di Simone Balocco
Non c’è cosa migliore per uno sportivo che vincere un premio. Di qualunque tipo o natura. E’ molto gratificante per uno sportivo ricevere il premio come migliore espressione della sua provincia di provenienza.
Martedì scorso, al Teatro Coccia, in pieno centro cittadino, si è svolta l’apertura dell’Anno sportivo regionale. L’occasione ha visto la premiazione dei migliori dirigenti, allenatori e sportivi piemontesi che si sono contraddistinti nel 2019. Questa premiazione, giunta al diciottesimo anno, per la prima volta si è tenuta sotto la Cupola di San Gaudenzio
Il premio “sportivo dell’anno” è stato assegnato a Fabio Leonardi, patron della Igor Volley Novara campione d’Europa in carica di volley femminile; miglior atleta è stata premiata la sciatrice cuneese, rappresentante dell’Esercito, Marta Bassino; allenatore dell’anno è stato premiato Gian Lorenzo Blengini, nativo di Torino e da cinque stagioni Commissario tecnico della Nazionale femminile di pallavolo. Sono stati conferiti complessivamente undici premi.
Anche Novara ha visto una premiazione di un suo sportivo ed il premiato è stato un ragazzo che il prossimo 12 febbraio compirà 27 anni (quindi nel pieno della sua maturità sportiva) nativo però di Catanzaro.
Un lettore potrebbe pensare “E che ci azzecca uno di Catanzaro, che dista da Novara 1200 chilometri, con un premio novarese?”.
Ecco svelato l’arcano: lo sportivo in questione è sì nato in Calabria, ma abita nel Novarese da quando ha tre anni, è diventato grande a Novara e ha giocato per quindici stagioni consecutive nel Novara, facendo tutte le tappe dai “pulcini” fino al debutto in prima squadra, segnando ventuno reti ed indossando la fascia di capitano in alcune occasioni. Lo sportivo in questione, premiato come il “miglior sportivo novarese 2019”, è Paolo Faragò, dal gennaio 2017 in forza al Cagliari, compagine di Serie A che sta disputando (a oggi) la sua miglior stagione dal campionato 1992/1993, quando il “Casteddu” chiuse al sesto posto in classifica, qualificandosi alle coppe europee dopo venti stagioni e volare fino ad una clamorosa semifinale di Coppa UEFA persa contro l’Inter dopo aver eliminato la Juventus nei quarti di finale.
Paolo Faragò, per quei (si spera) pochi che non lo conoscessero o sanno chi sia, è uno che è entrato in tackle duro nel cuore dei tifosi del Novara: in maglia azzurra, ha dato sempre il meglio di sé e forse più. E’ stato uno che ha lottato (e lotta ancora) su ogni pallone, uno che ha sempre dimostrato rispetto verso tutto e tutti. Uno che è sempre stato preso come esempio di dedizione, lealtà e sportività. Ma anche semplicità e consapevolezza dei propri mezzi tecnici.
I supporters lo hanno sempre soprannominato “Capitan Futuro” perché si diceva, quando vestiva l’azzurro del Novara, che un giorno quella fascia che lui ha indossato qualche volta sarebbe stata di sua proprietà. Motivo? Leggere sopra: la persona giusta per essere il leader della squadra.
Oggi gioca nel Cagliari, in massima serie. Una scelta che lo ha portato a lasciare Novara ed il Novara il 19 gennaio 2017 e militare dove tutti sognano un giorno di giocare, in Serie A. Il suo passaggio in maglia rossoblu è stato un trasferimento a titolo temporaneo con obbligo di riscatto da parte del Cagliari, prontamente effettuato a fine stagione. Un affare da oltre due milioni di euro, una plusvalenza importante per la squadra allora guidata da Massimo de Salvo.
Paolo Faragò ha giocato nel Novara complessivamente 141 partite, segnando (come detto) ventuno reti, servendo otto assist, collezionando 28 cartellini gialli ed due “rossi” (di cui uno per doppia ammonizione).
