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Città di Novara

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50 minuti all’inferno sul treno Milano–Novara: il mio viaggio nella vergogna del trasporto pubblico

DiAlessio Marrari

Lug 19, 2025

di Alessio Marrari

Non prendo quasi mai il treno. Eppure, negli anni, mi è capitato spesso di raccogliere e pubblicare le lamentele di chi lo prende ogni giorno, soprattutto sulla tratta Torino–Milano. Le ho lette, ascoltate, condivise, ma dentro di me pensavo che a volte fossero un po’ esagerate, frutto di un malumore comprensibile ma forse ingigantito dall’abitudine alla fatica quotidiana. Poi è arrivato ieri. Ho vissuto in prima persona quel viaggio, e ho capito che non solo non esageravano, ma che probabilmente hanno sempre sottaciuto qualcosa. Quella che ho sperimentato è una vergogna vera, concreta, inaccettabile nel 2025. Un’esperienza che non si può definire semplicemente scomoda, ma disumana.

Ieri ho preso il treno Milano–Novara delle 19:15. Era sporco, senza aria condizionata, con una temperatura percepita di almeno 35 gradi. Le carrozze emanavano cattivo odore e l’aria era irrespirabile. I volti dei passeggeri erano spenti, rassegnati, come se quella condizione fosse ormai la norma, una routine che nessuno ha davvero intenzione di cambiare. A peggiorare il tutto, la maleducazione dilagante: persone salite senza biglietto, musica a tutto volume sparata dagli smartphone, piedi (con o senza scarpe) appoggiati sui sedili liberi, in un totale disprezzo per il prossimo. È stato un viaggio di 50 minuti che è sembrato una prova di resistenza, una vera e propria esperienza della speranza, inammissibile nel 2025, soprattutto considerando quanto costano i biglietti. Le lamentele ormai si sprecano, si sentono ogni giorno, ma nessuno sembra realmente intenzionato ad ascoltarle o ad affrontare il problema alla radice. E questo non è un caso isolato: la situazione è cronica sulla tratta Torino–Milano. Le lamentele vanno ascoltate e risolte: la gente paga e viene ignorata. Quello che ho vissuto è stato terrificante e penso con rispetto e rabbia a chi deve affrontare quotidianamente questa via crucis ferroviaria.

Ogni giorno migliaia di pendolari affrontano il tragitto tra Novara e Milano, una delle tratte ferroviarie più trafficate della Lombardia e del Piemonte. Nonostante l’importanza strategica di questo collegamento, i viaggiatori si trovano ad affrontare da anni una serie di problematiche che rendono l’esperienza quotidiana spesso frustrante. Uno dei principali disagi è rappresentato dal sovraffollamento dei treni, soprattutto nelle ore di punta, quando trovare un posto a sedere diventa quasi impossibile e molti sono costretti a viaggiare in piedi, stipati nei corridoi. A questo si aggiunge la questione dei ritardi frequenti e delle cancellazioni improvvise, che compromettono l’affidabilità del servizio e mettono in difficoltà chi deve rispettare orari lavorativi rigidi. La situazione è ulteriormente aggravata dalla percezione di costi elevati degli abbonamenti mensili, ritenuti non sempre proporzionati alla qualità del servizio offerto. Alcuni treni risultano poco confortevoli, con carrozze vecchie, scarsa pulizia, mancanza di aria condizionata in estate o di riscaldamento in inverno, e servizi aggiuntivi come il Wi-Fi che spesso non funzionano correttamente. Un altro aspetto critico è la comunicazione con l’utenza, che nei momenti di emergenza o in caso di variazioni del servizio risulta spesso carente o poco tempestiva, alimentando l’incertezza e il malcontento. A ciò si sommano i disagi legati a scioperi, guasti tecnici e condizioni meteorologiche che causano ulteriori rallentamenti. Negli ultimi anni, sono state avanzate numerose richieste da parte dei comitati pendolari e delle associazioni di utenti per migliorare la qualità del servizio, ma i progressi sono stati lenti e spesso parziali. Il risultato è un pendolarismo vissuto con rassegnazione e malcontento, in cui il viaggio quotidiano tra Novara e Milano rappresenta una sfida più che una semplice routine.