato con i tre punti il proprio debutto in panchina (3-1 contro il Renate per il tecnico romagnolo, 3-1 per Semioli contro l’Arzignano). Ma anche con Semioli la situazione è andata peggiorando, tanto che il 16 gennaio Ferranti prese di petto la situazione ed esonerò Semioli ed il direttore sportivo Moreno Zebi, arrivato in estate, richiamando, tra lo stupore di tutti, Marchionni. Al posto del ds di Gubbio, è arrivato Marcello Pitino, un direttore sportivo con un passato dirigenziale in piazze del girone C di Serie C. Pitino, arrivato a metà mercato invernale di riparazione, ha dovuto fare di necessità virtù, portando a Novarello giocatori idonei alla filosofia di gioco di Marchionni, ovvero idonei al 3-5-2. Ma il destino ha voluto che nel mese di febbraio cinque giocatori della rosa abbiano già chiuso la stagione per infortunio (Pissardo, Bertoncini, Bonaccorsi, Urso e Masini) e tanti altri hanno subito infortuni che li hanno lasciati ai box: oltre al lungodegente Bertoncini (ultima partita giocata, il 23 dicembre a Renate dove è stato anche espulso), in successione si sono infortunati Khailoti Benalouane e Ariaudo, quest’ultimo arrivato pochi giorni dopo l’apertura del mercato invernale e, nonostante abbia giocato complessivamente cinque partite finora, da tempo vittima di tanti problemi fisici. In più, è stato tesserato Achraf Lazaar, giocatore con esperienze molto importanti tra Serie A e Serie B italiana e calcio inglese ma che ha anche lui problemi fisici, tanto che, ad un mese dal suo approdo sotto la Cupola, non è mai andato neanche in panchina.

Il mercato di Pitino è stato fondato pescando dal mercato degli svincolati ed infatti sono anche arrivati a Novarello il portiere Pelagotti ed il centrocampista Varone, ultimo tassello in entrata. Peccato che i risultati siano davvero pessimi, anche perché degli otto giocatori arrivati a gennaio, l’unico che sta dando un quid alla squadra è Illanes, portato sotto la Cupola proprio da Pitino.

La domanda che tutti si pongono è: che si fa, ora? La squadra sembra non reagire, il ritiro della scorsa settimana (da mercoledì a sabato) sembra non aver portato vantaggi, dietro le avversarie corrono e “mangiano” punti e la paura è che i giocatori si issino in zona play out e non riescano più a risollevarsi. E domenica la squadra ha avuto un confronto serrato con la curva durato oltre un quarto d’ora (non il primo confronto in stagione, si aggiunga). La media punti del Novara con in panchina Marchionni parla da sola: sette partite giocate, sei punti (su 21) conquistati, cinque sconfitte, sei gol fatti ed undici incassati. Per non parlare del fatto che le ultime quattro partite hanno portato ad altrettante sconfitte, di cui tre in casa (Albinoleffe, Pro Sesto e Padova).

Delle ultime nove partite di campionato, tre saranno contro avversarie sotto in classifica (San Giuliano City Nova, Piacenza e Pergolettese), due saranno contro due avversarie immediatamente (oggi) sopra (Juventus Next Gen e Trento, la miglior formazione del girone di ritorno con 23 punti conquistati su 30), mentre le altre saranno contro avversarie (a oggi) in piena lotta play off e promozione diretta (Pordenone, Pro Patria, Arzignano e Feralpi Salò).

Da qua al 23 aprile, giorno di Trento-Novara, ultima partita della regular season, la squadra dovrà lottare come non mai per puntare (almeno) ad una salvezza tranquilla e non essere risucchiata nel vortice play out.

Per fare questo, la squadra, nel suo insieme, dovrà accendere la luce. Chi dovrà “accendere la luce”? Il gruppo, nel suo insieme. Quindi, ragazzi, bagno di umiltà, rimboccatevi le maniche, fuori gli attributi, portate a casa la stagione e dal 1° luglio si vedrà il da farsi.

Anche se allora era il Novara Calcio, nessuno vuole che si ripeta un “18 maggio 2018 bis”.