La storia d’amore tra Paolo Faragò ed il Novara è iniziata nel 2002, con il suo ingresso nel settore giovanile azzurro. Dopo essere stato un faro della Primavera di Giacomo Gattuso e dopo alcune convocazioni in prima squadra, finalmente il 12 agosto 2012, Attilio Tessero lo ha debuttato in prima squadra: era il secondo turno di Tim Cup contro il Lumezzane al “Piola”, subentrando a Simone Motta. Poco più di un quarto d’ora di gioco per lui, ma l’ebbrezza di giocare per la prima volta con i “grandi”.
Il suo debutto in campionato avvenne poi il 6 ottobre successivo al “Granillo” contro la Reggina, mentre al “Piola” la settimana successiva, giocando poco più di una decina di minuti, contro il Brescia, il ragazzo riuscì a servire a Pablo Gonzalez la palla per il momentaneo 3-2.
La prima stagione in Serie B si chiuse per lui con 16 presenze e le reti contro il Vicenza al “Menti”, la seconda contro il Sassuolo in viale Kennedy: la prima fu la rete della bandiera (sconfitta 2-1), mentre contro i modenesi quella fu “da tre” punti e segnata al 3′ di recupero di testa, portando il risultato sul 3-2 per i ragazzi di Aglietti. Il video con l’esultanza dell’allora 20enne numero 24 azzurro a Novara divenne virale tra i social dei tifosi del Novara.
La sua migliore stagione a Novarello (dal punto di vista delle prestazioni) è stata la “2015/2016”, con Baroni in panchina, dove Faragò diede il meglio di sé nel 4-2-3-1 del tecnico fiorentino e su di lui iniziarono a puntare gli occhi alcune squadre di Serie A.
Complessivamente, Faragò ha giocato in prima squadra quattro stagioni e mezzo, di cui 3 stagioni e mezzo in Serie B ed una in Lega Pro, segnando almeno una rete nelle due categorie.
Gli mancava solo di giocare e segnare in Serie A con il Novara, solo che con Baroni la corsa azzurra verso la promozione in massima serie si interruppe a Pescara il 31 maggio 2016, dopo che nel turno eliminatorio la squadra azzurra vinse 3-4 a Bari ai supplementari. Ironia della sorte, la stagione 2015/2016 è stata la migliore Faragò a Novara, è stata la migliore stagione del Novara negli ultimi cinque anni ed il campionato fu vinto dal Cagliari che perse sia all’andata sia al ritorno contro il Novara con “Paolino” in campo in entrambe le occasioni.
E la Serie A per Paolo Faragò è arrivata con un’altra maglia in un giorno particolare: era il minuto 81 di Roma-Cagliari giocata il 22 gennaio 2017, giorno della festa di San Gaudenzio, patrono di Novara. Quando si dice il caso (oppure il destino?).
Nove minuti all’”Olimpico” sfidando il suo idolo Radja Nainggolan allora in forza ai capitolini: oggi “Paolino” ed il “Ninja” condividono lo spogliatoio di Asseminello e della “Sardegna Arena”.
La prima rete azzurra di Faragò in Serie A avvenne il 25 ottobre 2017 contro il Benevento, dove servì anche l’assist per il raddoppio di Pavoletti. Il gol del momentaneo pareggio lo aveva segnato il suo ex compagno di squadra per sei mesi a Novara nel 2013, Pietro Iemmello.
A oggi, Faragò ha giocato 81 partite in Serie A, segnando quattro reti e domenica dovrebbe scendere in campo contro il Genoa in trasferta.
Se a Novara ha giocato sempre a centrocampo, a Cagliari si è spostato addirittura come terzino destro, dimostrandosi all’altezza sia in fase di attacco sia di difesa. Ed è stato anche schierato, come extrema ratio, come centrale di difesa, cavandosela bene.
