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Mira Murati, artefice suprema albanese dell’intelligenza artificiale ChatGPT: da OpenAI a Thinking Machines Lab

DiAlessio Marrari

Mag 5, 2025

di Alessio Marrari

Mira Murati è una delle figure più influenti nel panorama globale dell’intelligenza artificiale, ma le sue radici affondano in un contesto molto distante dai laboratori tecnologici della Silicon Valley. Nata nel 1988 a Vlorë, una città costiera dell’Albania meridionale, Murati è cresciuta in un periodo storico segnato dalla transizione del paese dal regime comunista a un’economia di mercato, la sua infanzia è stata caratterizzata da una profonda curiosità intellettuale e da una precoce passione per la matematica e le scienze, stimolata dal contesto familiare e scolastico, nonostante le limitate risorse tecnologiche del tempo, durante gli anni delle scuole primarie e secondarie in Albania, Mira si distingue come studentessa eccezionalmente dotata, le sue capacità analitiche e il desiderio di comprendere il funzionamento delle cose la portano a emergere in competizioni scolastiche nazionali, soprattutto in matematica e fisica, la sua famiglia, riconoscendone il potenziale, decide di sostenerla in un percorso di studi internazionali, ancora adolescente, si trasferisce in Canada, dove continua la sua formazione in un ambiente accademico più stimolante e ricco di opportunità, questa esperienza interculturale accresce la sua determinazione e amplia la sua visione del mondo, preparandola a future sfide globali, successivamente si trasferisce negli Stati Uniti per proseguire gli studi universitari, Murati si laurea in Ingegneria Meccanica al Dartmouth College (Stati Uniti) nel 2012, dove si specializza in robotica, sistemi embedded e interfacce uomo-macchina, fin dai suoi studi, emerge una chiara vocazione per le tecnologie emergenti e il loro impatto sociale, dopo la laurea, entra in Tesla, dove lavora come ingegnere senior nel team di sviluppo del Model X, in questo contesto contribuisce alla progettazione e integrazione di sistemi avanzati, acquisendo una visione unica sull’intersezione tra hardware e software, questo ruolo le permette di vedere come l’innovazione possa essere applicata su scala industriale, rapidamente ed efficacemente, nel 2016 si unisce a Leap Motion come Vicepresidente di Prodotto e Ingegneria, qui si concentra sulla creazione di interfacce naturali, in particolare tramite il tracciamento delle mani e le interazioni in realtà aumentata e virtuale, questo ruolo consolida la sua convinzione che la tecnologia debba adattarsi all’essere umano, e non viceversa, nel 2018, Mira Murati entra in OpenAI, diventando in seguito Chief Technology Officer, il suo impatto sull’azienda è profondo e articolato, supervisiona lo sviluppo dei modelli linguistici GPT-2, GPT-3 e GPT-4, è una delle menti dietro la trasformazione di questi modelli in prodotti accessibili, come ChatGPT, contribuisce alla creazione di sistemi multimodali come Codex (generazione di codice) e DALL·E (generazione di immagini), promuove un approccio etico e umanocentrico all’IA, affrontando temi critici come bias, sicurezza e governance, durante la sua permanenza, Murati emerge come una figura di riferimento nel dibattito sull’IA, riconosciuta per la sua capacità di unire visione tecnica e responsabilità sociale, in questo periodo, viene anche frequentemente intervistata da Bloomberg, che segue da vicino il suo lavoro e la sua leadership nel settore, le sue apparizioni su Bloomberg TV e le interviste pubblicate sono diventate punti di riferimento per comprendere la traiettoria evolutiva dell’intelligenza artificiale, alla fine del 2024, in seguito a divergenze interne sulla governance e la visione futura dell’IA, Murati lascia OpenAI, la sua uscita segna l’inizio di un nuovo capitolo professionale, nel 2025 fonda Thinking Machines Lab, una startup dedicata allo sviluppo di intelligenze artificiali multimodali e generaliste, l’obiettivo dichiarato è costruire sistemi più “umani”, capaci di comprendere e interagire con il mondo in modo più naturale, sicuro e controllabile, Thinking Machines Lab attira subito l’interesse di investitori di primo livello come Sequoia Capital e Goldman Sachs, che vedono nella sua leadership una garanzia di solidità tecnica e visione etica, Murati intende guidare questa nuova realtà con la stessa filosofia che ha guidato tutta la sua carriera: unire eccellenza tecnica a profonda responsabilità etica, Murati ha più volte ribadito che l’IA è “una forza sociale, non solo una tecnologia”, ha promosso la collaborazione interdisciplinare tra ingegneri, filosofi, psicologi e artisti, per progettare sistemi che riflettano meglio i valori umani, Mira Murati sembra essere considerata da molti come l’ideatrice dell’intelligenza artificiale, ma ChatGPT tende a tutelare il contesto di OpenAI come lavoro di squadra, riconoscendole un ruolo direttivo importante, pur senza attribuirle l’invenzione o l’implementazione della piattaforma che ha reso l’IA nota al grande pubblico mondiale, una parte significativa del team che ha lavorato allo sviluppo di ChatGPT in OpenAI proviene da esperienze precedenti condivise con Mira Murati, in particolare, molti dei membri chiave del suo nuovo progetto, Thinking Machines Lab, hanno collaborato con lei in OpenAI, tra questi, spiccano John Schulman, cofondatore di OpenAI e co-leader del progetto ChatGPT, e Barret Zoph, co-creatore di ChatGPT, che ora ricopre il ruolo di Chief Technology Officer nella nuova startup di Murati, questa continuità nel team riflette un forte legame professionale e una visione condivisa, consolidata durante gli anni trascorsi insieme in OpenAI, tuttavia, è importante notare che la composizione del team di OpenAI è sempre stata ampia e diversificata, con contributi provenienti da numerosi ricercatori e ingegneri di diversa provenienza, pertanto, sebbene Murati abbia avuto un ruolo di leadership significativo, lo sviluppo di ChatGPT è stato il risultato di un impegno collettivo di molteplici esperti nel campo dell’intelligenza artificiale.