La sua rete più importante in maglia rossoblu, “Paolino” l’ha siglata lo scorso 20 ottobre sotto la Curva Nord della “Sardegna Arena” contro la Spal: un bellissimo gol, importante per lui e per la squadra. Per la squadra, perché ha sancito la forza della squadra di Maran ed importante per lui perché quella rete arrivò dopo uno stop forzato dello stesso giocatore di sei mesi dopo aver subito un intervento all’anca sinistra. Sei mesi di assenza forzata dai campi trascorsi a vedere i compagni giocare e lui in disparte ad allenarsi con la volontà di tornare al più presto agli ordini del suo allenatore.
Operato a maggio, assente fino alla settima giornata di questo campionato, debutto dal 1′ in casa contro la Spal e gol del 2-0 al minuto 67′ dopo un’azione personale. Lo stadio “cadde” e Faragò dalla gioia si buttò per terra conscio di aver fatto un gol importante per tutti, per lui in primis.
Tornando ai suoi anni novaresi, con la maglia azzurra Paolo Faragò ha anche indossato la maglia della Nazionale italiana, anche se Under 20 e “B Italia” (una sorta di Under 21 della serie cadetta), ma la soddisfazione maggiore per lui è stata la convocazione per le Universiadi che si tennero, nell’estate 2015, a Gwangju, in Corea del Sud. Ed il centrocampista classe 1993 contribuì alla vittoria della medaglia d’oro da parte degli “azzurrini universitari” guidati dal Ct Piscedda.
Faragò, inoltre, fa parte di una nidiata di giovani calciatori che partendo dal settore giovanile di Novarello non solo ha debuttato e si è affermato in prima squadra, ma che ora gioca tra la Serie A e la Serie B: oltre a Faragò, in Serie A gioca Francesco Vicari, difensore imprescindibile della Spal di mister Semplici; in Serie B giocano Lorenzo Montipò, portiere novarese (di nascita) del Benevento capolista e lanciato verso la promozione in Serie A, e Lorenzo Dickmann, titolare fisso nell’undici del Chievo Verona e la scorsa stagione in campo per sei partite nella Spal al fianco di Vicari.
Ma il top dei giovani talenti usciti dalla Primavera del Novara è stato Bruno Fernandes: il centrocampista portoghese dal 29 gennaio gioca addirittura nel Manchester United, in Premier League, che ha “staccato” un assegno da 80 milioni di euro per accaparrarsi l’ex compagno di “Capitan Futuro” in forza ad allora nello Sporting Lisbona.
Tornando a Paolo Faragò, nessun tifoso del Novara lo ha dimenticato e sempre lo avrà nel cuore anche perché porta un po’ di novaresità in Serie A. E chissà quanti tifosi del Novara hanno Paolo Faragò nella propria “fantarosa” e chissà quanti “fanta-allenatori” sparsi per lo stivale lo schierano titolare nelle loro “squadre” o ce l’hanno nelle loro “fanta-rose”.
Questa è la storia di Paolo Faragò, il ragazzo nato in Calabria ma nuares a tutti gli effetti ed orgoglio di tutta la comunità novarese.
E chissà se mai un giorno Paolo Faragò tornerà al “Piola” da avversario: chissà l’emozione dei tifosi nel vederlo uscire dal tunnel; chissà la sua emozione quando uscirà dalla parte sinistra del tunnel e affrontare quella squadra che ha contribuito a farlo diventare quello che è ora.
Quale sarà il prossimo obiettivo di Paolo Faragò? Lo scopriremo solo vedendo le sue prestazioni in campo. Sperando che possa ricevere altri premi individuali prestigiosi come quello di “Sportivo novarese dell’anno 2019”. E, perché no?, qualche premio di squadra. Magari con un suo gol decisivo. Proprio come contro il Sassuolo o la Spal, dove fece impazzire di gioia i suoi tifosi.
foto in evidenza tratte da vistanet.it e laroma24.it